Le mille facce del turismo delle radici

Le mille facce del turismo delle radici
Studenti alla scoperta delle esperienze migratorie dei nonni, ricerca di nuovi mecenati per il restauro delle opere d’arte dei paesi di origine, giochi online ambientati nella Magna Grecia, ricerche genealogiche, musei diffusi e giornate celebrative.
Sono solo alcuni dei tanti progetti presentati questa mattina durante la quinta riunione del tavolo tecnico sul turismo delle radici, ospitato da Regione Lombardia.

Aperto dagli interventi istituzionali, il cuore dell’incontro ha visto protagonisti alcuni dei membri del Tavolo che, moderati dal consigliere Giovanni Maria De Vita, responsabile del progetto alla Farnesina, li hanno illustrati sia in presenza che da remoto.

C’è “Origini”, il master in economia dell’Università di Trieste rivolto agli italodiscendenti presentato da Stefano Pilotto, nuovo membro del tavolo tecnico; un progetto “che esiste da 21 anni” e che – grazie anche al sostegno di Maeci, Mise e Ice – porta in Italia, per 5 mesi, gli studenti selezionati, coinvolti sia nelle lezioni “per apprendere materie di natura manageriale”, sia “per riscoprire le loro radici”. E non solo loro: “i ragazzi non hanno esitato a visitare l’Italia, molte volte raggiunti dalle loro famiglie”, ha spiegato Pilotto, “a volte anche riallacciando i rapporti con i familiari rimasti in Italia”.

Assessore alle relazioni internazionali del Comune di Verona, Francesca Toffali, ha spiegato che è stato avviato “uno studio sul turismo delle radici in provincia, per predisporre il territorio ad accogliere al meglio questa tipologia di turisti”.
Salvo Iavarone, presidente Asmef, ha accennato al lavoro della sua associazione “che da 14 anni lavora per l’emigrazione, in Italia e all’estero”, auspicando la creazione di “una grande squadra che possa interagire, per condividere buone pratiche e crescere insieme”.
Le associazioni, ha confermato De Vita, “svolgono un ruolo importante per questo programma, per i loro collegamenti con l’estero e le loro relazioni con i territori”.

Dell’importanza di puntare sulle “radici italiche” ha parlato Stefano Clima (Svegliamoci italici), mentre il sindaco di Maranello, Luigi Zironi, è intervenuto nella sua qualità di presidente della tutela patrimonio motoristico italiano per evidenziare l’importanza delle “Città dei motori”, associazione costituita sotto l’egida dell’Anci, che comprende “un patrimonio di imprese, auto storiche, musei, luoghi che hanno dato i natali ad eroi dell’automobilismo”. Una rete che ad oggi comprende 36 città, a lavoro per proporre una “Giornata dell’orgoglio motoristico italiano”.
Attività di “promozione del territorio” che, per De Vita, il progetto intende “intercettare”.

Genealogista, Clemente Suardi ha presentato il suo sito www.genealogiafamiliare.it per poi sintetizzare i bisogni del turista genealogico: avere dati, riscontri centri delle storie che i suoi avi gli hanno raccontato; ricercare case di famiglia o familiari rimasti in Italia; conoscere tradizioni e storia locale.
Assessore alla cultura di Sommacampagna (Verona), Eleonora Principe ha parlato del Museo diffuso del Risorgimento, che coinvolge Lombardia e Veneto, spiegando che al suo comune chiamano sia “studiosi di storia risorgimentale, ma anche discendenti di chi ha combattuto a Custoza”.

Letizia Sinisi ha presentato il suo “manuale operativo sul turismo delle radici”, patrocinato da Federturismo ed Enit”, annunciando anche la partenza, il prossimo 2 giugno a Roma, del “Grand tour delle radici” che passerà per Lazio, Molise, Campania, Calabria e Sicilia. In programma anche “un summer camp sul turismo delle radici”. Al Maeci, Sinisi ha chiesto “di cercare di eliminare la dicotomia tra politica e territori”. Questi ultimi “sono già pronti, perché sono a lavoro da anni”.

Coordinatore del Comitato tecnico territoriale delle radici ciociare, Vincenzo Castaldo ha evocato tre caratteristiche indispensabili per la buona riuscita del progetto: comunità, coprogettazione e competenze.
Il Comune di San Marco Argentano (Cosenza) “ha da tempo puntato sul turismo delle radici come suo unico volano per far conoscere il territorio”, ha detto l’Assessore alla cultura Aquilina Mileti, spiegando che il comune ha lanciato il progetto di genealogia “800 dietro l’angolo” e collaborato con l’Università della Calabria: due studenti locali frequentano il master istituito dall’ateneo così da specializzarsi in turismo delle radici.

Il Comune di Basicò (Messina) ha presentato il libro “Nonna Francesca”, mentre Michele Mondolfo la sua “Incoming partners”, tour operator specializzato in turismo delle radici.

Presidente del Centro AltreItalie, Maddalena Tirabassi ha ricordato il lavoro pionieristico della Fondazione Agnelli nel recupero delle Crte di imbarco dei connazionali emigrati, spiegando che ancora oggi il Centro riceve chiamate di italodiscendenti. Tra gli spunti evocati da Tirabassi anche “i viaggi in Italia per la cittadinanza, soprattutto dal Sud America”, esperienze come le Giornate degli Ischitani nel mondo, al centro di un nuovo sondaggio promosso dal Centro, che presto avvierà un altro progetto: “uno studio sulla letteratura del viaggio in Italia” alla ricerca di “memorie, romanzi, racconti e poesie che narrano, appunto, il viaggio in Italia degli italodiscendenti dall’800 ad oggi”. Infine, il Centro AltreItalie avvierà una “ricerca sulle piccole biblioteche dell’emigrazione in Italia”. Alla Farnesina, Tirabassi chiede di “includere nella sua rete non solo i musei, ma anche i centri di ricerca”.

Romeo Ferrero, consigliere del Comites del Principato di Monaco, ha presentato il portale Turismodelleradici.net, mentre la professoressa Silvana Ciriolo, dell’Istituto Tecnico Economico De Viti De Marco di Casarano (Lecce) ha illustrato “L’Italia fuori dall’Italia”, il progetto multidisciplinare destinato agli studenti per “formare operatori turistici specializzati” nel turismo delle radici. Il corso prevede “lo studio dell’emigrazione, la ricerca di documenti”, ma anche “l’individuazione di famiglie emigrate, originarie dei comuni limitrofi e incontri online con gli italo-discendenti cui sottoporre un questionario per personalizzare un loro ipotetico viaggio in Italia”. Gli studenti, infine, “simuleranno un tour delle radici” e “sensibilizzeranno gli attori sul territorio”.

Dall’Argentina Maxi Manzo ha lanciato il trailer del suo documentario “El vestito de Dora”, sostenendo che “il viaggio delle radici non termina nei luoghi delle origini dei tuoi avi, ma ti aiuta a scoprire la tua italianità”.
Daniele Rossi, di Fondazione Futurae, ha presentato il progetto “Ospiti”, che vede consorziati “40 comuni di aree interne”, sparsi su tutto il territorio, mentre Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva delle Fonti (Puglia) ha parlato sia della convenzione che hanno stipulato con la Pro Loco per l’accoglienza dei turisti delle radici, sia del protocollo con un comune limitrofo nell’ambito di un’azione condivisa chiamata “Apulian’s sons”.

Tracy Roberts, di I love Italy, ha sostenuto l’importanza di “far sentire gli italodiscendenti non turisti o viaggiatori, ma parte integrante del paese”; per farlo la sua associazione “propone di sostenere un progetto delle loro città di origine”. I Love Italy, ha chiarito, “raccoglie fondi per progetti di restauro qui in Italia”; negli Usa, invece, è nata “American friends of I love Italy”, che riunisce “americani che fanno donazioni, interamente detraibili: i fondi giungono in Italia”. Tra i progetti in corso, 60 americani che stanno finanziando il restauro delle edicole sacre di Assisi e che a giugno arriveranno in Italia dalla California; e un discendente di Guarcino (Fiuggi) che finanzierà il restauro dell’antico organo del suo paese. “Adottare un’opera o una scuola dà emozione agli americani con cui lavoro”, ha concluso Roberts. “Sentono di restituire qualcosa al loro Paese di origine”.
Sindaco di San Romano in Garfagnana (Lucca), Raffaella Mariani ha citato i progetti del Parco Appennino Tosco Emiliano e “Orizzonti circolari” che “ha coinvolto giovani di origine toscana fino alla quarta generazione”. Progetti “che hanno creato legami”, che proseguono nel tempo.

Direttore generale di Atp Basilicata, Antonio Nicoletti ha illustrato un progetto di marketing turistico che coinvolge i lucani nel mondo: “stiamo lanciando la prima Borsa del turismo delle origini” e lanciando un gioco sulla piattaforma Minecraft: “protagonista è Pitagora”, ha spiegato. “Il gioco inizia con un bambino che va a trovare la nonna nel paese di origine, trova un baule, lo apre e si ritrova nella Magna Grecia” alla scoperta delle sue radici.

Vincenzo Comese del Centro giovanile lombardo ha parlato di scambi internazionali di giovani e dei campi di volontariato dedicati ai figli degli emigranti, mentre Fabiana Renzo di Turismo Verde ha posto l’accento sulle aziende agrituristiche “presidi di memoria sul territorio”.
Mario Guadalupi, vicepresidente di Aikal, ha rilanciato la “Carta degli ambasciatori della cultura italiana” e il premio “Vestito di musica”, pensati nel 2011 e mai decollati, mentre il docente Italo Alberto (Università di Bari) ha citato l’importanza dei corsi di italiano per i turisti delle radici e annunciato una collaborazione con Puglia promozione” sul “ruolo delle associazioni iscritte all’albo regionale, 30 in regione, 300 quelle all’estero, di cui non sia ha contezza né della loro esistenza né del loro lavoro. Vogliono capire come le associazioni possono incanalare il flusso del turismo delle radici”.

Michelangelo Lurgi, presidente di Rete Destinazione Sud, infine, ha evocato il progetto nazionale sul turismo di ritorno, che il 13 giugno verrà presentato alla Camera.
A concludere gli interventi, il sottosegretario alle relazioni internazionali di Regione Lombardia, Alan Rizzi, che ha ribadito l’importanza di “valorizzare l’esistente”, agire “in sinergia” con i Ministeri della Cultura e del Turismo “perché quando le istituzioni fanno rete, il mondo ci prende ad esempio”, sottolineando l’importanza della “rete creata dal Ministero degli esteri” e auspicando che “il regionalismo sia protagonista della ripartenza”.
Un confronto, dunque, serrato e interessante.
“Il nostro filo conduttore è l’ascolto”, ha confermato all’Aise il consigliere De Vita, al termine dell’incontro. “Il Ministero degli esteri non è un ente che si interessa istituzionalmente di individuare strumenti di promozione del turismo, ma ha intercettato questa voglia di offrire agli oriundi e ai discendenti italiani all’estero un nuovo rapporto con il territorio e per questo promuove un dibattito all’interno del Paese perché si possa definire una offerta turistica mirata al soddisfacimento delle aspettative dei turisti delle radici. Questo non soltanto nell’ottica di dare una opportunità di sviluppo economico ai territori italiani, ma soprattutto – ha concluso – per rilanciare e creare un nuovo rapporto con le nostre comunità all’estero”. (ma.cip.\aise) 

Redazione Radici

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