Emmanuel Macron per 2 volte presidente di Francia

Emmanuel Macron per 2 volte presidente di Francia
© Thomas COEX / AFP - Il presidente Emmanuel Macron

Prima di lui Charles De Gaulle fu eletto due volte alla presidenza, l’8 gennaio 1959 e l’8 gennaio 1966, non completò il secondo mandato e si dimise il 28 aprile del 1969. Poi fu la volta di Francois Mitterrand eletto il 21 maggio 1981 e il 21 maggio 1988

Emmanuel Macron, 44 anni, rieletto per un secondo mandato alla presidenza della Francia, entra nel gotha dei pochi leader che hanno conquistato per due volte la fiducia, con la peculiarità che è anche il più giovane che il paese abbia mai avuto.

Prima di lui Charles De Gaulle fu eletto due volte alla presidenza, l’8 gennaio 1959 e l’8 gennaio 1966, non completò il secondo mandato e si dimise il 28 aprile del 1969.

La sua elezione però avvenne non con il suffragio universale diretto ma attraverso il pronunciamento di un collegio elettorale.

Poi fu la volta di Francois Mitterrand eletto il 21 maggio 1981 e il 21 maggio 1988, mandato portato a termine con l’elezione nel maggio 1995 di Jacques Chirac, anche lui rieletto per la seconda volta il 17 maggio 2002.

Nato ad Amiens nel 1977, Macron è salito all’Eliseo nel 2017 a 39 anni, vincendo al secondo turno con ampio distacco contro Marine Le Pen, la stessa avversaria di oggi.

Figlio di medici, all’università si è iscritto a Sciences Po dopo aver fallito per due volte il test di ammissione per la Scuola Normale superiore. Ha poi conseguito un master in filosofia a Nanterre, prima di entrare all’Ena, la scuola responsabile della formazione degli alti funzionari pubblici francesi. Nel 2006 ha cominciato la militanza politica nel Partito Socialista, abbandonato nel 2009.

Ma la svolta per lui è nel 2012, quando sotto Francois Hollande ha assunto l’incarico di vice segretario generale dell’Eliseo.

Nel 2014 il socialista, allora presidente della Repubblica, lo ha nominato ministro dell’Economia nel secondo governo di Manuel Valls.

Ed è a quegli anni che risale la “legge Macron” volta a rendere piu’ flessibile e attrattivo il mercato del lavoro.

Nel 2016, creando il suo movimento centrista “En Marche!” e lasciando il governo pochi mesi dopo, ha annunciato la sua candidatura alle successive elezioni presidenziali, vinte nel maggio del 2017.

Tra le sfide più importanti del suo primo mandato ci sono sicuramente la crisi dei gilet gialli – movimento nato sui social nel 2018 dalla protesta contro l’aumento dei prezzi del carburante e l’elevato costo della vita nell’Esagono – la pandemia di Covid-19 e la gestione della crisi dovuta all’inizio della guerra tra Russia e Ucraina.

Del candidato presidente si ricordano anche diverse affermazioni che hanno suscitato polemiche.

Nel 2018 ad esempio, confrontandosi davanti all’Eliseo con un giovane disoccupato che si lamentava della mancanza di impiego, lo ha invitato “ad attraversare la strada per trovare in poco un posto di lavoro”.

Recentemente, Macron ha dichiarato in un’intervista di voler “rompere le scatole ai non vaccinati fino alla fine”.

Nel privato, il presidente è sposato dal 2007 con Brigitte Trogneux, sua ex insegnante al liceo con cui ha iniziato una relazione all’età di 15 anni.

Dai francesi è considerato un “uomo di destra” ma lui ha promesso sin dall’inizio di promettendo di essere un presidente “di destra e di sinistra” ripetendo la formula “allo stesso tempo” che esprime tutta la sua visione politica, ossia la voglia di riunire, superare gli steccati ideologici, cercare il bene comune al di là delle logiche di partito, ora dovrà superare una nuova prova, disseminata di crisi geopolitiche ma, soprattutto, dovrà affrontare un Paese diviso in due che si appresta a votare alle legislative di giugno.

AGI

Redazione Radici

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