2 Aprile: l’Autismo, una diversità da accogliere

2 Aprile: l’Autismo, una diversità da accogliere

Sensibilizzare rispettando la complessità dello spettro autistico.

DAL MONDO – Il 2 aprile di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo disturbo complesso. In Italia, si stima che 1 bambino su 77 di età compresa tra i 7 e i 9 anni, sia affetto da disturbo dello spettro autistico, con una maggiore prevalenza nei maschi.

Un’iniziativa importante per questa giornata è il progetto “Light it up blue” dell’organizzazione Autism Speaks, che consiste nell’illuminare di blu monumenti ed edifici per attirare l’attenzione sull’autismo.

Cos’è l’autismo? L’autismo, o disturbo dello spettro autistico, è una condizione neurologica che influisce sul linguaggio, sulla comunicazione, sull’interazione sociale e sui comportamenti ripetitivi e stereotipati. Le persone con autismo possono manifestare diversi livelli di compromissione in queste aree, creando un quadro unico per ogni individuo.

Nel ventesimo secolo, il termine “autistico” veniva inizialmente utilizzato per descrivere una serie di sintomi vari, ma nel 1912 Eugen Bleuler lo introdusse per identificare specificamente i sintomi associati alla schizofrenia. Solo nel 1943, però, il concetto di autismo fu riconosciuto come una diagnosi autonoma a sé stante.

Il primo caso di disturbo dello spettro autistico nella storia fu diagnosticato dal dottor Leo Kanner, il quale coniò il termine “autismo” per descrivere un disturbo sociale ed emotivo. In passato, pazienti con sintomi simili venivano spesso diagnosticati erroneamente come affetti da schizofrenia. La diagnosi di autismo fu applicata a undici pazienti studiati da Kanner, ma la vera pietra miliare nella storia dell’autismo fu il caso di Donald Triplett.

Donald, il cui disturbo comportamentale preoccupava i suoi genitori, fu collocato in un istituto separato dalla famiglia. L’istituto si trovava in un sanatorio nel Mississippi, a circa 50 miglia dalla loro casa nella foresta.

I genitori potevano visitare Donald una volta al mese durante il suo soggiorno. Tuttavia, durante questo periodo, Donald si isolò sempre di più, creando una distanza emotiva con la sua famiglia. Dopo un anno in istituto, determinati a trovare le risposte di cui avevano bisogno, sia per Donald che per loro stessi, i genitori di Donald decisero di portarlo a casa nonostante i pareri contrari dei medici.

Cominciarono a cercare l’aiuto di specialisti per individuare i bisogni di Donald e trovare il modo migliore per sostenerlo nel suo percorso di crescita e sviluppo. Durante la ricerca, i genitori di Donald, contattarono il dottor Leo Kanner, uno dei leader nel campo della psichiatria infantile e professore presso la John Hopkins University.

Nel corso della valutazione iniziale di Donald, il padre fornì al dottor Kanner dettagliate osservazioni sul comportamento del figlio, informazioni cruciali per aiutare il dottor Kanner ad individuare i modelli comportamentali e la terminologia specifica associata all’autismo, particolarmente, tali mettevano in risalto lo stato d’animo euforico di Donald quando era solo, ignorando tutto ciò che lo circondava.

Dopo aver incontrato Donald di persona, il dottor Kanner notò che il ragazzo utilizzava un linguaggio esplosivo e apparentemente irrilevante, riferendosi a se stesso in terza persona, ripetendo frasi e parole dette a lui e attribuendo i desideri degli altri a se stesso.

Il dottor Kanner continuò ad utilizzare la descrizione “autistico”, introdotta in precedenza da Eugen Blueler, presentando i risultati della sua ricerca sull’autismo nel The Nervous Child, così da offrire dettagli sui comportamenti osservati nei suoi undici pazienti. Il suo lavoro fu rivoluzionario nel campo della psichiatria clinica, consentendo a coloro che lavorano a stretto contatto con chi presenta determinate caratteristiche di comunicare in modo più accurato e comprensibile.

L’autismo è attualmente classificato come disturbo dello spettro autistico nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali dell’Associazione Psichiatrica Americana. Questo disturbo comprende una vasta gamma di sintomi e livelli di abilità che possono variare notevolmente da individuo a individuo. I sintomi dell’autismo possono influire sulla capacità di autonomia e di vita quotidiana, e una diagnosi precoce è essenziale per garantire interventi efficaci sulle diverse componenti di compromissione o sulla diversità di funzionamento che caratterizzano questo disturbo.

I bambini con autismo possono avere difficoltà nella comunicazione e nell’interazione sociale, così come nella comprensione delle emozioni e nel linguaggio verbale o gestuale.

Possono essere ipersensibili a suoni e rumori, manifestare movimenti ripetitivi come dondolarsi o battere le mani, e avere reazioni inusuali alle persone e agli oggetti. Alcuni bambini con autismo possono legare fortemente con determinati oggetti, resistere ai cambiamenti nella routine e mostrare comportamenti aggressivi o autolesionistici. Alcuni possono anche sviluppare crisi epilettiche, talvolta solo in età adolescenziale.

Le persone con autismo possono mostrare uno sviluppo eterogeneo delle abilità, d’altro canto, possono anche esibire capacità notevoli in campi specifici come il disegno, la musica, la matematica o la memoria.

Alcuni individui manifestano segni di autismo sin dai primi mesi di vita, mentre altri sembrano svilupparsi normalmente all’inizio per poi mostrare sintomi tra i 18 e i 36 mesi. Inoltre, ci sono casi in cui i sintomi non emergono finché le richieste dell’ambiente non diventano troppo complesse per le loro capacità.

L’autismo colpisce quattro volte più frequentemente i maschi rispetto alle femmine ed è una condizione che non fa distinzioni di razza, etnia o classe sociale. Non vi è alcuna correlazione tra familiarità, stile di vita o livello di istruzione e la probabilità di sviluppare disturbi dello spettro autistico. Le cause esatte dell’autismo sono ancora poco chiare, ma si ritiene che fattori neurobiologici, costituzionali ed ambientali possano giocare un ruolo nella sua manifestazione. È probabile che una combinazione di questi fattori contribuisca alla manifestazione della patologia, ma l’autismo si manifesta in modo unico in ogni individuo, con i fattori di rischio che hanno un impatto diverso su ciascuno di essi.

Ricordando che l’autismo non è una scelta, ma la diversità che rende il mondo un posto più ricco e affascinante. Abbracciamo e rispettiamo le persone autistiche per la loro unicità e bellezza interiore.

Nicoletta Covalea

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.