Alla Galleria Continua di Roma una mostra “Di tutti i colori”

Alla Galleria Continua di Roma una mostra “Di tutti i colori”

Dal 17 dicembre 2021 al 12 febbraio 2022 Galleria Continua Roma ospiterà una mostra collettiva che celebra il tema del colore in omaggio al testo scritto da Alberto Boetti nel 2008, “Di tutti i colori. Da Matisse a Boetti, le scelte cromatiche dell’arte moderna”. Il libro, dal cui titolo l’esposizione prende ispirazione, mostra un campionario dei colori dell’arte moderna e contemporanea, rilegge il lavoro dei maestri delle avanguardie partendo dalle loro particolari predilezioni cromatiche, svela il connubio tra tecnica e poetica.Per l’occasione, sono state riunite insieme le opere di diversi artisti: Alighiero Boetti, Loris Cecchini, Zhanna Kadyrova, Anish Kapoor, Moataz Nasr, Nedko Solakov, Michelangelo Pistoletto, Marinella Senatore, Pascale Marthine Tayou e José Yaque.


“Di tutti i colori” vuole presentare le scelte cromatiche dell’arte contemporanea attraverso i loghi monocromi attribuiti alle sedi di Galleria Continua verso la policromia di tutti gli artisti e colori del mondo. La mostra intende esplorare le ricerche svolte dagli artisti attraverso un confronto con diversi momenti e situazioni storico-culturali in un ampio raggio geografico.Il colore è un aspetto della realtà ovvio ma allo stesso tempo sfuggente: elemento interessante per analizzare come i termini linguistici associati al colore siano differenti tra le diverse culture e società.In mostra vengono presentate le opere di nove artisti che si confrontano con concetti pittorici quali la materialità, la corporeità e la superficie. La particolarità di queste diverse posizioni consiste nell’interesse per i processi fisici della pittura stessa, nel lavoro quasi processuale sulla superficie del quadro o dell’oggetto. Gli artisti scelti si concentrano sul colore e sul pigmento visti come elementi materiali e contenutistici, che completano la superficie pittorica, espandendola a volte nel piano tridimensionale. La materialità del colore può risultare più o meno tangibile nelle opere qui presentate, in alcune i supporti e le proprietà materiche del pigmento diventano veri e propri eventi tattili.


Il percorso espositivo si apre con un emblematico ricamo di Alighiero Boetti; l’artista giocando con le lingue, varia il colore delle lettere latine da una casella all’altra, mentre la scrittura orientale cambia gradazione quando si passa da una striscia orizzontale alla successiva. Dall’arazzo del ‘89 del maestro italiano passiamo alle nuove serie di lavori ricamati dell’artista contemporaneo camerunense Pascale Marthine Tayou da sempre interessato ai materiali e ai loro significati. Fanno da contraltare a queste opere così delicate ed artigianali, i colori industriali dei famosi specchi di Michelangelo Pistoletto – artista interprete di una ricerca in continua evoluzione aperta al dialogo e allo scambio – e la scultura di Anish Kapoor, una sorta di grande goccia perfettamente levigata di color rosso sangue, colore che l’artista definisce contraddittorio, in quanto violento ma al contempo fragile e delicato. Chiude la prima sala la serie di acquerelli “Stories in Colour” dell’artista bulgaro Nedko Solakov, che qui utilizza il colore come mezzo per dare profondità alle immagini delicate e poetiche dei personaggi che popolano il suo universo creativo. Nella seconda sala gli artisti Daniel Buren e Moataz Nasr ricorrono al colore per giocare con le forme. Da una parte l’artista francese con “A Frame in a Frame in a Frame, N° 39 Red – Aka”: strisce di color rosso vivo e bianco su lastre di vetro incorniciate che compongono una forma geometrica frammentata; dall’altra Nasr con “Come to Light”, una serie di cristalli trasparenti dei colori dell’arcobaleno che prendono forma dalla sovrapposizione di tre forme geometriche: il cubo che richiama il corpo umano, l’ottagono emblema dell’anima e la semisfera immagine dell’infinito.

L’artista cubano José Yaque ci trasporta nella vastità materica e vibrante del colore che stende con le mani sulle tele. Nelle pieghe della superficie agitate da complesse sovrapposizioni di colore tutto diventa una danza. Zhanna Kadyrova con “Diamond” sceglie un colore blu notte per trasformare la piastrella da materiale povero di uso quotidiano in oggetto prezioso. La pratica artistica di Marinella Senatore, caratterizzata da una forte dimensione collettiva e partecipativa e da una narrazione incentrata su tematiche sociali, politiche e culturali, si esprime in questa mostra attraverso una serie di colorati collage fotografici. Shilpa Gupta con le stampe a getto di inchiostro pigmentate della serie “Altered Inheritances – 100 (Last Name) Stories” racconta la storia di un mondo costantemente alla ricerca di un’identità e in continua trasformazione. Formalizzati come una sorta di archivio, questi frammenti di storie percorrono una traiettoria che va dalla sfera personale a quella collettiva. Conclude il percorso un quadro monocromo di Loris Cecchini dove lo sguardo si perde in una luminosa superficie in polvere di velluto.

Redazione Radici

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