La forza dei Paesi democratici: parla anche il professor Orsini

La forza dei Paesi democratici: parla anche il professor Orsini

ROMA – In tv oggi è apparso il dittatore Putin, con a fianco il dittatore minore Lukashenko. Ha spiegato che sono stati i cattivoni dell’Occidente a costringere uno buono come lui a scatenare la guerra in Ucraina: “Lo scontro era inevitabile, stavano scegliendo un momento per attaccare” e “gli sviluppi successivi hanno dimostrato quanto il neonazismo fosse profondamente radicato, è un fatto ovvio, è diventato un dato di fatto in un Paese abbastanza grande, vicino a noi”, ha detto Putin. Che ha confermato la sua vocazione, rivendicata in mille interviste, a menare per primo.

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Mentre ascolto questa stupida e terribile propaganda, tesa a giustificare l’invasione di un Paese sovrano e il massacro di migliaia di cittadini inermi, l’occhio scivola sul pensiero quotidiano del professor Alessandro Orsini. Con la scusa di spiegare causa ed effetti, il nostro professore anche oggi si è messo a difendere le ragioni del dittatore russo e gli ha fatto da spalla. Superato il fastidio delle sue stupidaggini, che per dovere di cronaca riferirò, va comunque constatata la grande forza del sistema democratico rispetto alle autocrazie nazistoidi in qualche modo difese.

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Perché qui in Occidente, egregio professor Orsini, qualsiasi persona, anche uno stupido, può parlare liberamente; mentre dalle parti del dittatore russo chi la pensa diversamente viene avvelenato o fatto fuori a colpi di pistola. E non mi sembra una differenza di poco conto. Venendo al pensiero del nostro professor Orsini, oggi ha detto che: “la Russia a suo tempo ha subito la Nato […] ora ha la forza di reagire. Alla fine degli anni Novanta la Russia non aveva la forza per contrapporsi all’Occidente in Serbia e nemmeno all’espansione della Nato… Come avrebbe potuto la Russia attaccare la Nato in Serbia avendo bisogno disperato dei prestiti dell’Occidente?”.

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Hai capito il nostro luminare come ragiona? Mette nero su bianco che l’Occidente ha finanziato la Russia in anni drammatici e poi se ne frega che la cricca mafiosa che si è impossessata del potere ha azzannato quella mano che li ha comunque aiutati. Le chiacchiere stanno a zero, e la pace proposta dalla banda Orsini altro non è che una resa: gli ucraini si devono inginocchiare di fronte a Putin, accettare la schiavitù. Come se la lucida follia di Putin si possa placare così.

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La banda Orsini non parla mai della Nuova Cronologia, una vera e propria dottrina sostenuta da una cerchia ristretta che Putin sta spalmando in ogni angolo e scuola del Paese. Sono libri e libri che il dittatore ha imposto come titoli di studio, dedicati alla Grande Russia. Senza vergogna si parla del ‘colpo di Stato’ librario perpetuato nel Medioevo, quando tutti i libri di storia del mondo sono stati cambiati e riscritti per mettere in cattiva luce la Russia degradandola a Paese debole e sconfitto.

Ci sono studiosi di fede ‘putiniana’ che addirittura si inventano personaggi, vien da ridere se la cosa non fosse maledettamente seria, come il principe di Mosca Ivan III (del XV secolo) che salendo al trono assunse il titolo di Principe per Grazia divina di tutte le Russie. La corte di Putin lo ha tradotto ‘per Grazia Divina’ in greco e a quel punto il risultato è qualcosa che suona come ‘Teodoro’. Nel frattempo il principe Ivan il Giovane, suo figlio, va a regnare in Inghilterra: si presenta agli inglesi come Ivan Rex, che in inglese diventa Henry. Poi dichiara che è salito al trono ‘per Grazia divina’, e così gli inglesi decidono di chiamarlo Henry Teodoro e da qui per gli ‘storici’ di Putin l’origine di Henry Tudor ovvero Enrico VIII.

Insomma, per questi anche la Gran Bretagna rientrerebbe nell’universo russo. Lo apprendo leggendo l’illuminante libretto ‘Nella mente di Vladimir Putin’ di Elena Kostioukovitch, scrittrice e traduttrice in italiano e in russo, nata a Kiev, laureata a Mosca e dal 1996 naturalizzata italiana. Oggi molti esperti di politica, si legge, sociologi e studiosi della storia russa, si pongono un interrogativo: come è potuto succedere che la Russia sia a un tratto diventata l’emblema dell’aggressività, dichiarando guerra a uno Stato vicino, che ha sempre definito ‘amico’ e abitato da ‘un popolo fratello’?

Quella di Putin, sostiene Kostioukovitch nel libro, è la dottrina dell’Universo Russo, uno Stato ideale dove riunire tutti i popoli russi “geneticamente superiori”: una teoria alimentata dagli scritti di studiosi come Anatolij Fomenko e Aleksandr Dugin. Per questo è mera illusione pensare che Putin in formato Hitler possa fermarsi all’Ucraina.

Redazione Radici

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