Kortunov (Consiglio Russo): “Neanche la Nato è innocente”

Kortunov (Consiglio Russo): “Neanche la Nato è innocente”

Per il direttore del Consiglio russo per gli affari internazionali (Riac) Putin non ha fatto bene i conti. Ma anche la Nato poteva fare di più
 “Sull’Ucraina oggi nessuno è innocente: temo che il presidente Vladimir Putin non abbia calcolato tutte le conseguenze dell’intervento militare, mentre la Nato avrebbe potuto concordare almeno una moratoria sul suo allargamento a est”.
Con l’agenzia Dire parla Andrej Kortunov, direttore a Mosca del Consiglio russo per gli affari internazionali (Riac).

Settantaquattro anni, il professore ha insegnato in molte università all’estero, anche negli Stati Uniti, a Berkeley, in California. È cittadino del mondo, già ospite e animatore di convegni in Italia, e sa come la pensano al Cremlino.

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Giovedì, nel primo giorno dell’offensiva russa, aveva preferito non rilasciare un’intervista e si era limitato a condividere un messaggio telefonico: “Sono senza parole, devastato”. Oggi, dopo una nuova notte di bombardamenti su Kiev, premette: “La guerra è sempre un fallimento, della diplomazia e dell’umanità; di buone semplicemente non ne esistono“.

“LE FORZE RUSSE HANNO VANTAGGIO STRATEGICO”

La prima domanda riguarda il quadro militare e la speranza di spiragli negoziali, finora smentiti dai fatti. “Ormai è troppo tardi, siamo oltre il punto di non ritorno” dice Kortunov. “Forse ci vorrà tempo, ma le forze armate russe hanno un vantaggio strategico sull’esercito ucraino e riusciranno ad avere la meglio sulla sua resistenza“. La tesi è che “spazi per una tregua al momento non ci sono” e che “ragionare su accordi futuri sarà possibile solo una volta terminato il conflitto militare”.

Ma quali sarebbero le condizioni che consentirebbero a Putin di parlare di un’operazione riuscita? “Per il presidente ci sono due linee rosse” risponde Kortunov: “La prima è lo status di neutralità dell’Ucraina e lo stop ai suoi rapporti di cooperazione militare con la Nato; la seconda il cambiamento degli equilibri politici a Kiev, in modo che sia accettato lo status di indipendenza delle regioni orientali di Donetsk e Lugansk”.

Secondo il direttore, invece, non è pensabile un’occupazione militare da est a ovest da parte della Russia. “L’Ucraina è più estesa della Francia e ha oltre 40 milioni di abitanti” sottolinea Kortunov: “È difficile immaginare che Mosca possa avere un controllo totale; Putin punta piuttosto a un cambiamento di direzione sul piano politico, che nella sua prospettiva sia di garanzia”.

“CI SARANNO CONSEGUENZE MOLTO GRAVI PER L’ECONOMIA RUSSA”

Secondo l’esperto, d’altra parte, è verosimile che a Mosca non abbiano calcolato appieno i “pro” e i “contro” dell’intervento. “Sono convinto che ci saranno conseguenze molto gravi per la popolazione e per l’economia russa” evidenzia Kortunov. “Non penso soltanto all’esclusione di alcune banche dal circuito Swift per i pagamenti internazionali ma anche al rischio di un isolamento più generale, anche se su questo sarà importante capire quale sarà la linea della Cina”.

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“DALL’UCRAINA GIÀ 150.000 PERSONE IN FUGA”

Secondo le Nazioni Unite, il conflitto cominciato giovedì ha già spinto oltre 150mila persone a lasciare l’Ucraina in cerca di un riparo, perlopiù attraversando i confini della Polonia, della Romania e della Moldavia. Sempre stando alle stime dell’Onu, diffuse oggi dall’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), le vittime civili dall’inizio dei bombardamenti sono state almeno 64, oltre 240 considerando anche i feriti. Esisterebbe però il “rischio che il bilancio vero sia molto più grave”.

L’ultima battuta nell’intervista riguarda gli aspetti militari, anche a seguito della decisione del cancelliere tedesco Olaf Sholz di autorizzare forniture militari a Kiev, in particolare armi anticarro, sia pure attraverso Paesi terzi.
Continuo a credere che la Nato non interverrà direttamente e che non oserà cercare di imporre una zona di interdizione al volo sull’Ucraina” sottolinea Kortunov: “Se lo facesse, si innescherebbe una reazione russa e si moltiplicherebbero i rischi di un ampliamento ulteriore del conflitto”.

Redazione Radici

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