Recovery, è corsa tra gli Stati Ue ad approvare i piani

Recovery, è corsa tra gli Stati Ue ad approvare i piani

Il primo Pnrr arrivato a Bruxelles è quello del Portogallo. Seguiranno Italia, Germania, Spagna e Francia. “La scadenza del 30 aprile è per avere i soldi prima”, ha confermato Draghi.

E’ corsa degli Stati europei ad approvare i piani nazionali di ripresa e resilienza. Ad aprire le danze è stato il Portogallo, il primo a consegnare il proprio progetto di futuro a Bruxelles già la scorsa settimana. A seguire hanno approvato i piani, ma non li hanno ancora presentati, Italia, Germania, Spagna e Francia. E mentre il presidente del Consiglio, Mario Draghi, era impegnato a presentare il suo Pnrr al Senato, i ministri dell’Economia di Parigi, Bruno Le Maire, e di Berlino, Olaf Scholz, svelavano i propri in una conferenza stampa congiunta. “Abbiamo perso troppo tempo. La crescita cinese è ripresa. Gli Stati Uniti sono in forte espansione. L’Unione europea deve restare in corsa”, ha ammonito Le Maire. “La Commissione deve analizzare i piani nazionali di ripresa e resilienza il prima possibile in modo che possano essere approvati dal Consiglio al più tardi a luglio. Ciò consentirà di sborsare i soldi prima della fine dell’estate”, ha ribadito il ministro francese. Ma l’intenzione è comunque. “La scadenza del 30 aprile è per avere i soldi prima”, ha confermato qualche ora dopo Draghi.

E a Bruxelles nessuno è intenzionato a perdere tempo. “Abbiamo 750 miliardi di euro, dal nostro piano di ripresa Next Generation Eu, che dobbiamo investire rapidamente. Ciò darà impulso alla nostra economia sociale di mercato e rafforzerà il nostro mercato unico unico. Consentirà all’Europa di uscire più forte dalla crisi”, ha spiegato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. “La Commissione lavora fianco a fianco con i governi sui piani, 24 ore su 24, perché dobbiamo indirizzare con attenzione questi investimenti, per rendere l’Europa pronta per il futuro”, ha assicurato. La commissione, inoltre, garantirà che questi piani riflettano un alto livello di ambizione”. 

Tornando ai progetti, la Germania stanzierà il 90% dei 25,6 miliardi di euro che riceverà dal fondo europeo alla trasformazione ecologica (in molti casi legata alle nuove tecnologie) e digitale. Le priorità tedesche mandano un chiaro segnale al resto del blocco europeo, ha sottolineato Scholz. La Francia riceverà in sussidi dall’Ue 40 dei 100 miliardi previsti nel suo piano. La Francia ha già investito il 30% di questo piano, ha detto Le Maire. Metà degli investimenti sarà destinata alla transizione ecologica, il 25% alla transizione digitale e l’altro quarto a misure sociali, come la formazione (soprattutto per i giovani) e l’assistenza sanitaria.

Resta da affrontare lo scoglio della ratifica. Fino a quando non l’avranno completata tutti i ventisette, l’Ue non potrà indebitarsi. E, risolto il caso Polonia (dove il governo ultraconservatore avrà l’appoggio dell’opposizione di sinistra per approvare il piano), emerge quello della Finlandia. A Helsinki non solo l’esecutivo in bilico perché non riesce a trovare un accordo sulla nuova legge di bilancio ma la commissione costituzionale ha anche deciso che la ratifica dovrà essere votata in Parlamento con la maggioranza qualificata dei due terzi. Anche in questo caso sarà inevitabile il soccorso dell’opposizione. 

AGI

Redazione

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