Anni 60

Anni 60

Di Letizia Ceroni 

Oh, sì, me li ricordo bene gli anni 60, ci mancherebbe! Erano gli anni della mia giovinezza .
Il boom economico,le grandi speranze proiettate verso il 2000.
Oggi sembra strano ma allora si vedeva il 2000 come un’ era favolosa,quasi irraggiungibile.
Si pensava che la tecnologia ci avrebbe portati sulla luna, niente più fame nel mondo, niente più guerre, benessere per tutti, perché credevamo che le nostre proteste e le nostre contestazioni venissero ascoltate, prese in considerazione, così che potessimo cambiare il mondo…che scherzi può giocare l’ utopia!
Erano gli anni delle lotte operaie, delle grandi manifestazioni,gli scioperi e le conquiste sudate a suon di manganello, non avevamo paura.
L’ America alle prese con la guerra nel Vietnam,il coro dei ” figli dei fiori ” nelle manifestazioni di dissenso e i grandi concerti per la pace.
Le guerre c’ erano anche allora ma la comunicazione non era come quella di oggi, avevi notizie di ciò che accadeva solo tramite la radio e la tv di stato, perché le radio private erano agli albori.
Speranze, illusioni, non avevamo la più pallida idea di come si sarebbero evolute le cose, per noi, ogni novità era una meraviglia e il benessere ti fa perdere di vista la necessità di non abbassare mai la guardia,abbiamo seguito incantati il flauto magico delle pubblicità, del benessere che l’ emergente tecnologia ci avrebbe portato, ci siamo adagiati, il lavoro non mancava, lo sfruttamento c’ era allora come c’è sempre stato anche se aveva tinte diverse perché avevi qualche possibilità di rivalsa ma lo stipendio e il posto fisso ti davano la possibilità di acquistare cose come gli elettrodomestici , l’automobile, magari anche una casa e di far studiare i tuoi figli con la prospettiva di un futuro migliore. Certo, si facevano sacrifici ma avevi la possibilità di riuscire.
L’ automobile non era più esclusiva dei ricchi,ti portava ovunque, avevi le ferie e la possibilità di fare il turista e poi c’era il sogno americano.
Seguire ed accettare ciecamente tutto questo, è stato l’ errore più grave che potessimo fare anche se, comunque, inevitabile.
L’ evoluzione,in qualsiasi campo si compia, negativa o positiva che sia, non si può fermare.
Gli interessi e le speculazioni, l’ avidità, l’aggressività, la crudeltà e la sindrome del padreterno insiti nella specie umana, hanno fatto in modo che l’evoluzione prevalesse nel suo lato negativo.
Siamo saliti su un treno in accelerazione che ha raggiunto una velocità supersonica in un tempo molto breve, facendoci perdere di vista i valori, gli ideali e la capacità di pensiero, tutto è sfrecciato via come il paesaggio dal finestrino ed ora, non c’è più modo di fermare la sua folle corsa.
E’ colpa della nostra generazione come molti affermano?
Forse, ma non del tutto. E’ nell’ ordine delle cose voler migliorare le condizioni di vita e penso che siamo comunque tutti soddisfatti delle agevolazioni che la tecnologia ci ha portato, ma per ogni cosa , c’è un prezzo da pagare.
Se abbiamo peccato di ingenuità lo abbiamo fatto in buona fede, credendo che nessuno avrebbe toccato le nostre conquiste,ma, al contrario di noi, i nostri antagonisti non si sono adagiati, anzi, hanno lavorato parecchio per toglierci tutto, a poco a poco, metodicamente, hanno smantellato lo stato sociale, facendo in modo che la popolazione non se ne accorgesse se non quando era ormai troppo tardi, ed ora, bisogna ricominciare tutto da capo.

Daniela Piesco

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