A due anni dall’inizio della guerra, una delegazione delle edizioni Frate Indovino è tornata a visitare la casa di Padre Pio. “Tornando a Kyiv dopo poco più di un anno dalla nostra ultima visita – scrive la delegazione in una testimonianza – abbiamo trovato una situazione molto mutata: meno esercito per le strade, il fronte si è spostato a est. La città ha assorbito almeno 2 milioni di profughi che cercano rifugio dalla battaglia, ed è diventata enorme (+6 mln di persone). Stanchezza e sfiducia: dopo due anni di combattimento, comincia a subentrare un senso di smarrimento. Con la sempre più forte coscrizione alle armi, ogni famiglia ha ora qualcuno al fronte: un fratello, un padre, un marito, ma anche una sorella e… perfino un frate!”

Sono tre i frati cappuccini chiamati nell’esercito a servire come cappellani militari, e vanno al fronte.

La Casa Padre Pio si trova sulla sinistra del Dnepr. Il progetto è stato raccontato dal responsabile, padre Kostiantyn Morozov, OFMCap. “Il progetto è cominciato circa un anno fa – dice a Frate indovino – e sta pian piano crescendo nei numeri e nella professionalità dei volontari che vi operano. Nei primi giorni di guerra ci siamo guardati attorno per capire come noi cappuccini potessimo rispondere al dolore che questa suscitava… cosa possiamo fare noi frati? Così abbiamo scelto la parte più dura: il dolore delle madri. Ma come iniziare? Il primo passo è stato trovare la fiducia di un primo gruppo, parlando con le madri del nostro quartiere. Ma dai piccoli numeri iniziali, ora abbiamo una lista di attesa molto lunga: il passaparola, infatti, è stato efficacissimo e ora stiamo pensando di attivare – con l’aiuto della Provvidenza – questi percorsi terapeutici anche negli altri conventi cappuccini in Ucraina”.

In Ucraina ci sono appena 32 frati cappuccini, organizzati in 8 conventi. La metà di loro sono polacchi e l’altra metà ucraini. Nessuno è voluto fuggire dalla sua terra.