L’onda nera di Europa: aspettando il voto legislativo francese
di Maria Grazia Massimiani
Le ultime elezioni europee hanno mostrato l’enorme impennata dell’estrema destra in Europa. Domenica 30 giugno abbiamo assistito al primo turno delle elezioni legislative francesi che hanno confermato il dato europeo: Rassemblement National, partito di Marine Le Pen, si è assestato al 34%, seguito poi al 28,1% dalla coalizione di sinistra, Front Populaire. Il partito di Macron, Ensemble, scende al terzo posto con un 20% di preferenze.
Un affluenza record quella francese che ha visto ben il 65% dei cittadini recarsi alle urne. Una chiamata al voto che i francesi hanno colto sulla base di varie spinte. La necessità di un voto di sbarramento alla crescita dell’estrema destra post-voto europeo; la volontà di valorizzare il nuovo rappresentate di RN, lontano solo dal nome, dalla famiglia Le Pen. Un personaggio corrispondente alla nuova immagine che il partito vuole dare di sé: il volto pulito di un giovane che è solo apparentemente lontano dalle violenze ed dagli estremismi legati alla storia del partito.
Il risultato è schiacciante: circa dieci milioni di francesi hanno votato per RN che vince in quasi tutto il paese. Una vittoria preponderante nelle piccole e medie città francesi a cui nulla ha potuto il voto di alcune grandi città come Parigi e Bordeaux. Ma chi sono i nuovi elettori di Rassemblement National? Secondo l’inchiesta Ipsos realizzata per France Télévision crescono le preferenze verso RN tra gli operai e gli impiegati e tra i giovani, circa il 33% tra i ragazzi di età compresa tra i 18 – 24 anni. Sintomo che il cambio di immagine di facciata voluto dal partito sta dando i suoi frutti.
Bisognerà aspettare il secondo turno e il risultato dei rispettivi ballottaggi nelle relative circoscrizioni per avere un dato definitivo. Anche se nelle proiezioni di domenica sera, a spoglio in corso, venivano assegnati a RN circa 230 – 280 seggi contro i 125 – 165 di Front Populaire. Un dato allarmante e che fa riflettere se rapportato all’ondata di estremismi che stanno investendo i vari paesi europei.
Le nuove destre estreme si sono rafforzate negli ultimi anni, strutturandosi e imponendo la loro agenda alle politiche di mezza Europa. Seguono un file rouge argomentativo medesimo. Un’invettiva feroce contro le famiglie arcobaleno, la criminalizzazione dell’aborto, il ruolo della donna, i migranti. Gridano alle lobby ma loro stessi assumono i connotati della lobby: quella della famiglia tradizionale, della media imprenditoria, quella delle battaglie populiste, come per il nazionalismo alimentare-gastronomico.
Nell’anno del centenario sulla morte di Giacomo Matteotti è sempre bene ricordare quale sia stata la causa che l’ha provocata. Non tanto la denuncia delle violenze fasciste ma quanto quella di aver evidenziato un sistema corrotto. Un’immagine che non rispecchiava quella data alle masse e che rischiava di far crollare il castello di sabbia abilmente costruito da Mussolini.
Un castello populista oggi più attuale che mai. Un’onda che le destre stanno abilmente cavalcando e che trae forza dalle vecchie paure del nostro continente. Le stesse di cento anni fa.
foto Euronews.com