Un istante chiamato Amicizia
di Francesca Girardi
In questi giorni siamo circondati da cuori, da frasi d’amore, da parole che avvolgono nel sentimento più puro che c’è: l’amore. E San Valentino arriva puntuale a ricordarlo, è un’esplosione di dolcezza, di pensieri amorevoli, una vera e proprio festa di quello che è un sentimento naturale, che fa da collante tra gli uomini, tra gli animali, è universale. Non conosce età, non conosce distanze e non conosce ragione. Come l’amore, vi è un altro sentimento di uguale forza, stesso potere ed energia; è simile a un vento che con tutta la sua tenacia solleva e spinge avanti, è un ruscello che nella notte accalora l’animo, anche nella foresta più buia che si possa incontrare.
L’amicizia. Sì. L’amicizia è come l’amore. La si percepisce, la si riconosce ancora prima di comprenderla con la testa. Il colpo di fulmine c’è anche tra gli amici, è un annusarsi a vicenda per riconoscersi, scegliersi e comprendersi.
L’amicizia non richiede tempo, è un momento, è un attimo che invita a condividere chiacchiere, giochi, esperienze; tuttavia, il tempo svolge una particolare funzione: è strumento che ne firma la sincerità, l’essenza “vera”.
Sì, l’amicizia paradossalmente nasce in un istante, ma vince sull’asse del tempo che proprio nel suo trascorrere, determina la sua profondità. E questo tempo non necessariamente richiede di essere vissuto e riempito di gesti, di convivialità, perché è pronto a rinascere non appena sente che la sua presenza è richiesta.
Esiste l’antagonista dell’amicizia che si mostra in tutta la sua bruttezza, è una vera inimicizia, quella di cui tanto si parla oggi giorno e si camuffa nelle parole bullismo, cyber bullismo…
Eric-Emmanuel Schmitt ci racconta l’amicizia al contrario di Alex e Chris. Un legame tra ragazzi, nato su una rivalità inconsapevole e un conflitto irrisolto che, un po’ per la giovane età, un po’ per l’immaturità – talvolta ostacolo alla reale percezione degli eventi – si rivela distruttivo. Dopo un lungo intervallo di anni durante i quali Alex e Chris crescono e diventano adulti, si incontrano nuovamente e senza rivelarsi l’uno all’altro, si ritrovano vicendevolmente. Non si riconoscono nelle fisicità, ma negli sguardi, nei modi di fare. Dal loro nuovo incontro, però, fiorisce l’antagonista dell’amicizia, il risentimento di un torto subito, un torto che non è nato come tale, ma è stata una conseguenza di immaturità, di incapacità di reazione. Bisogna essere capaci di essere amici, l’incomprensione mina la purezza del sentimento, rappresenta un fuoco pericoloso che si può spegnere con confronti, chiarimenti, dialoghi pur che siano sinceri e allora è possibile costruire un ponte e andare oltre, assieme.
“Chi trova un amico trova un tesoro”. È proprio così, con l’unica differenza che il tesoro non ha bisogno di una mappa per essere trovato, ma ha bisogno di sincerità, fiducia per non essere smarrito. Un po’ come l’amore.