Se sapessimo cambiare l’uomo il mondo starebbe bene anche così

Se sapessimo cambiare l’uomo il mondo starebbe bene anche così
Che sia sociale, culturale, scientifico, tecnologico, economico o finanziario; il progresso ha funzione terapeutica per curare  o prevenire le malattie che potrebbero insidiare la qualità di vita dei popoli.
Ma guai a pensare che i miracoli sia la “medicina progresso” a farli da sé.
Per renderla concretamente salvifica, servono medici capaci di adattare la cura al malato.
Servono intellettuali, tecnici e politici, industriali e banchieri degni di questo nome, per evitare che i mezzi giusti, per mancanza di uomini giusti, anziché miracoli producano incubi e tragedie.
Perciò i guasti della democrazia italiana non sono imputabili alle risorse insufficienti o sbagliate (il Comunismo, il fascismo, il sindacalismo, la produttività calante, l’inflazione, le tasse crescenti, i servizi inadeguati o la finanza strozzina) ma agli uomini che governano la cultura, la politica, il sindacato, il mercato e la finanza, “perfetti per un sistema totalitario“, non per una vera democrazia.
Chi ha insegnato e informato per 40 anni in Italia, oggi da pensionato critica con queste parole di fuoco la nuova generazione di professori a cui ha “formato” il cervello:
“La scuola è fallita”. Stiamo vivendo una sorta di oscurantismo culturale che sta facendo precipitare la nostra società in derive inquietanti.”
Ma a formare il cervello della società di oggi, straripante di professori, professionisti, giornalisti, burocrati, sindacalisti e apprendisti stregoni di tutte le razze; siete stati proprio voi, cari professori e giornalisti in pensione, che oggi in veste di giudici processate e condannate gli stessi soggetti a cui nelle aule scolastiche e nelle redazioni avete “formato” il cervello.
Se il mondo della cultura di ieri fosse stato illuminante, oggi nel cervello non avremmo il buio pesto ma la luce, non la confusione ma l’ordine, non la crusca ma la farina, non la deriva inquietante di cui vi fingete preoccupati, ma un popolo degno di questo nome e una idea di civiltà democratica, produttiva, solidale ed ecocompatibile.

La scuola e la televisione di oggi che sono sotto processo, hanno come unica colpa quella di essere figlie della scuola e televisione che nel secolo scorso ha convinto gli esseri umani a dipendere più dalla cultura che dalla natura. Perché la cultura civilizza l’uomo vendendogli ciò che in natura ha gratis: aria, acqua, fuoco, cibo e terra.

Un intellettuale in pensione che oggi afferma “la scuola è fallita“, dovrebbe avere almeno l’onestà di dire a se stesso: delle cose rotte italiane i cocci sono miei. 
 
Dove gli uomini sono ricchi di autorità ma poveri di autorevolezza è inutile sprecare mezzi inventando marchingegni meccanici, giuridici o finanziari. Perché tutto dipende dagli uomini. Dove gli uomini giusti hanno il potere di governare, giusti diventano anche i mezzi sbagliati.
 
Perciò è inutile che ora la politica ci metta sotto il naso come medicine miracolose, le case col cappotto termico, le auto elettriche e l’intelligenza artificiale, perché in Italia “guasti” sono solo gli uomini non le cose.
Cinque anni fa un carissimo amico, prima di lasciarci, ha inquadrato il problema Italia con queste parole:
”’Negli anni del benessere fasullo si è consentita la crescita incontrollata di interi ceti di corruttori e di corrotti. Senza sbarazzarsi dei quali è pura illusione potere competere nel mondo d’oggi.”’
 
Franco Luceri

Antonio Peragine

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