Semi d’oro del Kenya

Semi d’oro del Kenya

Seeds of gold (Semi d’oro) è il titolo del supplemento dedicato all’agricoltura dal giornale Daily Nation, edito in Kenya.

L’argomento di cui parliamo è già chiaro dalla copertina dell’ultimo numero che mostra un agricoltore con le sue colture, e una scritta con numeri importanti: si parla di 15 miliardi di alberi che verranno piantati entro l’anno 2032 per limitare i danni della deforestazione.

La forestale ha detto che verranno piantati a breve i primi 100 milioni di alberi.

Il 13 novembre è stata la prima giornata nazionale di questa iniziativa, e il progetto lanciato dal governo intende contrastare le nefaste conseguenze dei cambiamenti del clima. Esiste in Kenya anche un’organizzazione dal nome We the Trees (Noi Alberi) che ha istituito un vivaio; questo le ha consentito di distribuire nel giro di qualche anno quasi 300.000 piante autoctone in regalo a chi le richiedeva.

Fra l’altro il 13 novembre a Nairobi oltre 2000 rappresentanti di quasi 200 paesi hanno stilato un trattato con varie organizzazioni per l’ambiente: si tratta di un accordo internazionale molto significativo contro le plastiche inquinanti, che costituiscono per l’ambiente un danno enorme sia nei confronti delle persone che degli animali. La fauna marina ingerisce in gran quantità sia shoppers (ossia sacchetti della spesa, a migliaia) sia residui d’oggetti d’ogni tipo, nonché le temibili microplastiche che pur essendo invisibili a occhio nudo sono davvero devastanti per l’ecosistema perché non vengono riassorbite dall’ambiente, tanto che l’UE stima che ormai siano entrate nella catena alimentare (ahinoi).

Anche in Italia si cerca di fare qualcosa, per esempio a Favignana c’è un ospedale per curare le tartarughe Caretta con interventi chirurgici per estrarre gli shoppers dal loro stomaco: vengono anche tenute in convalescenza in grandi vasche prima di venire liberate, ma ne ingeriscono a migliaia e non è facile sostenere un ritmo continuo.

Certamente l’equilibrio dell’ecosfera dipende soprattutto dalle politiche che si porranno in essere per risolvere il problema, o almeno per ridurre le molte conseguenze negative.

Ma certamente ognuno di noi può dare un suo contributo, e la somma di molteplici contributi potrà fare la differenza.

Sandra Fallaci©

foto ultimateafricamag.blogspot

Redazione

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