Eduardo De Filippo: i nipoti, rendono onore alla sua anima immortale

Eduardo De Filippo: i nipoti, rendono onore alla sua anima immortale

di Isabella Berardi

Il teatro è l’arte di curare i dolori intrappolati nell’abisso dell’anima. Il drammaturgo vi trova rifugio dai traumi familiari e dell’esistenza. Se non si fosse dedicato al teatro avrebbe fatto il cuoco, secondo “mestiere” della sua vita. Così ci mostra il documentario che, è stato presentato da “RAI Documentari“ con la regia di Didi Gnocchi e di Michele Mally, in occasione dei 120 anni dalla nascita dell’autore.

Un cortometraggio che tocca il cuore di chi lo guarda, attraverso la voce dei nipoti: Tommaso, Matteo, Luisella.

Il letterato ci racconta Napoli con una comicità amara e riflessiva. Un teatro realista dove le tematiche sociali dell’epoca sono ancora attuali.

Spesso si abusa dell’etimologia delle parole, lui le usava con umiltà e semplicità, servendosene per ripristinare umiltà e uguaglianza.  Dove ogni cosa è sopraffatta dalla crudeltà, arriva il suo “spettacolo pedagogico”.

Ci vuole coraggio per recitare poiché, non sempre si è compresi, così come ci vuole coraggio per restare autentici nella vita.

Le sue opere nascono dall’attenta osservazione della società italiana, del secondo dopoguerra. Sono una testimonianza di quanto la guerra porti devastazione.

Guidato dallo “spirito” di Pirandello, ci insegna che l’uomo deve lottare per ripristinare i valori morali.

Parla in un linguaggio semplice e accessibile a tutti, molte volte anche dialettale. L’attrice Marisa Laurito che ha lavorato con il maestro, nel documentario dice che pretendeva la stessa serietà e passione che aveva lui, dagli attori.

Dal punto di vista cinematografico, tra le opere che celebrano la sua memoria possiamo ricordare il film “I fratelli De Filippo”: la vera storia di tre figli d’arte senza padre, Eduardo, Peppino e Titina, con la regia di Sergio Rubini, figli non riconosciuti di Eduardo Scarpetta, che resistono con l’arte, unica cosa rimastagli, in una Napoli che li porterà a competere tra loro.

Il film, girato a Napoli, è stato presentato al Festival del cinema di Roma nel 2022, con la magnifica colonna sonora di Nicola Piovani, premiata insieme alla Regia.

La storia, ci racconta le vicende di Eduardo e, i suoi fratelli, che lavorano insieme a teatro.

Lina Sastri, un’altra attrice, ha raccontato il grande De Filippo, cercando di non tradirne la memoria, con “Eduardo mio” spettacolo teatrale in parole e musica attraverso i suoi ricordi di conoscenza personali, trasmesso successivamente in televisione.

L’attrice racconta di come è entrata a far parte della sua compagnia. Le note del pianoforte creano un connubio perfetto tra musica e parole, e la sua voce è commovente.

Nel trentennale della scomparsa del Maestro napoletano, sono state proposte le sue opere in tv con sei puntate: “L’eredita di Eduardo”.

Non è facile descriverlo in poche righe perché e una delle figure più rappresentative del XX secolo che ha descritto il dramma del neorealismo italiano. Gli interventi degli attori e compagni d’arte come, Giorgio Albertazzi, Anna Bonaiuto, Mariangela D’Abbraccio, Carlo Giuffrè, Gianfelice Imparato, Silvio Orlando, Umberto Orsini, Angela Pagano, Massimo Ranieri, Mariano Rigillo, Fausto Russo Alesi, Lina Sastri e Toni Servillo, che hanno interpretato i suoi brani tratti dalle commedie e delle sue lettere, ci fanno capire che era un uomo serio e talentuoso.

Nel documentario andato in onda sulla Rai “Un secolo in scena: Eduardo De Filippo “, firmato da Simona Fasulo con la regia di Nicoletta Nesler vediamo cos’era l’essenza del suo teatro e vengono riproposti dei suoi pensieri rilasciati nelle interviste da lui concesse. Non mi sento ancora qualificata per scrivere di questo grande artista ma, come ho sempre detto fingerò di essere una critica esperta per onorare la sua memoria.

Altre compagnie hanno ripreso le sue commedie riportandole in scena più volte nel corso degli anni, ma è stato un compito difficile, dove il rischio di fallire è stato sempre dietro l’angolo.

Robbia Luca

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