Il Prometeo americano: l’attesissimo Oppenheimer finalmente al cinema

Il Prometeo americano: l’attesissimo Oppenheimer finalmente al cinema

Dal 23 agosto arriva anche in Italia il biopic di Christopher Nolan su Robert Oppenheimer, fisico e scienziato a capo del progetto Manhattan.

Primo film biografico di Christopher Nolan che segue le vicende del fisico che inventò la bomba atomica e ne guidò la costruzione.

Christopher Nolan torna al cinema con l’attesissimo “Oppenheimer”, nelle sale italiane dallo scorso 23 agosto, già presente da circa un mese in quelle degli Stati Uniti e di altri paesi. Con un cast eccezionale composto da attori dello star sistem hollywoodiano che interpretano i padri della fisica moderna. Partecipano alcuni volti del cinema di Nolan, come il glaciale Cillian Murphy, altri nuovi alla prima ed entusiasta collaborazione come Robert Downey Jr. («C’è Kubrik e poi c’è Nolan»). Una storia vera, complicata, ma molto conosciuta, che ha stravolto le sorti dell’umanità, tratta dalla biografia “American Prometheus” scritta da Kai Bird e Martin J. Sherwin, vincitrice del premio Pulitzer.

Di cosa parla il film Oppenheimer

Oppenheimer prende il titolo dal protagonista J. Robert Oppenheimer (uno straordinario Cillian Murphy); si tratta dello scienziato direttore del progetto Manhattan, l’officina della bomba atomica. La pellicola racconta l’uomo, le sue scoperte ma anche i suoi sentimenti, insieme al rapporto (inevitabile) tra scienza e potere. Si tratta dell’uomo che ha messo fine alla Seconda Guerra Mondiale, consacrando le sue scoperte al servizio del potere americano (all’epoca guidato dal presidente Truman), e l’uomo che è stato accusato di comunismo durante la caccia alle streghe. “Oppie” non è solo nell’impresa, ma è circondato da un’equipe eccezionale di premi Nobel: Bohr (Kenneth Branagh), Lawrence… compaiono anche Heisenberg e Fermi (da Chicago). Non manca Albert Einstein, figura fondamentale per la scienza e la fisica quantistica, anche se estraneo per sua volontà alla creazione della bomba («Non ha accettato il mondo che ha rivelato»).

Tutti compaiono indistintamente nelle tre ore di pellicola, girata in IMAX (per non lasciarsi sfuggire neanche un dettaglio). Una ricostruzione biografica e storica riprodotta in maniera molto fedele, con attori che incarnano e rispettano le vite a cui prestano il volto e il corpo. Sebbene diverso dai progetti precedenti, non mancano i caratteri tipici del cinema di Nolan, che lo rendono unico nel suo genere. Primo fra tutti lo svolgimento del tempo: le vicende principali del racconto (le scoperte di Robert Oppenheimer, dai suoi studi fino ai tentativi e alla realizzazione della bomba, per concludere con l’accusa di spionaggio e comunismo), non vengono narrate in maniera lineare ma con sfumature e flashback, che tanto piacciono al regista britannico, oltre a inquadrature alienanti e scene a colori che si alternano con scene in bianco e nero (senza spoiler diciamo soltanto che raccontano punti di vista differenti).

Ai posteri l’ardua sentenza

“Sventurato il popolo che ha bisogno di eroi”, diceva il Galileo di Brecht prima della sua abiura davanti a un tribunale; “Chiunque può essere un eroe” affermava più recentemente il Batman sempre di Nolan, che raccontava l’aspetto di supereroe unito a quello umano fatto di carne e sentimenti.

È sufficiente soffermarsi su alcune espressioni di Robert Oppenheimer: gli occhi glaciali e intensi di Cillian Murphy sono in grado, anche stavolta, di esprimere un dissidio, una scissione dell’animo di una persona che vuole perseguire i risultati ottenuti grazie alla scienza, lo sguardo di chi conosce gli effetti le conseguenze tragiche del futuro, anche grazie alle scoperte stesse. Einstein non aveva voluto saperne, Oppenheimer, Fermi, hanno deciso di andare fino in fondo, non senza problemi o non considerando i rischi (come l’idea e il rischio che il lancio della bomba oltrepassasse l’atmosfera facendo crollare il mondo).

Del resto, Christopher Nolan ha affermato proprio questo: il suo non è e non vuole essere il ritratto di un santo o di un diavolo. Racconta al mondo la storia di un uomo, un fisico che ha compiuto i suoi studi che sono poi tramutati in azioni e scelte: un ritratto senza giudizi che lascia lo spettatore libero di farsi un’idea propria.

La visione di “Oppenheimer” immerge completamente lo spettatore nel mondo dell’epoca, anche grazie alle abili scenografie e alle ambientazioni sempre curate in ogni minimo dettaglio: in particolare, la ricostruzione della città di Los Alamos e del processo in cui si scontrano i due titani Robert Oppenheimer e Lewis Strauss (un pungente e machiavellico Robert Downey Jr.) direttore dell’AEC, la commissione per la bomba atomica. Non manca la critica alla società, in particolare quella americana: si vede bene sia dalle battute che dalla caratterizzazione dei personaggi. Ad esempio, le scene in cui Oppenheimer scongiura (come scongiurò sempre) ipotetici test per la sperimentazione della bomba a idrogeno, succulenta ipotesi a cui lo scienziato esprimeva le sue riserve per preservare l’universo. Oppure lo scambio con il presidente Truman (Gary Oldman in un cameo breve ma intenso), di fronte alle perplessità morali dello scienziato e il suo ruolo nei confronti del genere umano («E ora sono diventato Morte»), il primo uomo degli USA lo tranquillizza affermando di prendersi tutta la responsabilità del gesto, per poi denigrarlo come “piagnucolone” non appena esce dalla stanza.

Un’estate all’insegna del cinema

Oltre che per le elevate temperature l’estate 2023 verrà ricordata anche per il fenomeno “Barbienheimer”: due film molto attesi diretti da due registi affermati e all’avanguardia, due cast molto ricchi con due personaggi principali altrettanto iconici. L’uscita in contemporanea negli Usa di Barbie di Greta Gerwig e Oppenheimer di Christopher Nolan ha infiammato le sale cinematografiche dopo essere già dei trend significativi sui social network. Non è il caso dell’Italia, ma c’è stato chi negli ultimi giorni di luglio ha visto i due titoli in successione, uno dopo l’altro: da spettatori curiosi e attirati da tutto l’hype che era stato creato, ad addetti ai lavori e artisti ben affermati come Quentin Tarantino.

Alcuni iniziano a pensare anche a una rinascita del cinema e della partecipazione del suo pubblico, dopo le gravi perdite durante le varie chiusure della pandemia. Sicuramente, in questo caso specifico, si parla di due capolavori come dimostrano anche gli incassi da record: piacciano o meno, è impossibile non parlarne e questo, automaticamente, contribuisce ad accrescere la loro popolarità. È stata un’estate calda, anche per i titoli attesi e in uscita, anche se l’Italia ha potuto gustare “Oppenheimer” qualche giorno dopo.

Nel pieno del Festival di Venezia, e di fronte a tanti altri titoli attesi per la stagione autunnale-invernale, ci auguriamo che la partecipazione del pubblico resti attiva di fronte ad opere livello altrettanto alto, in grado di rispettare le attese costruite.

Giulia Smeriglio

Redazione

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