Creta e le isole Cicladi tra mito, storia e modernitá

di Adele Quaranta

A cavallo tra giugno e luglio 2023, il viaggio “Creta e le isole Cicladi” ha consentito di abbinare siti d’interesse storico-archeologico a paesaggi incantevoli, a bellezze naturali distribuite fra monti (ricoperti di vegetazione e punteggiati da sentieri impervi), a gole fra le più profonde d’Europa come il canyon di Samaria – lungo 16 km e dalle pareti alte, a volte, 500 metri, è situato nella sezione sud-occidentale dell’isola –, a grotte e vallate investite a colture intensive (in particolare, olivo). Ha permesso di conoscere, altresì, conventi ancora abitati, circondati da giardini curatissimi ed avvolti in una mistica atmosfera – dove il tempo sembra, infatti, essersi fermato –, decorati riccamente con pareti e soffitti magnificamente affrescati ed abbelliti con preziose collezioni di icone post-bizantine e reliquie di santi.

Un’occasione per effettuare anche immersioni subacquee e scoprire fondali marini d’incredibile bellezza, al pari dei litorali dotati di finissima sabbia bianca (a volte tendente al rosa, come a ELAFONISSI), lagune dalle acque blu/azzurro e sfumature di verde, come quelle di FALASSARMA con le rovine del tempio di Artemide (dea della caccia, degli animali selvatici e della foresta), di BALOS e del PROMONTORIO GRAMVOUSA, con la sua fortezza veneziana, divenuta, in seguito, un vecchio covo di pirati.

Nel corso del nuovo secolo, Creta è stata una delle principali destinazioni turistiche nell’ambito del Bacino del Mediterraneo, sia per i Greci che per gli stranieri ed ha offerto un significativo contributo allo sviluppo economico di tutta l’area. L’isola, con i suoi 8.450 kmq, è la più estesa e popolata della Grecia e la quinta in ambito mediterraneo dopo Sicilia, Sardegna, Cipro e Corsica.

Fra il III ed il II millennio a.C., è stata, inoltre, il fulcro della civiltà minoica (1900-1400 a.C.), una delle più antiche d’Europa, ancorata, in particolare, ai centri di Cnosso, Cidonia e Festo. Nel corso dei secoli, fu conquistata ed abitata da miceni, greci, romani, bizantini, musulmani andalusi, veneziani, genovesi e turchi ottomani, sino alla definitiva unificazione – avvenuta nel 1913 – allo Stato greco.

Il viaggio è iniziato a CHANIA (circa 68.000 ab.) – sito di insediamento minoico, in passato denominato Kydonia (che ha dato il nome alla mela cotogna) –, secondo sia aeroporto dell’isola, sia centro abitato in termini demografico-amministrativo fino al 1971, quando la capitale fu trasferita a Heraklion.

Il centro è composto da due parti: città vecchia (con edifici del XIV secolo), anguste stradine e ristoranti,  scenografico faro, antiche mura, baluardi, imponenti fortificazioni cinquecentesche in funzione antiturca e presenza, sul lungomare, di barche adibite a negozi galleggianti. L’agglomerato moderno, invece, si estende a ridosso del nucleo storico.

A nord della città, sulla penisola aspra e solitaria di Akrotiri, dove i rilievi si spingono sino a 500 mtr s.l.m., ricade il MONASTERO DI AGIA TRIADA (della Santa Trinità) – curioso esempio di arte occidentale in un esterno di classico stile bizantino –, costruito nel XVII secolo nel rispetto del gusto veneziano, a base  cruciforme con tre cupole che svettano in modo austero.

Dalla frazione Agropoli si giunge alla spiaggia di SEITAN LIMANIA (che letteralmente significa “Porto di Satana), costeggiando grandi cave calcaree ed una serie di stretti e ripidi tornanti che conducono ad una postazione da cui ammirare un panorama unico, rappresentato non solo da un piccolo fiordo ricoperto da vegetazione ispida e secca (chiuso in una baia dotata non da sabbia, bensì da granellini di calcare bianchi e rossi), ma altresì dal mare che non digrada lentamente ma diventa profondo a pochi metri dalla riva, passando dall’azzurro cristallo al blu.

Sulla SPIAGGIA DI STAVROS (dalle acque limpidissime, basse e calde) costituita da sabbia finissima, a tratti rosa corallo, a volte dorata e circondata da aspri e brulli rilievi calcarei, è stato girato una parte del film “Zorba il greco” (romanzo dello scrittore cretese Nikos Kazantzakis), una persona libera da convenzioni sociali, simbolo di gioia e voglia di libertà e di amicizia. Realizzato nel 1964, è stato interpretato da Anthony Quinn, il quale, proprio in questo luogo, ha recitato la famosa scena ballando il sirtaki.

Il Sirtaki, alternando passi lenti e veloci di due famose danze greche (Hasapiko e Hasaposerviko) è divenuto il ballo popolare moderno più famoso della Grecia, simbolo di gioia e voglia di libertà, che, con un abbraccio, coinvolge ed unisce i partecipanti, i quali devono muoversi in completa sincronia. Nella successione dei movimenti, in segno di condivisione del messaggio trasmesso, tutti i presenti formano una linea o un cerchio con le braccia poggiate sulle spalle dei vicini, rafforzando i loro legami di amicizia. La danza è articolata in diverse fasi, iniziando con movenze lente, poi accelerando gradualmente il ritmo fino a diventare sempre più veloce e coinvolgente.

Situata lungo la costa settentrionale è, inoltre, RETHYMNO (circa 35.000 ab.), sede dell’Università di Creta. Il nucleo antico si è sviluppato sotto le pendici di un’acropoli, poi fortificata dai Veneziani. Oltre ad importanti siti archeologici e necropoli di epoca arcaica, la città presenta moschee e minareti risalenti al periodo ottomano (1646).

Nella sezione settentrionale dell’isola cretese, ricade la capitale, HERAKLION (oltre 120.000 ab.), fulcro economico-culturale ed importante scalo marittimo e per traghetti, nonchè polo di un articolato sistema museale ed una delle località turistiche più frequentate della Grecia, grazie alla presenza di un ricco patrimonio storico-architettonico, scaturito dalle testimonianze politico-economiche ed artistico-culturali arabe, veneziane ed ottomane (tra cui, fortezza di Koules, fontane turche ed edifici veneziani).

Il Museo Archeologico, in particolare, custodisce reperti di 5.000 anni di storia cretese e quelli provenienti da Festo, Cnosso, Malia, etc., oltre alle sezioni dedicate alla civiltà minoica ed ai bellissimi affreschi che decoravano il Palazzo di Minosse.

Nella regione di Heraklion, a 5 km dalla capitale, ricade uno dei più importanti monumenti cretesi ed europei: il PALAZZO DI CNOSSO – costituito da 1.300 stanze (fra cui sale per il culto e ricevimenti, alloggi reali, etc.) in grado di ospitare 12.000 persone (funzionari amministrativi, sacerdoti, artigiani, etc.) –, ancorato ad antichi miti greci e classici, come quello di Minosse, Teseo, il filo di Arianna ed il labirinto costruito dall’architetto Dedalo, aiutato dal figlio Icaro, per rinchiudere il Minotauro, essere mostruoso dalla testa di toro e il corpo umano, cui, ogni anno, bisognava dare in pasto 7 giovani e 7 fanciulle ateniesi

Verso il 1700 a.C., forse un terremoto, provocato dalla catastrofica eruzione del vulcano situato a Thera (odierna Santorini), distrusse, ricoprendoli di cenere, tutti i palazzi cretesi, incluso quello di Cnosso, ricostruito in seguito fino a diventare, con i suoi 20.000 mq, la più grande e sontuosa di tutte le strutture minoiche, come testimoniato dai resti dei murales colorati, dalle imponenti colonne rosse e dalla gloriosa sala del trono.

Secondo gli storici, fu condannata, tuttavia, a  decadere completamente verso la metà del XIV secolo a.C., non solo a causa della catastrofe naturale, ma altresì alle “migrazioni” dei cosiddetti popoli del mare.

Nella parte orientale dell’isola, situato vicino ad una bellissima baia e spiagge dall’acqua cristallina, ricade il convento di AGIOS NIKOLAOS (il santo patrono dei marinai greci). La Chiesa di San Nicola, fra le più antiche di Creta, si presenta ad una navata unica, è dotata di una cupola e decorata con affreschi.

All’esterno è circondata da cappelle votive, vegetazione e spazi per accogliere i fedeli.

Dal capoluogo i traghetti consentono di raggiungere l’arcipelago delle Cicladi, nel Mar Egeo. Tra queste PAROS (circa 13.000 ab.), importante centro strategico ai fini della navigazione turistica e del patrimonio culturale. Sono presenti, infatti, la Basilica delle 100 porte (importante  chiesa bizantina del IV secolo) –  ospita il Museo Ecclesiastico delle Icone – , un cimitero antico ubicato di fronte al porto (divenuto, oggi, Parco Archeologico (i reperti vanno dall’inizio dell’VIII sec. a.C. al III c.D.) ed il Museo Archeologico che custodisce pezzi eccezionali, tra cui una statua della Nike (V sec.), porcellane antiche, etc.

Situata nell’estrema sezione meridionale delle Cicladi, nonché uno dei posti più magici al mondo per l’ impareggiabile bellezza scaturita dall’ambiente naturale, è SANTORINI (circa 10.000 ab.), dalle tipiche casette bianche addossate le une alle altre e costruite sulla roccia a ridosso della caldera, dalle stradine adornate di fiori ed abbellite da piante di bouganvillea,  dai mulini a vento,  dalle numerose chiese e cupole color zaffiro, dagli spettacolari tramonti ed atmosfera surreale. Il nome attuale, dato dai Veneziani, deriva dalla presenza di una cappella dedicata a Sant’Irene, di Tessalonica (martire del 304).

La forma semicircolare proviene, invece, da un’apocalittica eruzione del vulcano avvenuta 10.000 anni fa, che fece collassare il cratere centrale, invaso, successivamente, quasi del tutto dal mare, eccetto le parti esterne. Teorie mai dimostrate suggeriscono che questo evento potrebbe essere collegato all’inabissamento di Atlantide

Il capoluogo è Fira, che, al pari delle altre cittadine, è dotata di significative infrastrutture turistiche e regala ai visitatori, oltre ad un numero impressionante di negozi che vendono souvenir, di bar, ristoranti e agenzie con proposte di tour ed escursioni, suggestivi tramonti sul mare Egeo e viste a perdita d’occhio della caldera.

I Greci, in particolare quelli delle isole come Creta o Cicladi, sono fortemente legati alle tradizioni, attaccamento alla famiglia ed alla propria terra. La bandiera nazionale – secondo una teoria poetica, il colore blu rappresenta il mare ed il bianco la schiuma, nonché la purezza dell’anima greca –, ad esempio, sventola non solo su musei e monumenti ufficiali, ma altresì su ogni edificio sia sacro (accanto all’aquila bicipite usata dalla Chiesa ortodossa greca, come eredità bizantina), sia profano (hotel, barche, negozi, chioschi, terrazze, etc.), oltre che nei locali privati.

Anche i balletti popolari vengono insegnati già nella Scuola Secondaria di I grado, le radio locali trasmettono esclusivamente canzoni in lingua greca ed una profonda spiritualità ed una quiete mistica veicolano le lunghe messe di rito ortodosso, officiate nelle molteplici chiese – di varie dimensioni – sparse su tutto il territorio.

La pratica del culto, strettamente legata ad ogni evento civile con sacrifici e preghiere, permea il popolo sin dall’antichità e svolge un ruolo fondamentale in qualsiasi aspetto della vita umana, senza una chiara distinzione fra ambito sacro e profano.

CONCLUSIONI. Oltre alla natura selvaggia, gole imponenti (strette e lunghe), grotte con acque fresche e fitta vegetazione (habitat sia per la flora dal profumo intenso, sia per la fauna), scorci pittoreschi, candidi villaggi, siti d’interesse storico-archeologico e chiese ortodosse con il loro profondo significato che emerge non solo da icone e pregevoli affreschi, ma anche dai simboli del cielo (dove tutte le forze celesti rendono culto al Dio Trino e Uno), certamente le spiagge paradisiache e le baie incontaminate, caratterizzate da sabbia bianca molto sottile (spesso formata da milioni di conchiglie microscopiche) e da acque cristalline dal colore verde-azzurro, hanno reso famose le isole greche (esposte ai venti ed alle onde marine).

Alcune di facile accesso, altre sovrastate da pareti rocciose – raggiungibili attraverso impervi sentieri a picco sul mare, a volte solo in barca –, spesso sono poco conosciute e, perciò, divenute luoghi prescelti per allontanarsi dal caos della città, nonché siti ideali per chi si propone un po’ di tranquillità.

Adele Quaranta

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