Sì all’autonomia differenziata dalla camera: proposta divide anche all’interno del governo. Fi divisa in due sul ddl.
Di O. Hearn
Ieri all’alba è arrivato, dopo una seduta fiume della camera, il sì al ddl Calderoli sull’autonomia differenziata, riforma tanto voluta tra i banchi della Lega. La proposta, però, rischia di dividere un governo che non è affatto coeso su questo tema spinoso. Occhiuto (Fi) boccia la proposta, il centrodestra presto «se ne renderà conto»
La prima critica sull’autonomia arriva dallo stesso governatore della regione Calabria, che ieri ha manifestato il suo dissenso per quanto riguarda la riforma che darebbe vita regioni con differenti livelli di autonomia da Roma. In un’intervista a Repubblica espone nettamente le sue preoccupazioni per una regione come la Calabria, e spiega come questo tema potrebbe diventare sempre più divisivo per un centro-destra che torna alle sue origini.
L’intervista di Occhiuto – all’indomani della notte in bianca alla camera – si aggiunge all’astensione di tre deputati calabresi di Forza Italia, gli on. Cannizzaro, Mangialavori e Arruzzolo al momento della decisione sul sostegno al cavallo di battaglia del Carroccio.
Questa votazione arriva in un momento difficile per la coalizione di centrodestra: nelle europee di appena due settimane fa, Fi ha superato la Lega, così divenendo di fatto secondo partito, almeno per quanto riguarda le preferenze attuali. Un partito che attrae sempre più elettori meridionali che settentrionali, soprattutto Siciliani, Calabresi e Lucani, regioni amministrate da governatori azzurri: nello scrutinio europeo Fi è arrivata in prima posizione, così sorpassando il partito della premier. Ed è per questo esatto motivo che Fi ha da preoccuparsi: se si continua con il progetto dell’autonomia come attualmente prevista, il partito – solo una settimana fa sulla cresta dell’onda – rischierebbe di perdere pure quei voti meridionali che l’hanno sostenuto.
Anche il presidente della Basilicata, il recentemente ribattezzato Bardi, si è espresso sul ddl appena scrutinato alla Camera dei deputati, chiedendo «un fattore di riequilibrio» che permetterebbe anche alle regioni meno agiate di «sviluppare quei processi di autonomia fondamentali per […] politiche di sviluppo».
I due governatori hanno affermato però – come si suol fare – il ruolo del proprio partito, in particolar modo del segretario Tajani nell’intervento alla proposta di legge, Occhiuto constatando che il ddl Calderoli è decisamente «migliorato» rispetto al testo proposto inizialmente dalla Lega.
Fotografie della scena alla conclusione della seduta fiume sono state pubblicate da deputati, dopo il primo sì all’autonomia differenziata, in cui si vedono sventolare sugli scranni della Lega le bandiere di tutte le regioni – compresa anche quella della Calabria di Occhiuto. Manifestazione che è stata contestata con i tricolori del Pd e del M5s, da sempre opposti all’introduzione di questa legge che, a parer del leader dei Cinque stelle Conte, divide «gli italiani in serie a, b, c»