In Italia le catastrofi rendono più delle soluzioni?

“La testa non serve se la mano non fa”
Per come siamo ridotti in Italia, verrebbe spontaneo pensare, che fra i 7982 sindaci italiani ci siano alcuni tanto imbranati da non aver ancora individuato il buco per aprire i chiusini dell’acqua quando diluvia, ed evitare danni da allagamento a persone e cose.
Così il mondo dell’informazione ci ha abituato a pensare almeno nell’ultimo mezzo secolo, a colpi di “piove governo ladro”.
E io come un cretino ho subito questo lavaggio del cervello fino a ieri, convinto che in Italia ai potenti sia marcita la testa. Finché, bagnato fradicio nella mia casa allagata, e con lo scantinato ridotto a piscina, ho capito che è strabismo culturale incolpare la testa se la coda non scaccia le mosche.
Abito nella stessa casa dal 1970. Ho visto eseguire lavori pubblici milionari per scongiurare il rischio allagamenti, ma la strada si continua ad allagare causando danni sempre peggiori e mai risarciti, perché nessuno apre i chiusini quando piove. Li aprono quando spiove per non bagnarsi le scarpe.
Insomma, non sono i Presidenti, i Premier o i Sindaci ad assicurare concreta funzionalità ai sistemi complessi, con milioni di addetti.
Chi assicura manutenzione a migliaia di chiusini, chi svuota cassonetti, chi tappa i buchi delle strade, chi tiene in ordine la segnaletica orizzontale e verticale, chi cura la manutenzione e riparazione di tutto non è il sindaco del comune ma l’esercito dei dipendenti pubblici e privati delle ditte appaltatrici. Se questi soggetti sono presenti all’incasso dei compensi, ma latitano sul posto di lavoro quando dal loro servizio dipende la salvezza e persino la vita di persone e cose, allora il Padreterno elevato alla funzione di sindaco, presidente e persino di governatore del mondo, non basterebbe a garantire funzionalità nemmeno al solo comune di roccacannuccia.