Cara Daniela ti scrivo..

Le trasfusioni di civiltà o barbarie per via linguistica
Ciao Daniela,(c.f.r Piesco Co-direttore Radici) credo che non avresti gradito un commento così lungo al tuo articolo, perciò ho preferito mandartelo a parte. Scusami se abuso della tua pazienza. Un caro saluto Franco
“La lingua incorpora una visione del mondo e ce la impone“.
Cara Daniela, questo tuo articolo mi ha tanto entusiasmato, perché ho trovato conferma a ciò che pensavo riguardo ai meriti e alle colpe degli intellettuali, del linguaggio e di tutta la macchina della cultura.
Quando incominciai ad interessarmi al giornalismo, (verso la metà degli anni 80) Il Quotidiano di Lecce pubblicò un articolo con questo titolo (cito a memoria):
“Le cento parole che piegarono il mondo al nazifascismo“.
E come vedi il titolo è già eloquente da sé. Gli uomini hanno meno di quattro zampe, ma al pari degli animali si lasciano ammaestrare con le parole.
Sono le parole che li inducono a pensare e agire in un certo modo. Perciò a guidare anzi a strattonare i popoli sono gli intellettuali prima e più dei politici e dei Banchieri.
L’istruzione e l’informazione fanno miracoli in positivo o in negativo.
I politici hanno solo il compito di fingersi responsabili dei discutibili e persino criminali comportamenti sociali, culturalmente indotti, e assicurare agli intellettuali acefali perenne impunità.
Ma quale colpa può avere un politico di 20 o 30 anni (un gigino) e persino 40, se cittadini col doppio della sua età violano leggi o commettono crimini?
Ma quale colpa può avere un politico di 20 o 30 anni (un gigino) e persino 40, se cittadini col doppio della sua età violano leggi o commettono crimini?
È la visione del mondo imposta per secoli dagli intellettuali arruffapopoli a deformare i cervelli e perciò a generare barbarie anziché civiltà.
Chi cerca nella politica e solo nella politica le soluzioni, non ci vede più in là del suo naso e fa come quel tale che induceva l’asino ad avanzare tirandolo per la coda.