L’inquisizione medievale, un processo di lunga durata

L’inquisizione medievale, un processo di lunga durata
San Pietro martire di Pedro Berruguete (Wikipedia)

L’inquisizione è un fenomeno che, abitualmente, associamo al cosiddetto seaculum obscurum, ovvero al Medioevo. Tuttavia, le assidue ricerche archivistiche, documentarie, filologiche, non sono bastate agli storici per individuare e collocare una data o un luogo che segni l’inizio di una vera e propria repressione. Inoltre, i documenti superstiti sono scarsi e frammentati poiché gran parte di questi sono andati distrutti nel corso dell’Età Moderna. Per il Medioevo non possediamo neppure un vero e proprio officium fidei, ovvero un “personale” incaricato, che inizia a costituirsi solo verso la fine del XV secolo.
Questi elementi, però, non escludono del tutto la lotta ai nemici della Chiesa.

Processi politici

Gli anni del papato avignonese (1309-1377) vengono indicati come “gli anni dei processi”, ma in realtà nei processi indetti dai pontefici – soprattutto Giovanni XXII e Benedetto XII – la religione e la fede si trovavano, spesso, in secondo piano. Si trattava di processi puramente politici indetti a causa dei continui conflitti tra fronte imperiale ed ecclesiastico, l’esempio più clamoroso è il conflitto tra Ludovico il Bavaro e il Papa Giovanni XXII negli anni trenta del XIV secolo che favorisce una vera e propria pratica inquisitoriale che coinvolge, successivamente, anche gli Ordini dei frati Minori che appoggiavano, in quel momento, l’avversario: Ludovico il Bavaro, scomunicato da Giovanni XXII e deciso a ricevere l’incoronazione imperiale riceve l’appoggio dei più eminenti rappresentanti di Todi. Questo, però, a un caro prezzo. Inizia così la lunghissima fase di processi politici e inquisitoriali nei confronti dei frati Minori del convento di San Fortunato. Gli atti dei processi, di cui possediamo una copia risalente solo al 1355, riporta gli eventi di venticinque anni prima e si tratta di una delle pochissime fonti a nostra disposizione.
Nei processi politici rientrano anche quelli indetti contro gli Este di Ferrara e i Visconti di Milano nel corso del 1321.
Ciononostante, la maggior parte dei documenti del XIII e XIV secolo non sono atti giudiziari, bensì libri contabili redatti da inquisitori. Un elemento significativo è che, spesso, il termine inquisitor compare di rado.

Predicatori, inquisitori nel XIII secolo

Nonostante la difficoltà nel collocare un luogo e una data che segni l’inizio di tale pratica, sappiamo che una svolta repressiva avviene solo nel 1252 in Lombardia con l’uccisione dell’inquisitore – canonizzato l’anno successivo alla morte – di Pietro da Verona, successivamente San Pietro Martire. L’omicidio di Pietro da Verona, forse, potrebbe suggerire che svolte repressive erano già diffuse, infatti, gli uomini coinvolti nel delitto del bosco di Barlassina – luogo dell’assassinio – si “arruolarono” tra i frati Predicatori immediatamente dopo la morte del santo inquisitore.
In realtà, Pietro da Verona non fu il primo inquisitore della storia. Gli incarichi di sradicare le eresie che sembra infestino le zone dell’Italia settentrionale, compaiono già nelle lettere del pontefice Gregorio IX nella prima metà del XIII secolo. Gregorio IX, subito dopo la salita al soglio pontificio nel 1227 spedisce una missiva a Corrado di Marburgo e incarica quest’ultimo di estirpare l’eresia in territorio tedesco. Nella missiva non compare, però, il termine “inquisitore” ma un’azione repressiva e violenta era già iniziata. L’esperienza di Corrado, inoltre, ebbe vita breve: nel 1233 venne assalito da un gruppo di “eretici”. L’uccisione di Corrado di Marburgo è, probabilmente, una risposta alla violenza della pratica repressiva che si colloca, per la maggior parte degli storici, sotto al pontificato di Gregorio IX. Le numerose – ma comunque esigue – lettere del pontefice non smentiscono, difatti, questa osservazione. Al 1217, però, risale un’altra missiva, questa volta del pontefice Onorio III mediante la quale esortava gli studenti e i maestri dell’Università di Parigi a predicare nel tosolano, nella Francia meridionale dove l’eresia si era profondamente radicata. Non si tratta, però, di una vera e propria pratica inquisitoriale. La missiva di Onorio III non menziona infatti nessun inquisitore, ma menziona, specificatamente i predicatores i quali devono impegnarsi a sradicare, mediante l’insegnamento, l’eresia degli albigesi.
Possiamo dedurre che il fenomeno dell’Inquisizione non sia stato un fenomeno unitario, ma lento e progressivo. Nel XII e XIII secolo non c’era, come mostra la scarsità e la frammentarietà dei documenti, una coscienza e consapevolezza di tale fenomeno. Gli “inquisitori” dei primi secoli non sentono la necessità di collocare e ricercare un inizio per tale pratica che prenderà forma, solamente, all’inizio dell’Età Moderna con la costituzione del Sant’Uffizio nel 1542 che non mostra alcuna continuità con l’officium fidei del Medioevo.

Per approfondire:
Marina Benedetti, Medioevo inquisitoriale. Manoscritti, protagonisti, paradossi, Salerno, Piccoli Saggi, 2021

Redazione

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