La nascita di Armstrong (2.)

La nascita di Armstrong (2.)

(segue articolo stesso titolo del 17 giugno 2022)

Nel libro Dalle colline marchigiane alla pampa gringa, Raimondo Orsetti racconta che dal 1880 al 1960 sono emigrati da Osimo circa novemila persone su una popolazione che attualmente raggiunge i ventinovemila abitanti. La maggioranza di essi si è stabilita proprio nella cittadina di cui stiamo parlando.
Sfogliando lo studio effettuato al riguardo da Daniela Graciotti, salta all’occhio, in merito alla distribuzione degli emigranti osimani per sesso ed età, una spiccata presenza femminile, inconsueta nel quadro regionale ed in quello nazionale dell’epoca.
Già nel 1893, infatti, le cifre indicavano che il tasso di mascolinità degli emigranti era attestato attorno al 60%, contro l’85% espresso dalla media nazionale.
Sul totale dei casi considerati dal 1882 al 1908 (il periodo più rappresentativo), le donne rappresentarono in media il 35,6% (superando disinvoltamente il 40% in alcuni anni), probabilmente a causa della grave crisi occupazionale vissuta nelle filande locali: nel periodo 1880-1899, infatti, vennero chiusi undici dei ventun opifici esistenti, con il conseguente licenziamento di trecentosettantun operai, per gran parte di sesso femminile.
Analizzando i dati per classi di età poi, si evince un’altra situazione anomala rispetto al quadro nazionale: la fascia che va da zero a quindici anni e quella degli ultra-sessantenni assumono un peso considerevole sull’intero contingente migratorio, raggiungendo il 30% del totale; ciò dimostra una forte presenza di bambini ed anziani, dato che l’emigrazione osimana era in gran parte familiare.
Le partenze per l’Argentina (oltre l’80 % del totale) si realizzarono prevalentemente attraverso la catena migratoria che gli stessi osimani nel corso degli anni avevano posto in essere. Rappresentarono una spinta anche le pubblicazioni propagandistiche come quella di Arnaldo Tortesi, Tutti in America, stampata presso la tipografia locale Quercetti:

E’ a voi lavoratori che noi diciamo
PARTITE
TUTTI IN AMERICA!
Questo dev’essere il motto d’ordine della classe che suda
da mane a sera per guadagnare pochi centesimi
appena sufficienti a rosicchiare un pezzo di pane
TUTTI IN AMERICA!
Questo dev’essere il rimedio energico atto a ristabilire
le esauste risorse dell’operaio!

Nei registri anagrafici di Armstrong si incontrano i cognomi Attaccalite, Cittadini, Mengoni, Gironelli, Principe, Montevecchio, Baleani, Battistoni, Caporaletti, Capomaggi, Gasparoni, Camilletti e Santilli. Anche se i primi emigranti non sono più in vita, i loro discendenti ne conservano gelosamente i connotati etnici, e la comunità osimana è ancor oggi la più importante per numero e condizione sociale.
Il 10 aprile 1991 le amministrazioni comunali di Osimo ed Armstrong hanno promosso un gemellaggio ufficiale, sottoscritto l’anno successivo alla presenza dell’ambasciatore italiano e del governatore della provincia di Santa Fe.
Nel settembre successivo giunse ad Osimo una delegazione di dieci pionieri dell’emigrazione. Tra le tante iniziative cui parteciparono, memorabile fu la visita al Quirinale nel corso della quale Giulio Mengoni – tornato al paese natale dopo circa settant’anni – fu insignito dal Presidente della Repubblica Scalfaro dell’alta onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica per l’alto riconoscimento del lavoro svolto in terra d’Argentina.
Non tutti gli osimani partiti alla fine dell’Ottocento hanno però lavorato in campagna, come ci informa la La sentinella – Gazzetta delle Marche nell’edizione del 6 dicembre 1888: Ercole Marchesini, giornalista a Buenos Aires, era tornato in Italia proprio quell’anno con il proposito di dar vita ad un’agenzia di informazioni telegrafiche quotidiane tra l’Europa e l’Argentina, con l’intento di emanciparsi dalla Galveston e dall’Havas che seguono più che gli interessi del vero, quelli della Francia e del gesuitismo.

Paola Cecchini

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