L’italianità di Albanese, un’identità celebrata da alcuni e messa in discussione da altri

L’italianità di Albanese, un’identità celebrata da alcuni e messa in discussione da altri
di Magica Fossati
“La recente elezione a primo ministro di Anthony Albanese è stata celebrata da molte persone come un passo avanti per l’Australia multiculturale, ma ha anche innescato un’accesa discussione su cosa voglia dire essere italiani in Australia. Nel suo articolo pubblicato dal Sydney Morning Herald, la giornalista Paola Totaro sottolinea l’entusiasmo di chi, come lei, crescendo in Australia ha vissuto anche momenti di discriminazione a causa del proprio nome”.
Ad intervistare Totaro è stata Magica Fossati per Sbs Italian, lo special broadcasting in onda in italiano in tutta l’Australia.

“L’elezione di Albanese, scrive, “è significativa perché è emblematica delle complessità delle identità che, man mano che il mondo diventa sempre più interconnesso, hanno sempre meno a che fare con confini, passaporti e nazionalità e più con come ci sentiamo dentro di noi”.

Come ha raccontato lui stesso anche ai microfoni di SBS Italian, Albanese è cresciuto con una mamma single di origine irlandese, credendo di essere orfano di un padre italiano di cui portava il cognome. Solo a 14 anni ha scoperto che il padre era ancora vivo, e solo da adulto lo ha conosciuto in Italia.

Nonostante questo rapporto mancato col padre, Albanese è cresciuto identificandosi con il nome che portava, e la cultura da cui veniva.

In collegamento video da Londra, Paola Totaro spiega a SBS Italian che lei stessa ricorda molto bene quanto fosse difficile negli anni ’60/’70 crescere in Australia con un nome non anglosassone.

“A scuola, anche se sono cresciuta in una parte di Sydney benestante, le parole che usavano all’epoca (insulti come wog) erano brutte, pesanti. Lo stesso insegnante non diceva mai il mio nome, Paola Totaro, ma mi chiamava “Potato Tomato”, facendo ridere i ragazzini”.

“Mio fratello che ha cinque anni meno di me credo che abbia avuto un’esperienza differente, migliore, anche se dopo aver scritto quell’articolo ho ricevuto tanti messaggi da persone di varie origini (vietnamita, greca, turca) che mi hanno detto che le cose son cambiate ma forse non tanto quanto pensiamo”.

Per Totaro la libertà che offre l’Australia di identificarsi al di là della nazionalità, mantenendo i legami con altre origini, è un aspetto molto positivo.

Sulla pagina Facebook di SBS Italian si è scatenato un acceso dibattito a proposito dell’italianità di Albanese, con molti commenti che tendono a metterla in dubbio, sostenendo che non basti il cognome a rendere una persona italiana.

Totaro non è d’accordo, e a suo parere Albanese ha ogni diritto di identificarsi con le sue radici italiane: “se lui si definisce così, così è”, spiega.

Inoltre ritiene che l’elezione di un primo ministro con un nome non anglosassone, per la prima volta nella storia d’Australia, sia un segnale estremamente positivo: “Secondo me è un simbolo, un simbolo bello perché dà una sensazione di comunità a tanti australiani che hanno un cognome che è, se non italiano, non anglosassone””. (aise) 

Redazione Radici

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