In questo momento secondo paese al mondo per numero di contagi e quinto per numero di decessi, l’Italia continua a pagare un prezzo molto alto alla pandemia. Un prezzo richiesto anche e forse soprattutto a chi di covid non si è ammalato. Oggi Cittadinanzattiva ha presentato il suo annuale “Rapporto civico sulla salute”, che questa volta misura i danni provocati dall’emergenza al buon funzionamento dei sistemi sanitari regionali  .

Tra gli effetti collaterali registrati nel 2021 ci sono quasi due anni di attesa per una mammografia e circa un anno per un’ ecografia e per una tac. 180 giorni per una risonanza magnetica, 100 per una colonscopia. Ci sono i tempi lungh, troppo, anche per chi deve entrare in camera operatoria, fino a un anno per un intervento cardiologico e ortopedico Sei mesi il tempo medio di attesa per un intervento oncologico. Idem per le visiste specialistiche.

Cittadinanzattiva e la rete del Tribunale per i diritti del malato hanno ricevuto l’anno scorso quasi 14 mila segnalazioni. La maggior parte  denunciava l’impossibilità di accedere alle prestazioni ospedaliere. Il problema  delle liste d’attesa,  già “tallone d’ Achille” del Servizio Sanitario in tempi ordinari, durante l’emergenza Covid è esploso, ovviamente aggravato dalla sospensione degli interventi non salva-vita. Ma molte segnalazioni, le più disperate, hanno riguardato la caduta di altri servizi cruciali come l’assistenza fornita alle famiglie dai dipartimenti di salute mentale.

Ora si tratta di recuperare, e di nuovo – come è accaduto in questi anni – il federalismo sanitario darà in alcune regioni il meglio e il altre il peggio di sé.