Noi liberi e le immagini di Bucha

Noi liberi e le immagini di Bucha

“C’è sempre qualcuno che crede nelle “qualità salvifiche” delle guerre. Qualcuno che non riesce a considerare quanto dolore, devastazione, quanti danni psicologici lascia. Quanta (tanta) gente impoverisce e quanta (poca), al contrario se ne può arricchire”.

Così scrive Lorenzo Robustelli nell’editoriale che firma per “Eunews”, quotidiano online che dirige a Bruxelles.

“La guerra, a nostro giudizio, è sempre un male e va evitata ad ogni costo. Però siamo esseri umani, e siamo predisposti ad analizzare le situazioni ed a prendere lezioni da queste. Siamo abituati a ragionare e imparare.
Questa tragedia che si sta compiendo in Ucraina può aiutare a capire cose che ci stanno sfuggendo, cose che negli anni di pace e benessere nei quali siamo vissuti abbiamo perso di vista, dato per acquisite, al punto di arrivare anche a fare dei distinguo sulle nostre politiche per la pace, tanto che alcuni arrivano a dire che Vladimir Putin in fondo “è stato provocato”, che “non ha tutti i torti”. Perché ci siamo abituati al lusso di poter pensare liberamente, e dunque di poter pensare liberamente anche delle corbellerie. È nel nostro diritto anche pensare cose oggettivamente sbagliate.

Siamo liberi di farlo, e siamo talmente liberi di farlo che non ci accorgiamo di quando mettiamo a rischio queste nostre ricchezze, ad esempio aprendo alle ragioni di qualcuno che queste cose “fuori dal coro” non solo non ce le farebbe dire, ma cerca anche di non farcele pensare, facendoci paura, facendoci sentire colpevoli se le pensiamo, insegnando nelle scuole a non pensarle neanche.

Le immagini di Bucha ci stanno portando in casa la vera faccia di questa guerra, di quel regime: padri di famiglia, ragazzi, donne uccisi per strada solo perché esistono, solo perché chissà, forse hanno tentato di esprimere un’opinione, o di proteggere la propria casa, o magari di difendere una donna da un’umiliante violenza. Guardiamole quelle immagini, facciamole vedere a tutti perché forse quelle foto possono aiutare anche chi non vuol capire qual è l’alternativa alla “democrazia malata” che qualcuno denuncia.
È giusto, è doveroso battersi per migliorare le nostre democrazie (che stanno pericolosamente diventando sempre di meno nel mondo, guardiamoci attorno) che spesso funzionano male, che spesso fanno proprio rabbia quando vediamo ospedali che non funzionano o persone di 40 anni che non hanno un lavoro, sono scandali, sono vergogne: ma noi ancora lo possiamo dire, possiamo ancora denunciare il medico corrotto, possiamo ancora andare a votare per chi ci pare ed è su questo che dobbiamo concentrare il nostri sforzi, il nostro impegno, nel rafforzare le nostre democrazie opponendosi ad una dittatura, come ad esempio quella russa, che gli oppositori li mette in prigione quando non li ammazza.

La voglia di dominio, l’espressione di potenza fisica, non possono avere come risposta “beh, non facciamolo arrabbiare di più”, ma devono avere l’orgogliosa rivendicazione dei nostri patrimoni di libertà, da proteggere, sui quali discutere, litigare anche, ma che esisteranno solo finché noi li proteggeremo. Come stanno tentando di fare gli ucraini”.

Redazione Radici

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