L’uomo giusto fa giusto anche il mezzo sbagliato

L’uomo giusto fa giusto anche il mezzo sbagliato
Chi governa una democrazia ha ragione di essere orgoglioso delle proprie scelte, se i vantaggi indotti dalla cultura, finanza e derivati sono fruibili a qualunque livello sociale come diritto inviolabile, non come favore da comprare a colpi di bustarelle, barattare contro voti o elemosinare col cappello in mano.
Ma in Italia è così che “mal-funziona”. Si scrive “diritto” ma si legge privilegio per i potenti o elemosina per gli sfruttati, esclusi, schiavizzati.
Tant’è che a Napoli, patria dei diritti negati e delle soluzioni meno peggio, da decenni si lascia al bar un caffè pagato per qualche povero che non può addolcirsi la vita.
Ora però, dopo due anni di catastrofe economica e sanitaria, siamo al salto di qualità a ritroso: dal lusso al salvataggio.
A livello nazionale si può lasciare in farmacia una medicina pagata per chi non ha ancora accesso alla sanità gratuita e non ha i soldi per curarsi.
Voi credete davvero che nelle perfettissime democrazie liberali la scienza, la finanza e la politica stiano facendo passi avanti sulla via del bene comune e della giustizia sociale, oppure si sta correndo tutti a rotta di collo su una strada buia e a fari spenti?
Mi sbaglierò, ma ho il sospetto che i potenti della cultura, della politica e della finanza, (italiani in primis) farebbero meglio a girare mascherati per la vergogna, perché in fatto di diritti umani (violati e violentati calpestando la Costituzione) il regresso sia diventato immanente e gigantesco, specialmente con il caroenergia, il carovita e la guerra in Ucraina che non facilita certo la soluzione.
Chi è saldamente incollato alle poltrone del potere è maledettamente impari e sta sterminando in coppia umanità e natura. E a livello mondiale non c’è forza legale che possa ostacolarlo o fermarlo.
Ma se i palati raffinati cercassero qualcosa di meglio della mia “ottimistica” opinione, potrebbero farsi la bocca con Zygmunt Bauman, che l’attuale evoluzione liberale a ritroso l’ha descritta con parole inequivocabili.
Tutti combattono contro tutti, nella loro quotidianità. Fin da piccoli ai bambini viene insegnato l’antagonismo. È una vergogna, la vergogna del consumismo. Siamo ormai istigati ad essere competitivi, perché essere migliori di qualcun altro e di conseguenza renderlo peggiore di noi, ci garantirà prestigio, quindi potere e sicurezza.”
Questi sono i frutti culturalmente e finanziariamente avvelenati della politica “pseudo democratica” a marcia indietro. Ad uso e consumo di pochi sfruttatori rapaci e a danno e beffa di una marea di poveri, per fortuna in Italia assistiti dalla sanità gratuita, ma non mancano mai gli esclusi che annegherebbero nella miseria e nella malattia, senza la lodevole iniziativa delle farmacie italiane e il generoso contributo di chi ama concretamente il prossimo suo come se stesso: ieri pagando un caffè, oggi una medicina salvavita.
Franco Luceri 
Redazione Radici

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