Visso nelle Marche, la perla dei Sibillini

Visso nelle Marche, la perla dei Sibillini

“Vicus”, cioè “villaggio”, accompagnato dall’aggettivo “Elacensis”, “rispettabile”, secondo la tradizione locale fu il nome del primo insediamento dell’attuale borgo di Visso. Area abitata già intorno al 1500 a.C. da popolazioni pelasgiche attestate sui monti Sibillini, passa successivamente ai romani (295 a. C.), per poi attraversare numerose dominazioni, dai goti ai longobardi. Un territorio dove tradizione vuole si nasconderebbe l’antro della Sibilla. Il periodo tra XV e XVI secolo è un’epoca di pestilenze, inondazioni e saccheggi da parte delle compagnie di ventura, ricordato come “la ruina di Visso”, a cui segue una ripresa economica dovuta alla sua posizione strategica nei traffici commerciali tra Roma, Spoleto e le Marche, che consente la costruzione degli edifici rinascimentali presenti nel borgo. Saranno poi l’artigianato e la pastorizia a portare prosperità al borgo. Oggi, è il risultato dell’opera di artigiani, scalpellini, decoratori e cesellatori (i celebri “petraioli vissani”) che per 400 anni hanno arricchito le case di mensole, portali, finestre, lunette, cornici, capitelli e scritte sapienziali.

Tra vicoli e canali fluviali, Visso oggi è la “perla” dei monti Sibillini, un incantevole centro montano delle Marche al confine con l’Umbria, che vanta numerosi luoghi di interesse: dalle imponenti mura alla bellissima piazza dei Martiri Vissani, delimitata da eleganti palazzetti quattro-cinquecenteschi e caratterizzata dalla collegiata di Santa Maria e dalla chiesa di Sant’Agostino, passando per le antiche torri e le quattro porte di accesso. La visita continua con la chiesa di Sant’Agostino (XIV secolo), oggi sede del Museo Civico che raccoglie opere di proprietà comunale ed ecclesiastica provenienti in gran parte dalle chiese del territorio vissano e sei “Idilli” manoscritti di Giacomo Leopardi, tra cui “L’Infinito”. Per terminare l’esplorazione del borgo, meritano di essere ammirati il palazzo dei Priori, quello dei Governatori e il palazzo del Divino Amore (oggi sede del Parco Nazionale dei Monti Sibillini). Fuori del paese, vale la pena visitare il santuario di Macereto, posto sull’omonimo altopiano dominato dal Monte Bove, edificato su modello bramantesco da Giovan Battista da Lugano tra il 1528 e il 1538.

A fianco sorge il palazzo delle Guaite, edificato tra il 1571 e il 1583 e racchiuso, insieme al santuario, in un recinto di mura con un portico interno che serviva come rifugio per i pellegrini e gli animali (non a caso a inizio Novecento si contavano sul territorio circa 150mila ovini, tra cui la razza “sopravissana”). Oltre alla sua storia, le radici culturali locali si arricchiscono di una gastronomia dove spicca il “ciauscolo” (un insaccato preparato con una speciale lavorazione del maiale), oltre a salumi, formaggi, castrato di montagna, lenticchia, farro, tartufo nero e trota del fiume Nera. Sapori che possono essere scoperti nelle numerose iniziative sul territorio come la Mostra mercato dei prodotti della gastronomia dei Sibillini a luglio, la Mostra mercato dell’Artigianato ad agosto, la rievocazione storica del Torneo delle Guaite, la Sagra del Ciauscolo dei Sibillini ad agosto, “Sibilla & Ovini” a settembre e la rassegna di prodotti tipici “Le Terre del Ciauscolo”.

Occasioni perfette per scoprire il borgo, festeggiando insieme agli abitanti tra sorrisi e gusti indimenticabili.
COME ARRIVARE: L’aeroporto di riferimento è quello di Ancona (106 km). In treno, si possono raggiungere le stazioni ferroviarie di Camerino e di Fabriano e proseguire con un autobus del servizio extraurbano Contram. In automobile da nord e da sud: autostrada A14 (da nord in direzione di Ancona e da sud in direzione di Napoli), uscire a Civitanova Marche, prendere la SS 77 in direzione di Tolentino/Macerata, immettersi sulla SP 209, seguire indicazioni per Visso.


ALTRI LUOGHI DA VISITARE: La posizione è perfetta per esplorare il Parco dei Monti Sibillini. Imperdibile il trittico di attrazioni turistiche Lame Rosse, Grotta dei Frati e Gole del Fiastrone.9Colonne

Redazione Radici

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