Stoccarda: la compagnia teatrale Le Maschere in “Tutto il mare o due bicchieri”

Stoccarda: la compagnia teatrale Le Maschere in “Tutto il mare o due bicchieri”

Intervista a Eduardo Tartaglia

Con questa divertente commedia napoletana di Eduardo Tartaglia, la Compagnia “Le Maschere” ha fatto riapparizione in teatro all’Altes Feuerwehrhaus di Stoccarda.


Con tutte le limitazioni imposte dalla pandemia, il 20 novembre scorso la compagnia stoccardese ha avvertito la necessità di rivivere le emozioni della recita, degli applausi e delle risate del pubblico, tassativamente limitato ad una ottantina di vaccinati.


Sul palcoscenico, 5 attori si sono cimentati nella rappresentazione della divertente commedia napoletana incentrata sul tentativo di trafugamento del più prezioso tesoro dei partenopei: le ampolle del sangue di San Gennaro.

Condotte dal vicecommissario di polizia (Giuseppe Sassano) le indagini vengono complicate dai racconti sconclusionati del frastornato aiutante del sagrestano (Giuseppe Esposito), unico testimone del trafugamento, spalleggiato da un biologo (Rainer Kästel) dalla moglie del sagrestano (Maria Infano), affetta dalla sindrome di Tourette e da agente (Biagio Tufano). Da qui scaturisce una ridda di ipotesi investigative che vanno dal terrorismo islamico al furto a scopo di estorsione. Il sagrestano confessa che si era impossessato del preziosissimo sangue con la folle idea di clonare San Gennaro estraendo una cellula dal liquido, contenuto nell’ampolla.

Le scene sono state firmate da Lucio La Cascia.


Per il regista, Angelo Attademo, anche nei panni del protagonista Angiolino Spertoso, e per il co-regista, Giuseppe Sassano, nel ruolo del Vice-commissario Ercole Pertone, il ritorno in scena è stato particolarmente emozionante: “Questo momento lo abbiamo vissuto tutti con una nuova emozione. È stato addirittura commovente riscoprire il piacere di salire sul palco e recitare davanti ad un pubblico che ha vissuto le nostre stesse sensazioni.”

L’Intervista


D. Il vostro vasto repertorio si è arricchito con l’Opera di Tartaglia, caratterizzata da lunghi monologhi. È stato difficile individuare i protagonisti e creare le scene?


R. La cosa più difficile è stata la creazione delle scene sia per la particolare difficoltà del pezzo, (interno chiesa e laboratorio clinico) sia per il fatto che non siamo un teatro stabile e quindi non disponiamo di adeguati spazi da adibire a laboratori. Per le prossime repliche, abbiamo in mente di trovare delle soluzioni che ci possono permetter di attuare le nostre idee.
Per quanto riguarda la scelta degli attori, dopo la lettura del testo, era scontato che la scelta ricadesse sui personaggi visti in scena nella “prima”. Abbiamo tutti un bagaglio teatrale avendo recitato i “classici” di Eduardo De Filippo e godendo di un affiatamento tra noi, che si è consolidato nel corso degli anni.


D. Perché avete scelto un autore, tutto sommato moderno, che evoca il trafugamento delle ampolle del Sangue di San Gennaro?


R. La scelta è stata favorita dalla pubblicazione della raccolta teatrale “Tra Van Gogh e i peperoni ” di E. Tartaglia. Leggendolo scopri un autore capace di emozionarti, divertirti e riflettere senza mai annoiarti. Poi scrivere su S. Gennaro non è facile per nessuno. Tartaglia ha scritto un testo bellissimo, dove le ampolle erano quasi da contorno alla profondità dei monologhi sulla fede, la vita, la morte e sulle nuove filosofie di vita.


D. Qual è la chiave di volta del successo, registrato alla “Prima” di sabato 20 novembre?


R. A parte la bellezza del testo, l’amore e la voglia di fare teatro. Il Covid ci ha tolto molto, ma non il feeling particolare creatosi negli anni tra noi e il pubblico. Noi crediamo che il pubblico, che ci segue, abbia la certezza che si divertirà. Consapevoli del fatto che ciò che vede è frutto della nostra passione, del nostro divertimento e del nostro lavoro.


D. Avete mai temuto che lo spettacolo dovesse essere disdetto?


R. All’inizio del 2019 avevamo programmato di mettere in scena due pezzi. Uno che coinvolgesse molti attori e il pezzo di Eduardo Tartaglia con cinque attori. Il Covid ha colto di sorpresa anche noi. Non potendoci incontrare come gruppo numeroso, abbiamo sfruttato anche noi le possibilità del digitale facilitati dal numero ridotto di attori richiesto da Tartaglia. Così abbiamo iniziato a leggere il pezzo via online con tutte le difficoltà del digitale. Solo a partire dalla metà di settembre abbiamo potuto iniziare le prove sul palco. Forti dello spirito ottimistico che la speranza è l’ultima a morire, alla fine siamo stati premiati del nostro impegno, grazie al grande lavoro di gruppo.


D. Quali garanzie vi sono state chieste dal Comune di Stoccarda per l’utilizzo della sala-teatro Altes Feuerwehrhaus di Stoccarda-Sud?


R. Ci siamo attenuti alle disposizioni vigenti al momento. Il direttivo della nostra associazione ha preparato un protocollo sanitario optando per l’attuazione del modello 2G. Si è creato un gruppo di lavoro per il progetto di igiene, coordinato da una responsabile che si è avvalsa della collaborazione degli altri membri del gruppo. Grazie al grande lavoro di tutta la nostra compagnia, la serata è stata un successo su tutto il fronte.


D. Covid permettendo, sono previste delle repliche?


R. Abbiamo ad oggi tre repliche confermate e alcune in programma.


D. Nel 2019 è nato un interessante rapporto fra la vostra Compagnia e La Paranza di Augusta (Augsburg). Si è arenato o sta producendo qualche frutto di collaborazione?


R. No. Siamo in rapporti molto stretti. Dopo due anni di rinvii, finalmente a marzo daremo vita al gemellaggio andando a recitare il nostro pezzo ad Augusta. Poi sarà la volta della Paranza a venire a recitare a Stoccarda. Dobbiamo definire solo la data. La nostra collaborazione mira ad avvicinare tutti i gruppi di teatro operanti sia in Germania che nei paesi classici della nostra emigrazione europea, senza trascurare l’Italia. È un progetto ambizioso che non ci impedisce di sognare e coinvolgere le istituzioni italiane, tedesche e la Comunità europea.


D. Avete mai pensato ad una drammatizzazione italo-tedesca della pandemia?


R. Non ancora, perché impegnati a tenere unita la compagnia e in quei pochi mesi di ” libertà ” ci siamo incontrati per programmare i prossimi spettacoli. Però non lo escludiamo, anzi è una buona idea.


D. Che cosa avete in cartellone prossimamente?


R. Attualmente stiamo provando “Maga Malia” un’opera di Dino Di Gennaro il cui debutto è previsto per la prima metà del 2022. E poi vorremmo confrontarci con un altro testo di E. Tartaglia ” La valigia sul letto”. 

Redazione Radici

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