Stagione d’Opera e Balletto 2024: L’angelo di fuoco, per la regia di Emma Dante, al Teatro Petruzzelli dal 17 al 23 aprile

Stagione d’Opera e Balletto 2024: L’angelo di fuoco, per la regia di Emma Dante, al Teatro Petruzzelli dal 17 al 23 aprile

La “Stagione d’Opera e Balletto 2024” tocca una delle sue punte più alte con L’angelo di fuoco, per la regia di Emma Dante, in programma dal 17 al 23 aprile al Teatro Petruzzelli.

Condurrà l’Orchestra e il Coro del Teatro Petruzzelli il maestro Jordi Bernàcer.

Intensi i giorni di prove che hanno preparato lo spettacolo al Teatro Petruzzelli, coordinati personalmente da Emma Dante, con il supporto del regista collaboratore, Federico Gagliardi.

Le scene sono di Carmine Maringola, i costumi di Vanessa Sannino, il disegno luci di Christian Zucaro, le coreografie di Manuela Lo Sicco, maestro d’armi Sandro Maria Campagna.

Maestro del Coro Roberta Peroni.

Nel primo cast Renata sarà interpretata da Ángeles Blanca Gulín, premiata agli Ópera XXI Awards come Miglior Cantante per gli anni 2022-23, affascinante protagonista nel 2007 al Teatro Piccinni de La voix humaine di Franis Poulenc, prodotta dalla Fondazione Teatro Petruzzelli, per la regia di Walter Pagliaro.

Daranno vita al bellissimo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma: Ángeles Blanca Gulín (Renata 17, 19, 21, 23 aprile), Madina Karbeli (18 aprile), Byung Gil Kim (L’Inquisitore), Mert Süngü (Mefistofele), Natalia Gavrilan (L’indovina), Sava Vemić (Johann Faust), Dimitris Tiliakos (Ruprecht 17, 19, 21, 23 aprile), Ramaz Chikviladze (Ruprecht 18 aprile), Nino Surguladze (Padrona della locanda), Tigran Melkonyan (Agrippa von Nettesheim), Chiara Mogini (La Madre superiora), Gregory Bonfatti (Jacob Glock), Mariano Orozco (Mathias Wissman), Murat Can Guvem (Medico), Francesco Leone (Servo), Stefano Marchisio (Padrone della locanda), Stella Hu (Prima novizia), Aoxue Zhu (Seconda novizia).

Il capolavoro di Sergej Prokof’ev, tratto dall’omonimo romanzo storico di Valerij Jakovlevič Brjusov del 1908,  fu rappresentato per la prima volta al Teatro La Fenice di Venezia, il 14 settembre 1955.

L’angelo di fuoco è in programma al Teatro Petruzzelli mercoledì 17 aprile alle 20.30, giovedì 18 aprile alle 20.30, venerdì 19 aprile alle 20.30, domenica 21 aprile alle 18.00 e martedì 23 aprile alle 18.00.

 Biglietti in vendita al Botteghino del Teatro Petruzzelli e on line su www.vivaticket.it.

Il Botteghino del Petruzzelli è aperto il lunedì dalle 10.00 alle 14.00, dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 e la domenica dalle 10.00 alle 13.00. Informazioni: 0809752810.

 Angelo di Fuoco, note di regia di Emma Dante.

L’Angelo di fuoco è, innanzitutto, un’opera pregna di lirismo filosofico.

La storia si sviluppa incessantemente e forsennatamente attorno alla figura di una donna posseduta da un angelo che è l’altra faccia del diavolo. Nella mia messa in scena l’angelo è interpretato da un danzatore di breakdance che vola utilizzando gli arti inferiori, le sue gambe diventano ali. Adoperando le gambe, il mio Angelo, riuscirà a librarsi da terra, in un dinamismo al contrario in cui il suolo diventerà il suo cielo, così noi lo vedremo camminare a testa in giù.

Per quanto riguarda il periodo in cui è ambientata la storia, non ci sarà un’ambientazione filologica. Nell’Angelo di fuoco, siamo in uno stato mentale, in una collocazione a tratti spirituale senza luogo né tempo, in uno spazio che somiglia a una cripta. Evocheremo le Catacombe dei Cappuccini di Palermo, un ventre della terra, con scheletri e figure ancestrali, come le suore sepolte vive dell’ultimo atto, un mondo di vivi e morti. Anche la locanda è un luogo ambiguo dove i letti sono simili a loculi, nicchie orizzontali e verticali in cui l’aldilà aleggia ovunque. I costumi di questi personaggi sono piuttosto macabri, ingrigiti e logorati dal tempo, ispirati ai Cappuccini. Renata, in abito e cuffietta rosa, avrà sembianze simili alla famosa bambina imbalsamata in mostra nei sotterranei dei Cappuccini.

Nonostante quest’opera sia molto cerebrale, mi interessa la carnalità, il desiderio femminile nei confronti degli uomini e del diavolo, e tutto il trasporto blasfemo per il male. L’archetipo dell’Angelo è, da un lato, la forza del male e dall’altro, quella del bene. Entrambe le forze sussistono. Malgrado le spinte della carne, Renata è manipolata dal divino e dal maligno in eguale misura. Per questo, ho l’impressione che Prokof’ev abbia creato un dramma passionale più che etico.

Renata, considerata strega e condannata al rogo, è una donna che ama visceralmente e interamente, mossa dal desiderio dei sensi e preda di conflitti tra ragione e alienazione che si manifestano in dialoghi surreali.

Per me nell’Angelo di fuoco vi è un mondo anarchico di fantasmi, di catacombe, di mummificazione con la persistenza di una fede imbalsamata. Più che al rogo, Renata è destinata a un martirio mistico, come una Madonna trafitta da sette spade, con l’angelo finalmente morto ai suoi piedi. Come in un esorcismo lei si libererà del diavolo-angelo e si sacrificherà, diventando un’icona, davanti a un Cristo scheletrico, dal corpo ossuto e il viso di donna.

La trama dell’Opera L’Angelo di fuoco.

ATTO PRIMO

La soffitta di una locanda in Germania nel XVI secolo. Il cavaliere Ruprecht, reduce da un lungo viaggio in America, ha preso alloggio in una locanda. Ma il suo arrivo è turbato dalle disperate grida di una donna provenienti dalla camera attigua. Dopo avere abbattuto la porta, incontra la giovane Renata la quale, nel vano tentativo di respingere un invisibile aggressore, si getta angosciata fra le sue braccia. Quando la visione infernale svanisce, Renata narra al cavaliere la propria storia. Durante la fanciullezza, la giovane fu costantemente visitata dall’angelo Madiel, il quale la implorò di mantenersi pura perché un giorno ella avrebbe affrontato il martirio. Tuttavia Renata, divenuta nel tempo una donna, provò per quell’essere soprannaturale un’ardente passione e lo implorò di unirsi carnalmente a lei. L’angelo però sdegnato da tale proposta, scomparve. Le annunciò in seguito che si sarebbe mostrato nuovamente a lei sotto le vesti di semplice mortale. La giovane in preda alla disperazione, credette allora di ravvisarlo nel Conte Heinrich, con il quale trascorse due anni di intensa felicità, prima di essere da lui abbandonata. Da quel giorno, Renata vaga ossessionata da visioni infernali alla ricerca del Conte sotto le cui sembianze ella crede si celi l’amato Madiel. Il racconto è interrotto dal sopraggiungere della padrona della locanda. La donna avverte Ruprecht che Renata è una femmina perduta: ella ha stregato il Conte Heinrich, ha tormentato la gente del villaggio e perciò ora dovrà abbandonare il suo alloggio. Il cavaliere, sempre più affascinato dalla misteriosa giovane, dopo aver vanamente tentato di sedurla, assiste alla visita di un’indovina che predice a Renata una morte violenta. Ma Ruprecht, ormai innamoratosi di lei, trascina la giovane con sé pronto a esserle compagno nelle sue peregrinazioni.

ATTO SECONDO

Quadro primo. Una stanza a Colonia. Mentre Renata consulta un libro di magia, Ruprecht lamenta le continue e infruttuose ricerche volte a ritrovare il Conte Heinrich. Ma la giovane non si cura di lui e dopo aver ricevuto dal libraio Jacob Glock alcuni fogli contenenti formule magiche, evoca alla presenza di Ruprecht, spiriti demoniaci nella speranza di scoprire dove si trovi l’amato. Ma tale espediente fallisce. Su consiglio di Glock, il cavaliere risolve allora di consultare il sapiente mago e scenziato Agrippa di Nettesheim. Quadro secondo. Il laboratorio di Agrippa. Ruprecht incontra infine Agrippa, il quale tuttavia rifiuta di soccorrerlo, dichiarandosi contrario alla pratica delle scienze occulte. Da un angolo del laboratorio, tre scheletri umani smentiscono le affermazioni del mago.

ATTO TERZO

Quadro primo. Dinanzi alla casa del Conte Heinrich. Renata ha finalmente ritrovato il Conte Heinrich, ma questi l’ha scacciata, accusandola di essere un’indemoniata. La giovane chiede allora a Ruprecht di ucciderlo: ella infatti non riconosce più nel Conte il celeste Madiel, ma un vile seduttore. Dopo una prima esitazione, Ruprecht accoglie la richiesta dell’amata. Tuttavia, mentre egli sfida il Conte a duello, Renata crede di ravvisare nuovamente in Heinrich le sembianze dell’angelo. Sconvolta da tale visione, la giovane implora Ruprecht di non battersi con la creatura angelica: ma purtroppo il duello è stabilito e il cavaliere si allontana, deciso a uccidere il rivale. Quadro secondo. Una scoscesa riva del Reno. Ruprecht, rimasto gravemente ferito durante il duello con il Conte Heinrich, è confortato dalle parole di Renata, la quale solo in quel momento si accorge di amarlo e lo dichiara apertamente al cavaliere. Un coro invisibile commenta ironicamente le profferte d’amore della giovane mentre nel frattempo, in compagnia di Mathias Wissman un compagno di studi universitari di Ruprecht che ha accettato di fargli da secondo, giunge un medico che si accinge a salvare la vita dell’infermo cavaliere.

ATTO QUARTO

Una piazza di Colonia. Renata, sconvolta dal rimorso per le sue azioni sconsiderate, ha deciso di abbandonare l’ormai convalescente Ruprecht per ritirarsi in un monastero. Durante l’accesa discussione che nasce tra i due amanti, sopraggiungono Johann Faust e Mefistofele, il quale dopo aver terrorizzato il padrone della osteria con diabolici prodigi a spese di un povero garzone, invita Ruprecht a essere loro guida in giro per la città il giorno successivo.

ATTO QUINTO

Nel sotterraneo di un convento. Un potente Inquisitore, convocato dalla Madre superiora, si appresta a interrogare Renata divenuta novizia: dal giorno in cui la giovane ha fatto il suo ingresso nel convento, la pace sembra sparita e le suore sono turbate da sinistre visioni. Invano l’Inquisitore tenta di scacciare il demonio dall’anima di Renata: la giovane però, sentendosi ingiustamente accusata, inveisce contro di lui incolpandolo di essere egli stesso uno strumento del diavolo, mentre le suore invasate danzano freneticamente intorno a lei. Mefistofele, sopraggiunto in compagnia di Faust e Ruprecht, osserva non visto quanto accade. Ruprecht vorrebbe soccorrere Renata ma viene fermato da Mefistofele: dopo un lungo rituale a cui le monache rispondono con reazioni scomposte e un crescente parossismo, l’Inquisitore accusa Renata di stregoneria e la condanna al rogo.

Redazione Radici

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