Uroboro: La vita e il circolo dell’energia universale

Uroboro: La vita e il circolo dell’energia universale

Di Apostolos Apostolou

L’Uroboro (detto anche Ouroboros, Oroboros, Uroboros e Oroboro, dal greco dal greco οὐροβόρος ὄφις, “serpente che mangia la coda”. L’ uroboro l’ eterno ritorno ma anche la creazione di un qualcosa che in precedenza non c’era.

«Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione – e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso.L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere!» F.Nietzsche.

Ciò che si guadagna da un lato, lo si riperde dall’ altro. Gli uomini adottano una causa perché non hanno potuto adottare se stessi insieme ai propri desideri.

Attraverso la causa e il sacrificio che comporta, tuttavia, è la loro volontà di vivere che essi inseguono a ritroso.
Le definizioni fanno smorfie enigmaticamente. Vita non è la sopravvivenza biologica, la fine biologica non è morte. La nostra umana natura fa il gioco del proprio interesse utilizzando il modo della vita. Per questo studiamo il modo della vita nell’ inganno dell’ eros.

Cerchiamo la perfezione ma la perfezione sta nell’ equivoco. E vero che ci sono ancora molte persone che non si mettono a ridere o a gridare davanti alla parola perfezione. E questo Perchè l’ordine regna e non governa. Nella lootta selvaggia per l’ esistenza vogliamo avere qualche cosa che duri e cosi riempiamo la nostra mente di ciarpami e di fatti nella stupida speranza di riuscirea conservare il nostro posto.Nella lotta selvaggia per l’ esistenza vogliamo avere qualche cosa che duri e cosi riempiamo la nostra mente di ciarpami e di fatti nella stupida speranza di riuscirea conservare il nostro posto.

Una storia dice che un giorno apparve un piccolo buco in un bozzolo; un uomo che passava per caso, si misa a guardare la farfalla che per ore si sforzava per uscire da quel piccolo buco. Dopo molto tempo sembrava che essa si fosse arresa. Sembrava che la farfalla ormai avesse fatto tutt ciò che poteva e che non avesse più la possibilità di fare nient’altro. Allora l’uomo decise di aiutare la farfalla:prese un temperino e aprì il bozzolo. La farfalla uscì immediatamente. Però il suo corpo era piccolo e rattrappito e le sue ali erano poco sviluppate e si muovevano a stento. L’uomo continuò ad osservare perchè sperava che da un momento all’altro le ali di quella farfalla si aprissero e che essa cominciasse a volare.
Non successe nulla! In quanto l farfalla passò il resto della sua esistenza trascinandosi per terra con un corpo rattrappito, e con le li poco sviluppate.
Non fu mai capace di volare.

La vita ha insieme la forza e la debolezza, la vittoria e la sconfitta.

«Tutti i progetti dell’uomo devono alla fine cadere, una salita senza fine non è possibile, poiché lo impedisce il tempo senza fine. In esso si esaurisce ogni forza; esso diventa padrone delle volontà più ostinate, spezza le reni anche alle più possenti speranze. Lo spirito della gravità riporta indietro ogni slancio e lo piega nella caduta. Lo sguardo nell’abisso del tempo, e perciò nella vanità di ogni progetto, paralizza, causa una “vertigine” a colui che pensa alla più alte possibilità dell’uomo. È chiaro che di fronte al tempo infinito ogni tempo diventa assurdo, ogni rischio senza motivo, ogni grandezza si rimpicciolisce. Lo spirito della gravità, qui inteso come coscienza dell’infinità del tempo, impedisce il vero protendersi dell’esistenza nell’apertura cosmica del mondo…Che accadrebbe se un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: “Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione […]. L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere!”. Non ti rovesceresti a terra, digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? Oppure hai forse vissuto una volta un attimo immenso, in cui questa sarebbe stata la tua risposta: “Tu sei un dio e mai intesi cosa più divina”?» F.Nietzche

Che cosa è uroboro vita ? Quando posso capire che sono un mucchio di immagini rotti, e quando mi conosco come una sinfonia.

Apostolos Apostolou. Professore di filosofia.

Redazione Radici

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