Finestre sull’arte

Finestre sull’arte

Rubrica di arte e comunicazione a cura di Sonia Strukul

Visita alla casa studio dell’ artista Olimpia Biasi

Ho avuto l’ occasione e il privilegio di far visita a Olimpia Biasi nella sua splendida casa, un luogo magico, situata nella provincia trevigiana.

Non è solo l’ abitazione di Olimpia ma è molto di più, racchiude il suo mondo, è il nutrimento del suo fare arte.

Il giardino con piante e fiori che garantiscono fioriture tutto l’ anno, avvicinano la ritmo della natura, delle stagioni, ai colori , alla luce che cambia, tutto questo si riflette sulle tele,i teleri e le evanescenti garze su cui l’ artista gioca con collages di foglie, materiali organici e inorganici, colori trasparenti, disegni di insetti, animali, minuziosamente intagliati e inseriti in composizioni audaci ma pur sempre bilanciate e armoniche.

Lo studio di Olimpia Biasi è enorme si estende su tutto il sotto tetto della casa, grandi spazi divisi da scale e porte, il che permette di suddividere il lavoro di questa artista per periodi e generi, quadri, teleri, garze, istallazioni, sculture, libri d’ artista, scatole, raccolte di materiali di vario genere.

Entrare nell’ atelier di un’ artista equivale ad entrare in contatto con la sua creatività, capire come lavora quali sono le fonti di ispirazione, le dinamiche,e di conseguenza una maggior comprensione del processo creativo.

Ho sempre ammirato e avuto un’ alta considerazione delle opere di Olimpia Biasi, uno dei motivi è che non ha paura di osare, cambiare, continuare nella ricerca anche quando ormai artista affermata avrebbe potuto percorrere una strada meno sperimentale.
Ma questo vuol dire essere ARTISTI

Rimasi folgorata dalla mostra Viriditas all’ Orto Botanico di Padova nel 2018 , luogo già di per se famoso, uno dei piu’ antichi d’ Italia fondato nel 1545 , patrimonio Mondiale UNESCO.

Sono convinta che le opere d’ arte debbano essere collocate nel luogo “ giusto” si deve creare una risonanza tra lo spazio che le ospita, un filo conduttore, che rendere più facile comprendere, cosa l’ artista ci vuole dire anche se non siamo degli esperti.

L’ Orto Botanico di Padova a mio avviso è perfetto per Olimpia Biasi, che dialoga con erbari , semi, piante, le garze appese come antichi stendardi tra le vegetazioni dei Giardini della Bio Diversità (realizzati negli ultimi anni), le vasche di ninfee senza essere una presenza invasiva, ma integrandosi perfettamente con la loro trasparenza e la popolazione che le anima, insetti, animaletti, nastri, foglie vere e non.

Hildegard von Bingen ha scritto:

“sottili differenze tra le nature diverse” nel suo libro di medicina naturale in un Medioevo ancestrale.

Olimpia scrive:

predominano insetti veri o o immaginari che evocano gerarchie e dinamiche allarmanti, filze di filo rosso, lanciato con l’ ago a sottolineare, dividere, unire. Il filo che mia madre usa nel suo ricamo di bricoleuse raffinata e bizzarra.”

Il filo, il ricamo, tessere trame, ordire, mi riporta a Penelope che di questo lavoro ne fece la sua forza e strategia nell’ attesa di Ulisse.

Attesa, riflessione, passività = Femminile, Biasi recupera questo dandoci un messaggio opposto, perchè ordisce le sue garze in un movimento dinamico, ha recuperato un’ attività che le donne hanno svolto fin dalla notte dei tempi portandola nel contemporaneo con una valenza sperimentale .

I Teleri mantengono lo stesso concetto delle Garze , sono rotoli di tela dipinta che si srotolano e vanno appesi a una parete o liberi magari in mezzo a una stanza a creare delle quinte , a dividere lo spazio, per poterci girare attorno, per fare parte del suo Mondo ,quello che oggi si chiama “ Arte immersiva”.
A differenza delle Garze non hanno trasparenza, sono una presenza dove lo sguardo si ferma, viene catturato dai colori intensi che evocano paesaggi e stagioni di luoghi che l’ artista ha amato e vissuto.
Cosi anche per i quadri di grandi dimensioni che si trovano addossati lungo le pareti dello studio.

Tutto quello che fin qui vi ho raccontato lo potrete capire meglio attraverso le fotografie che ho scattato durante la mia visita.
Questa bella signora ha lavorato tantissimo attraversando stili e tecniche diverse dal ,disegno a grafite di grandi dimensioni da sembrare un’ incisione tanto è minuzioso, fino alle larghe e libere pennellate degli ultimi lavori, dal figurativo all’ astratto gestuale, ma sempre composto e strutturato come una Battaglia di Paolo Uccello, dove tutto e geometria compositiva, dove non ha più importanza quello che è rappresentato perchè veniamo rapiti dall’ armonia, dall’ equilibrio che solo la natura con la sua perfezione sa darci.

Nello studio, nella casa e nel giardino di Olimpia Biasi ho scoperto un modo, un’ animo sensibile, ma tenace . Il suo dialogo con la natura mi ha incantato, la bellezza è intorno a noi bisogna saper vedere. Gli artisti hanno questo dono

Di lei hanno scritto firme prestigiose Philippe Daverio, Marco Goldin, Nico Naldini e altri
voglio riportare alcuni estratti

Mentre i dipinti sono illuminazioni, lampi di consapevolezza, pulsioni materiche, i disegni sono narrazioni.
Philippe Daverio

Da qualsiasi parte li si guardi questi quadri non si chiudono in un’unica visione ma lasciano aperti altrettanti ingressi verso quel mondo di energie che si sprigionano dal cuore più nascosto della natura.
Nico Naldini

..mentre l’immersione è totale nel caleidoscopio impazzito dei colori, nella vitalità senza fine dei movimenti, delle ombre, delle nebbie colorate, dei suoni che non si vedono ma crescono…
Marco Goldin

Per chi desidera saperne di più vi rimando al sito : http://www.olimpiabiasi.com/

Biografia
Olimpia Biasi, trevigiana, si è formata a Venezia con i maestri dello Spazialismo, Bacci e Gaspari. Da sempre curiosa di sperimentazione, ha attraversato linguaggi e tecniche diverse, rimanendo però fedele ad una poetica naturalistica espressionista e narrativa, al margine tra figurazione e metafisica astrazione. Dal 1972 espone in più di 70 mostre personali in Italia e all’estero (Sudamerica, Stati Uniti, Giappone, Cina, ex Yugoslavia, Francia, Svizzera, Ungheria…). E’ presente in collezioni pubbliche e private. Ha partecipato alla 54° Biennale di Venezia, Arsenale. E alla 55° Biennale (manifestazione collaterale). Attualmente lavora con materiali di riciclo, eseguendo installazioni che hanno come tema l’energia pulsante della natura e le sue implicazioni letterarie e poetiche.

Sonia Strukul Artista ,esperta di Arte e Comunicazione

Redazione Radici

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