Lo schiaffo di Mosca all’Occidente sull’Afghanistan

Lo schiaffo di Mosca all’Occidente sull’Afghanistan

La Russia organizza un vertice con i talebani dopo aver snobbato il G20 straordinario voluto dall’Italia      di Marta Allevato

© Karim SAHIB / AFP – Talebani

 Nonostante in Russia siano un movimento ufficialmente bandito, i talebani si preparano a recarsi nella sua capitale per il summit del cosiddetto ‘formato Mosca’ convocato dal Cremlino sul dossier afghano. Un’iniziativa, prevista per mercoledi’ 20 ottobre, che in molti hanno letto come una provocazione all’Occidente, e all’Italia in testa, dopo che questa settimana Roma ha organizzato sul tema un G20 straordinario dei leader in video conferenza. 

La Russia, come la Cina, ha partecipato con rappresentanti di grado inferiore. Mosca ha confermato l’arrivo dei talebani, sottolineando che si aspetta ancora la composizione della delegazione. Dal canto suo, il presidente Vladimir Putin – che ha già fatto sapere di non avere in programma incontri con i talebani – ha anticipato che la Federazione sta preparando almeno due incontri multilaterali sul delicato dossier

Oltre al summit ‘formato Mosca’ – che include anche i Paesi dell’Asia centrale, l’Iran e l’India, e a cui sono stati invitati anche gli Stati Uniti – si lavora per convocare “il prima possibile a ottobre” anche un incontro della cosiddetta ‘troika allagrata’– Russia, Usa, Cina e Pakistan. Quest’ultimo appuntamento potrebbe tenersi già martedì 19 ottobre, secondo i media russi. Sull’agenda dei due incontri non è ancora emerso molto. “Serve sostenere il processo di riconciliazione inter-afghana e cercare una generale riconciliazione nel Paese”, ha dichiarato Putin.

L’inviato speciale russo per l’Afghanistan, Zamir Kabulov, ha auspicato un “confronto franco” con i talebani su “come iniziare a risolvere i problemi in modo costruttivo“. “Non ci aspettiamo decisioni rivoluzionarie”, ha ammesso il diplomatico, “si tratta di un processo lungo”. Quello che si sa di più concreto è che Mosca intende proporre la convocazione di una conferenza sotto l’egida delle Nazioni Unite su diritti umani e assistenza umanitaria a Kabul.

Per il Cremlino, il timore maggiore e’ legato a terrorismo e narcotraffico. Putin ha lanciato l’allarme sulla presenza di circa duemila miliziani dell’Isis nel Nord dell’Afghanistan e ha avvertito che da lì i terroristi intendono “diffondere la loro influenza nei Paesi dell’Asia centrale e nelle regioni russe”. La Federazione è ancora lontana da ogni riconoscimento formale del nuovo governo afghano e aspetta di vedere sul campo le azioni dei talebani, anche se la sua è una delle poche ambasciate ancora aperte a Kabul.

I temi su cui il Cremlino metterà alla prova le nuove autorità sono: la sicurezza del proprio personale diplomatico e la lotta al narcotraffico e al terrorismo. Per ora, Mosca non sembra nutrire particolari speranze: “Per i talebani non sarà facile rinunciare ai guadagni” derivati dal traffico di droga, ha avvertito Putin. “Ci aspettiamo che le promesse del nuovo governo sulla capaicta’ di contrastare il terrorismo senza sostegno estterno siano messe in pratica”, ha auspicato il ministero degli Esteri. AGI

Redazione

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