Favole e Politica

Favole e Politica


Di Apostolos Apostolou

Che cosa è la favola? Secondo la teoria di letteratura la favola è narrazione in versi o in prosa con fine implicitamente o esplicitamente didascalico. Si differenzia dalla fiaba per il suo fine pedagogico e per esserci pervenuta mediante una tradizione scritta .Con il mito possiamo dire che hanno la stessa struttura quanto riguarda una pedagogica liberatrice. Secondo Mircea Eliade, « […] il mito è considerato come una storia sacra e quindi una « storia vera », perché si riferisce sempre a delle realtà. » ( Mito e realtà, Torino, Borla, 1966, p.28)

La parola mito deriva dal greco “mythos” che significa parola, discorso, racconto, mentre la parola mitologia designa l’insieme dei miti tramandati da un popolo ma anche gli studi scientifici sul mito stesso. Il mito è il bisogno di spiegare la realtà, di superare e risolvere una contraddizione della natura, è spiegazione di un rito, di un atto formale che corrisponde ad esigenze della tribù, è struttura delle credenze di un gruppo, di un etnos. La favola, come il mito, di solito, ha una grande diffusione. Cosi ci sono miti che meritano l’ attenzione e favole che hanno una verità profonda anche hanno una rivoluzionaria a ben vedere.

Il termine italiano «favola» deriva dal termine latino «fabula», derivante a sua volta dal verbo ” far, faris ” = dire, raccontare. Il termine latino «fabula» indicava in origine una narrazione di fatti inventati. Gli inizi della favola occidentale coincidono con la produzione del greco Esopo, imitato a Roma da Fedro. Siccome la morale non è scissa dalla politica, cosi la politica non può stare lontano dalla favole. Perché la morale è condensata quasi sempre nella favola. Cosi abbiamo molte favole che descrivano la politica e le prospettive dei cittadini.


Ecco: La favola di Fedro con titolo il lupo e l’ agnello.
Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, si ritrovarono a bere nello stesso ruscello. Il lupo era più a monte, mentre l’agnello beveva a una certa distanza, verso valle. La fame però spinse il lupo ad attaccar briga e allora disse: “Perché osi intorbidarmi l’acqua?”
L’agnello tremando rispose: “Come posso fare questo se l’acqua scorre da te a me?”
“E’ vero, ma tu sei mesi fa mi hai insultato con brutte parole”.
“Impossibile, sei mesi fa non ero ancora nato”.
“Allora” riprese il lupo “fu certamente tuo padre a rivolgermi tutte quelle villanie”.
Quindi saltò addosso all’agnello e se lo mangiò.

Questo racconto è rivolto a tutti coloro che opprimono i giusti nascondendosi dietro falsi pretesti. Ma anche descrive il riporto tra oppressori e oppressi. Nel rapporto tra oppressori e oppressi esiste però una grande contraddizione che spesso impedisce ai secondi di realizzare una filosofia liberatrice. Questa contraddizione consiste nel fatto che gli oppressi ospitano in sé l’oppressore, vivono un dualismo in cui essere significa apparire e quindi somigliare all’oppressore. Per liberarsi, gli oppressi devono innanzitutto prendere coscienza di questa contraddizione.

Un’altra favole che parla di valore della libertà è il lupo e il cane (Lups ad canem) è la settima favola del terzo libro delle Fabulae di Fedro, scritte nel I secolo d.C. Un lupo molto magro e affamato incontra nel bosco un cane allegro e grassottello. I due si mettono a passeggiare e il lupo gli chiede come mai sia così pasciuto e lindo, dato che lui si considera il predatore più temuto della zona, e il cane gli risponde che ha un buon padrone. Infatti il cane custodisce il portone ogni notte, per impedir che i ladri possano entrare nella nobile casa e il padrone ricompensa il suo fedele con abbondanti pasti. Il lupo meravigliato esprime il desiderio di volersi trovare in una situazione simile e il cane lo invita nella sua casa. Camminando, il lupo si accorge che il cane ha la pelliccia del collo rovinata e gli chiede il motivo; l’altro risponde che ciò è a causa del collare che il padrone gli mette il giorno per rimanere in casa e gli toglie la notte per fare la guardia; ma cerca di rinfrancarlo ricordandogli i sontuosi servizi che il lupo riceverà. Ma il lupo offeso dichiara che preferisce mille volte andare a zonzo dove vuole, piuttosto che essere governato da qualcuno con collari e roba simile.


Morale della favola: è più dolce essere liberi e poveri, che ben curati ma trattenuti. Fino a che punto siete disposti a barattare la vostra libertà, le vostre idee, anche il vostro credo religioso, a fronte d un’opulenta ricchezza? Perché come dice Theodor Adorno nella Minima moralia, la libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta. Quello che conta nella vita è la libertà, poiché essa è il fine ultimo di ogni nostra azione per quanto strano possa sembrare e non è detto che la si raggiunga. È la capacità di determinare secondo un’autonomia scelta dei fini e dei mezzi adatti a conseguirli. Se una persona che ha barattato tutto, persino le proprie libertà personali ad esempio la libertà di parola, la libertà politica in cambio di ricchezze più o meno ingenti è felice ha raggiunto il suo fine ultimo, pur barattando le proprie libertà in cambio di ricchezza.


E la terza favola è la rana e il bue, anche una favola di Fedro. Una volta una rana vide un bue in un prato. Presa dall’invidia per quell’imponenza prese a gonfiare la sua pelle rugosa. Chiese poi ai suoi piccoli se era diventata più grande del bue. Essi risposero di no. Subito riprese a gonfiarsi con maggiore sforzo e di nuovo chiese chi fosse più grande. Quelli risposero: – Il bue. Sdegnata, volendo gonfiarsi sempre più, scoppiò e mori. Quando gli uomini piccoli vogliono imitare i grandi, finiscono male. Un’ altra ermeneutica della favola parla di ceti sociali. I ceti sociali espressione indicante la posizione occupata da un dato gruppo nel sistema della stratificazione sociale. La grandissima uniformità sociale, sfortunatamente è la base della società.
Per questo, è possibile affermare che le favole sono fortemente educative; sono, infatti, utilizzate in tutto il mondo e rappresentano una delle più antiche forme di comunicazione. La trama della favola è resa interessante dal fatto che il protagonista abbia un problema da risolvere e viene aiutato da un personaggio che dà degli aiuti o degli strumenti.

La favola e i miti vogliono raccontare la lotta contro le differenze quotidiane facendo scoprire all’individuo. E attraverso la trattazione di temi delle favole troviamo risposte della vita. In altre parole possiamo dire che favola diventa una metafora della vita che cerca soluzioni.

Apostolos Apostolou. Scrittore e professore di politica, corrispondente Progetto Radici Atene Grecia

Redazione Radici

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