L’afa in Campania: tutta una bufala?

L’afa in Campania: tutta una bufala?


Di Anna Loreto

È facilissimo credere ad una bufala o falsa notizia (o fake news, come oggi- abusando dell’inglese- ci si esprime) on line: se si ritiene automaticamente autorevole una persona o una testata giornalistica, o un ente che possa aver diffuso notizie online, oppure un giornalista famoso o qualche autorità che viene ritenuta sempre fededegna, si rischia di incappare in un meccanismo psicologico di accettazione acritica.

Generalmente, non si pensa alla malafede o alla distrazione o magari alla credulità della persona o dei media ritenuti degni di fiducia.
Domenica 8 agosto molte persone, me compresa, hanno creduto allla falsa notizia diramata per lo più attraverso WhatsApp: era un falso comunicato della Protezione civile riguardante un’allerta meteo per la Regione Campania a partire dal 9 agosto, lunedì, fino al 13 agosto, venerdì: esso affermava che si sarebbero toccate punte anche di 47/49 gradi in Campania e che perciò in questi giorni sarebbe stato opportuno osservare alcune precauzioni, come non uscire o non scendere in spiaggia nelle ore più calde del giorno, tenere le proprie autovetture a gas in garage o (per gli allevatori) tenere al riparo il proprio bestiame.


Apparentemente, tutto regolare, anche perché si trattava di consigli di buonsenso soliti ad essere dispensati nelle situazioni di allerta meteo… Eppure, poco più tardi la smentita da parte di salernotoday.it: si trattava di una clamorosa bufala che, per la verosimiglianza dei suoi contenuti e per il caldo afoso e la diffusione di incendi più o meno di origine dolosa di questa estate, era diventata virale in poche ore.


E allora, quali regole dobbiamo tenere presenti per evitare di cascare in una scontata credulità?


Secondo il sito Altroconsumo, dobbiamo stare attenti a titoli roboanti, magari accompagnati da una punteggiatura esagerata; controllare l’esatta grafia di un url, per esempio di una famosa testata on line; dobbiamo avere occhio per foto o video ritoccati o fuori contesto (Facebook suggerisce di verificarli attraverso sito tin.eye), così come per eccessivi e superficiali errori di battitura o di formattazione; bisognerebbe, inoltre, controllare l’attendibilità delle fonti (ad esempio, se la notizia è stata pubblicata da un solo sito, non sarebbe tanto attendibile) e la data di pubblicazione delle stesse; infine, se per caso la notizia non veritiera sia stata diramata per scherzo o per desiderio di visibilità sui social, o per creare intenzionalmente un falso.


Nella fattispecie, il falso comunicato della Protezione civile di domenica 8 agosto si sarebbe potuto sbugiardare grazie ad un piccolo particolare: il “diffondete il più possibile” finale, che non aveva certo il tono di un comunicato ufficiale.

E allora? Mah…Scherzi del caldo…O della fobia degli incendi. Dovremmo esercitare sempre il nostro senso critico!!! Per citare la didascalia di una famosa incisione di Goya, “il sonno della ragione genera mostri”. Sull’onda delle nostre paure, dei nostri timori, perdiamo anche solo il senso del sospetto.


Ma…E le temperature roventi in varie città italiane in questi giorni?

Redazione Radici

Redazione

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