Mantovani:green pass solo dopo il richiamo

Mantovani:green pass solo dopo il richiamo

“I vaccini sono come la cintura di sicurezza in auto: non è che perché l’abbiamo allora passiamo col rosso o superiamo i limiti. Mascherina e distanza non vanno dimenticati, ma usati quando serve”. E il green pass “va dato dopo due dosi e ai guariti con una dose”. Lo afferma Alberto Mantovani, immunologo e direttore scientifico dell’Humanitas di Milano, in una intervista a La Stampa.

E ricorda che “l’anno scorso in California si faceva un tampone a settimana pur di vivere liberamente: il risultato sono stati tanti focolai”. Siamo pronti a fronteggiare la variante Delta? “Come Paese siamo in ritardo, perché manca un programma nazionale di sequenziamento delle varianti con studi di funzione per capire se e quanto siano pericolose. Abbiamo un nemico che cambia e non possiamo non conoscerlo”. Si teme la variante della variante?

“Delta è la quarta che preoccupa, ma ce ne sono state tante e altre ne arriveranno. Bisogna prepararsi”. I vaccinati con due dosi possono stare del tutto tranquilli? “Due dosi proteggono molto dall’ospedalizzazione: 96 per cento sul campo con i vaccini a Rna e 93 con AstraZeneca.

E riducono la trasmissione, anche se non si sa di quanto. Resta un 20-25 per cento di persone che risponde poco alla vaccinazione e può ammalarsi, quasi sempre senza finire in ospedale”. Tra vaccinati è consigliabile non mettere la mascherina? “Personalmente continuo a usarla anche all’esterno, perché si può incontrare qualcuno che non ha risposto al vaccino o una persona fragile”.

È giusto avvicinare la seconda dose per contrastare la variante Delta? “L’intervallo per una protezione ottimale dei vaccini a Rna va da 20 a 40 giorni e per Oxford AstraZeneca da 2 a 3 mesi. Non vedo necessità di cambiare date, ma di aumentare la chiarezza: la seconda dose va fatta assolutamente, i guariti hanno bisogno di una sola dose, Oxford AstraZeneca è un vaccino efficace con un effetto collaterale rarissimo per cui basta non farlo sotto i 40 anni come in Regno Unito o 60 da noi”. E la vaccinazione eterologa? “È stata una scelta di prudenza per gli under 60.

Non è stata molto sperimentata, ma ci sono dati che suggeriscono una possibile risposta migliore. Detto questo penso che le persone abbiano tutto il diritto di essere confuse”. © 9Colonne

Redazione

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