Brexit, parlamento UE: accordo entro domenica o non ci sarà il tempo per discuterlo

Brexit, parlamento UE: accordo entro domenica o non ci sarà il tempo per discuterlo

Di Euronews

 
Brexit, parlamento UE: accordo entro domenica o non ci sarà il tempo per discuterlo
Diritti d’autore  Olivier Hoslet/AP

Pochi passi avanti, un po’ come i camion in fila al porto di Dover, in un anticipo dello scenario Brexit senza accordo. I negoziati sono agli sgoccioli: il 31 dicembre scade il periodo di transizione e le posizioni di Regno Unito e Unione europea sono ancora molto distanti, in particolare sui diritti di pesca nelle acque britanniche e in relazione alla parità di condizioni sulla concorrenza.

Il Portogallo, che il prossimo 1° gennaio assumerà la presidenza di turno dell’Unione europea, ha già assunto il ruolo di mediazione tra il blocco dei 27 e il Regno Unito nel processo Brexit, grazie alle sue relazioni storiche con gli inglesi e al suo status di paese atlantico. Il ministro degli Esteri portoghese Augusto Santos Silva ribadisce la necessità di cooperare con Londra.

Dice Augusto Santos Silva, ministro degli Affari Esteri del Portogallo: “Ho molto rispetto per le trattative sulle quote di pesca, ma gli do il giusto valore. E anche se ora non c’è un accordo sulla pesca, anche se adesso non c’è un accordo sulle condizioni di concorrenza, nei prossimi sei mesi dovremo certamente lavorare molto con il Regno Unito sul coordinamento della politica estera, sulla cooperazione in materia di sicurezza, difesa e antiterrorismo e sulla facilitazione dei contatti tra le persone”.

È il momento della verità. Ha usato queste parole all’eurocamera Michel Barnier, capo negoziatore della Brexit per l’Unione europea, ricordando che sono stati i britannici a fissare un termine stretto per il divorzio, rifiutando ogni proroga del periodo di transizione. “Siamo al momento della verità, ci resta poco tempo, poche ore utili in questi negoziati se vogliamo che l’accordo entri in vigore il 1° gennaio”, ha detto Barnier.

Il tempo stringe e l’accordo non c’è. Con la sua diplomazia, che abbiamo imparato a conoscere, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha fatto sapere attraverso Twitter che i negoziati con il Regno Unito stanno facendo “sostanziali progressi” ma le divergenze sono ancora “grandi”, soprattutto sulla questione della pesca.

Bruxelles vuole che Londra continui a garantire l’ingresso dei pescatori europei nelle acque territoriali britanniche, offrendo la garanzia del mantenimento di un accesso privilegiato al mercato dell’Unione, considerando che l’industria del pesce della Gran Bretagna è fortemente dipendente dalle esportazioni nel blocco UE.

Il tweet della Von der Leyen è stato anche una reazione al commento di uno dei ministri del governo di Boris Johnson, Michael Gove, esponente di spicco della Brexit, che ha detto che c’è meno del 50% di possibilità che venga raggiunto un accordo.

Un “no deal” vorrà dire spese doganali e controlli al confine. Le lunghe code dei tir a Calais in attesa di attraversare la Manica sono un assaggio di quel che succederà dopo il 31 dicembre, fine del periodo transitorio di un anno che doveva servire a mettere d’accordo le parti.

Il parlamento europeo ha posto domenica come termine ultimo per ricevere un “last minute deal”, altrimenti non sarà più possibile organizzare una seduta straordinaria per discutere il testo entro la fine dell’anno.

Antonio Peragine

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