5 anni di Cirio: pro e contro

5 anni di Cirio: pro e contro

di Luca Di Sio

I 5 anni di mandato come Presidente della Regione Piemonte di Alberto Cirio stanno volgendo al termine e, in attesa di scoprire quali siano i risultati delle nuove elezioni indette per i giorni 8 e 9 giugno in cui lo stesso presidente uscente si è ripresentato per conferma del suo operato e del suo mandato, possiamo compiere un’analisi del suo operato, analizzando i lati negativi e positivi, confrontandoli con le promesse della campagna elettorale compiuta nel 2019.

La prima promessa fatta agli elettori è quella sul lavoro e l’economia. Cirio prometteva di promuovere politiche per incrementare l’occupazione, con focus sulle piccole e medie imprese, e di razionalizzare le partecipazioni della Regione in diverse società pubbliche.

L’operato di Cirio in questa materia sono limitate, probabilmente anche per il periodo pandemico affrontato nella sua legislatura; la sua giunta ha promosso bandi per oltre 50 milioni di euro a favore delle piccole e medie imprese e ha lanciato il Fondo di Rilancio e Sviluppo per le piccole e medie imprese, creando le Academy di filiera per migliorare la competitività delle aziende piemontesi.

In conclusione, possiamo dire che gli sforzi del Presidente di Forza Italia non sono vani, anzi hanno permesso di dare un paracadute alle aziende piemontesi per affrontare l’emergenza pandemica. Guardando i dati ISTAT possiamo notare come il tasso di disoccupazione nel 2018, anno precedente alla sua elezione, era del 7.2% (tra i migliori della penisola) mentre ad oggi, alla fine del suo mandato, è rimasta invariata alla stessa percentuale.

Senza infamia e senza lode, voto: 6 

La seconda priorità della giunta Cirio, secondo il suo programma elettorale, era la sanità. Settore dove puntava a ridurre le liste di attesa, aumentare il numero dei medici e di infermieri e, infine, coinvolgere il settore privato nella realizzazione di strutture sanitarie.

Probabilmente Cirio non ha avuto il vento in poppa in questo particolare settore, dovuto dal problema della pandemia, ma tutto sommato il suo operato è stato sufficiente. Ha promosso l’introduzione di borse di studio per specializzandi medici con l’obbligo di rimanere in Piemonte per almeno cinque anni e, come da programma, ha spinto fortemente per la realizzazione di importanti strutture sanitarie come il Parco della Salute di Torino e la Città della Salute di Novara (opere che non sono ancora state portate al termine).

Uno dei migliori cambiamenti, voto: 7 

Terzo punto dell’agenda Cirio sono infrastrutture e trasporti. Proponeva la conclusione della Torino-Lione e la risoluzione delle problematiche di viabilità locali.

Forse il punto più carente e ignorato dalla giunta uscente, sebbene siano iniziati i lavori per estendere la metro di Torino a una seconda linea. Infatti, i mezzi per raggiungere le principali città piemontesi, fatta eccezione per il capoluogo Torino, non sono sufficienti, mancano autobus, treni (anche se comprati di nuovi per motivi di sostenibilità ambientale) e mezzi nelle fasce orarie serali e notturne che sono totalmente assenti. I problemi non mancano anche nel capoluogo, dove la città metropolitana ha dovuto alzare i prezzi dei biglietti per i mezzi per sopperire alle gravi lacune di GTT (azienda che si occupa del trasporto dei mezzi pubblici a Torino e dintorni). Senza dimenticare che i costi di biglietti e abbonamenti è tra i più alti d’Italia.

Qua Cirio ha perso il treno, voto: 5

Ulteriore punto in agenda era quello dell’ambiente, tema sempre più di interesse delle fascie più giovani. La promessa era di sostituire gli impianti di riscaldamento obsoleti per ridurre l’inquinamento, soprattutto nella città di Torino.

Nel 2018, anno precedente all’elezione di Cirio, i livelli di inquinamento atmosferico erano molto elevati, tra i più alti d’Italia insieme a Lombardia e Veneto. La qualità dell’area in molte zone urbane e non solo superava i limiti stabiliti dall’Unione Europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

La situazione nel 2024 non è cambiata di nulla, restando una delle regioni peggiori della pensola italiana, con i livelli di inquinamento che continuano a superare i limiti.

Guardando solo i dati il voto sarebbe fortemente insufficiente, ma il peso del cambiamento climatico deve essere portato dal paese intero, dall’Europa nella sua totalità e dal Mondo.

Prestazione gradevole delle giunta di centrodestra la si può individuare nel tema del sociale e della famiglia, settore in cui sono stati stanziati 42.5 milioni di euro per il potenziamento delle competenze genitoriali e il supporto ai minori in situazioni di fragilità. Cirio è riuscito anche a sbloccare il recupero di 216 alloggi popolari che era bloccati o confiscati da diversi anni.

Buon lavoro ma è abbastanza, voto: 6 

La situazione è rimasta invariata per molti altri settori, come l’istruzione e la formazione, dove l’Università degli Studi di Torino, la migliore nella classifica delle università piemontesi, si trova alla medesima posizione (la nona) sia nel 2018 che nel 2024.

Stessa sorte anche per l’agricoltura e il turismo. 

Il risvolto della medaglia lo si vede sulla sicurezza, campo in peggioramento soprattutto a Torino e provincia, ma anche nelle altre città piemontesi. Torino svolge un ruolo di lente di ingrandimento per la regione, infatti le denunce nella città erano nel 2018 di circa 100.000, ma nel 2023 hanno subito un repentino aumento di oltre 40.000 denunce. I reati sono gli stessi per i due dati, soprattutto rapine, furti e truffe. Attenzione all’impennata dei reati informatici.

Saranno questi risultati sufficienti che permetteranno a Cirio di ottenere nuovamente la fiducia dei piemontesi? Oppure, la scalpitante avversaria del Partito Democratico Gianna Pentenero riuscirà a fare le scarpe al collega dell’opposizione?

Come direbbero in una competizione sportiva: che vinca il migliore!

Luca Di Sio

Redazione

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