Roma, protesta degli studenti della Sapienza contro la collaborazione accademica con Israele

Roma, protesta degli studenti della Sapienza contro la collaborazione accademica con Israele

di Alice Ceccarelli

Foto @cambiarerotta_roma su Instagram

Prima due studentesse si sono incatenate davanti all’ingresso del Rettorato; poi è partito un corteo a cui hanno partecipato diversi comitati studenteschi. Questa è la risposta degli studenti dell’università Sapienza di Roma alla decisione del senato accademico di non interrompere la collaborazione scientifica con le università israeliane. Due le persone arrestate.

Nelle ultime settimane diverse università italiane sono state sfondo di proteste contro il bando di cooperazione tra Italia e Israele, promosso dal Ministero italiano degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (MAECI) per finanziare progetti congiunti di ricerca in vari ambiti scientifici e tecnologici. Molti atenei hanno deciso di non partecipare al bando, tra cui le università di Torino, Bari e Pisa, quest’ultima puntando sul fatto che la Costituzione italiana “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Contro la partecipazione al bando di collaborazione del MAECI, la cui scadenza era fissata allo scorso 10 aprile, i collettivi studenteschi universitari avevano scioperato di fronte alla Farnesina il 9 aprile, criticando l’iniziativa del Ministero, in quanto rischierebbe di finanziare tecnologie sfruttabili sia a livello civile che militare.

Ancora una volta, martedì pomeriggio, i comitati studenteschi della Sapienza sono scesi in piazza, prima di fronte al Rettorato, poi nel quartiere San Lorenzo, sollecitando l’eliminazione di tutte le collaborazioni attive tra Sapienza e le università israeliane e chiedendo le dimissioni della rettrice Antonella Polimeni. I manifestanti sono stati bloccati dalla polizia e due di loro sono stati arrestati per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale; entrambi sono stati oggi rilasciati in attesa dei processi, previsti per il mese di maggio. “Avevamo convocato uno sciopero per richiedere una presa di posizione da parte dell’ateneo contro il genocidio in Palestina e il recesso degli accordi militari stipulati da Sapienza con aziende belliche e università israeliane. La risposta che abbiamo ricevuto è quella di una Rettrice che conosce soltanto il manganello come metodo di gestione del dialogo con gli studenti”, commentano gli attivisti del Fronte della gioventù comunista.  In seguito agli scontri, il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha espresso solidarietà alla Rettrice Polimeni, giudicando “quello che sta accadendo all’Università La Sapienza […] vergognoso”. Arriva anche la condanna della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Devastazioni, aggressioni, scontri, assalti a un Rettorato e a un Commissariato, con un dirigente preso a pugni. Questo non è manifestare, ma delinquere”. Ancora nessun commento da parte della Rettrice.

Lo stesso pomeriggio di martedì, i diversi Organi collegiali dell’università Sapienza hanno approvato un documento in quattro punti in cui esprimono “sentimenti di dolore e orrore suscitati dall’escalation militare e dalla conseguente crisi umanitaria alle quali si sta assistendo in Palestina”, ma che comunque ribadisce “l’idea che il boicottaggio della collaborazione scientifica internazionale, la rinuncia alla libertà della didattica e della ricerca, e la negazione delle associate responsabilità di ogni singolo ricercatore possano favorire la pace e il rispetto della dignità umana”. Ferma è la necessità della comunità scientifica di “difendere il carattere universalistico e libero della ricerca scientifica, che costituisce la condizione della sua stessa esistenza e la premessa necessaria affinché essa possa trasformarsi in uno strumento di incontro pacifico, scambio e comprensione tra popoli e culture”. Altrettanto decisa è la risposta degli studenti al comunicato del senato accademico: “Solo una dichiarazione per pulirsi la coscienza. Nessuna intenzione concreta di interrompere la complicità con il genocidio. La risposta del Senato è vergognosa. E sono vergognose le cariche della polizia”. Le proteste sono continuate ancora oggi, con studenti che si sono incatenati davanti alla sede del rettorato e che hanno cominciato uno sciopero della fame che continuerà fino a quando la Rettrice Polimeni non ascolterà le richieste degli attivisti, come il comitato Cambiare Rotta fa sapere.

Redazione Radici

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