Come la tecnologia manipola la democrazia

Come la tecnologia manipola la democrazia

Negli ultimi anni i social network hanno assunto sempre più importanza nella società e i leader dei partiti non si sono tirati indietro nell’utilizzo, indirizzando sempre di più la politica verso una politica-spettacolo.

Nella politica odierna è possibile osservare costantemente campagne elettorali sui social media, questo dimostra come il rapporto tra social e politica sia reciproco; i primi hanno modificato il modo di vivere di tutti noi e, d’altra parte i partiti politici hanno deciso di sposare un marketing mediatico per cercare di catturare l’interesse di più cittadini possibili. Capita però che gli stessi politici commettano degli errori che i social network e gli utenti non perdonano; è successo in questi giorni al Ministro dell’istruzione leghista Giuseppe Valditara dopo un post pubblicato su X (ex Twitter) di ricevere dei commenti poco gradevoli che sottolineavano alcuni errori grammaticali.

Si nota, come spazio pubblico e spazio digitale nel corso degli anni si sono fluidificati sempre più; cosa comporta questo legame?

Si nota un contrasto tra rapidità versus lentezza; i social network costringono gli utenti a utilizzare una comunicazione veloce, basata su slogan e hashtag; questo modo di comunicare permette sì di arrivare a più persone, ma tralascia quell’ascolto verso l’altro che, viceversa in uno spazio pubblico è possibile gestire con tempi e espressioni comunicative diverse.

Una conseguenza di tutto questo mutamento comunicativo si può riassumere con la seguente frase:

«il linguaggio modifica il pensiero e quest’ultimo modifica la realtà», con questo voglio arrivare a sottolineare un cambiamento nella rappresentanza e partecipazione politica.

Spesso si sente parlare di crisi della rappresentanza democratica; molti esperti pensano che quest’ultima deve essere accompagnata ad una analisi riguardo il luogo dove viene applicata, e analizzare il piano comunicativo di quel luogo. Gli effetti antropologici della rivoluzione digitale verranno misurati tra decenni, quello che però già è noto è l’alto tasso di intrusività nella vita di ciascun cittadino; questa intrusione cambia inevitabilmente il rapporto che i cittadini (utenti) hanno con il prossimo.

Redazione Radici

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