Il sostegno non sia escamotage per raggiungere il ruolo!

Il sostegno non sia escamotage per raggiungere il ruolo!

Dario Patruno

Il sito informazionescuola.it ha pubblicato il 2 marzo la lettera di una docente di sostegno che stigmatizza come il sostegno diviene un mezzo per transitare nel ruolo.

La specializzazione sul sostegno non può essere una scorciatoia per il ruolo.

“Scegliere di specializzarsi sul sostegno non deve essere una scelta di comodo per raggiungere il ruolo in fretta, la lettera di una lettrice.

È fondamentale sottolineare che la competenza nel campo del sostegno non si limita all’esperienza pratica, ma richiede anche una profonda consapevolezza delle dinamiche territoriali e dei servizi di supporto disponibili. Proprio per questo motivo, sarebbe auspicabile promuovere la creazione di cattedre miste che favoriscono una formazione più completa e consapevole.

Inoltre, è importante considerare l’aspetto motivazionale: coloro che scelgono di dedicarsi al sostegno devono farlo con autentica passione e impegno, evitando la possibilità di cambiare facilmente ambito lavorativo. Questo approccio garantirà un maggiore impegno e dedizione da parte degli insegnanti verso gli studenti con bisogni speciali, preservando i diritti e il benessere di migliaia di bambini e ragazzi coinvolti.

L’aspirazione e la libertà di scelta sono valori importanti, ma devono essere bilanciati con la responsabilità e il rispetto dei diritti di tutti gli studenti, in particolare di coloro che necessitano di un sostegno specifico per poter apprendere e crescere al meglio.

Confidando nella vostra sensibilità verso questo tema cruciale, vi ringrazio per l’attenzione e vi invito a riflettere su come possiamo migliorare l’approccio al sostegno scolastico per garantire un ambiente educativo inclusivo e rispettoso per tutti.”

L’articolo stigmatizza come il sostegno venga utilizzato come esclusivo mezzo, peraltro consentito dalla normativa, per transitare e ottenere in tempi brevi il ruolo in altra materia.

Vi sono leggi che normano materie delicate, quali la cura di persone che hanno fragilità che richiedono competenze e dedizione totale, non trasferibili ogni anno da docente a docente. Queste leggi sul sostegno vanno cambiate, rendendo il sostegno una vocazione e non un trampolino per altro. Purtroppo questo è avvenuto in dispregio alla parità di trattamento tra insegnanti e creando ulteriori disparità tra precari che devono avere ai nastri di partenza la stessa postazione.  Una volta ottenuto il ruolo queste persone devono rimanere con i soggetti a loro affidati. I traumi che questi ragazzi subiscono ad ogni cambio di insegnanti sono enormi e quindi si metta mano ad una riforma seria che riconosca le “vocazioni” umane prima che professionali al sostegno. La scuola non è un saloon da far west con le porte girevoli.

I Ministri competenti Valditara (istruzione) e Locatelli (disabilità) ne tengano conto. Questo significa riconoscere il “Merito” in un ruolo che tratta la disabilità   come contorno ai saperi scolastici e che merita la priorità, la serie A.

 

Redazione Radici

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