Premierato, per Meloni è ‘la madre delle riforme’

Premierato, per Meloni è ‘la madre delle riforme’

Leonarda Manna

È stato approvato all’unanimità in Consiglio dei ministri il disegno di legge sulle riforme, dove il premierato, dice Meloni, ‘è la madre di tutte. Basta giochi di palazzo’. La premier si è anche detta ‘favorevole’ al ritorno alle urne in caso di sfiducia. Critica Schlein: ‘Il premierato smantella il parlamentarismo’. Il governo lavora al piano Mattei per l’Africa: Meloni spiega che c’è una ‘cabina di regia’ che coordina e presenta una relazione annuale in Parlamento.

“Considero questa la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia”. Lo dice Giorgia Meloni, e lo ripete più di una volta. Il consiglio dei ministri ha approvato la riforma costituzionale per introdurre l’elezione diretta del presidente del Consiglio. “Sarà la volta buona” dice Meloni dopo anni di tentativi, per “fare una rivoluzione”. Via libera del Cdm alla bozza: il premierato ‘all’italiana’, prevede l’elezione diretta del premier, un premio di maggioranza del 55% alla coalizione a lui collegata e una norma ‘antiribaltone’. Nella nuova versione il premier eletto può cambiare una sola volta nel corso della legislatura e, qualora questi non ottenga la fiducia o cessi per altre ragioni, si andrà a nuove elezioni dopo lo scioglimento obbligatorio delle Camere da parte del presidente della Repubblica. In caso di crisi di governo il capo dello Stato “può conferire l’incarico di formare il Governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare che è stato candidato in collegamento al Presidente eletto, per attuare le dichiarazioni relative all’indirizzo politico e agli impegni programmatici su cui il Governo del Presidente eletto ha ottenuto la fiducia”.”Garantire ai cittadini il diritto di decidere da chi farsi governare, mettendo fine ai ribaltoni, al trasformismo e ai governi tecnici”, è il senso della riforma annunciato da Meloni, che assicura: “Non vogliamo imporre una riforma ma trovare il più ampio consenso possibile”; tuttavia il premierato “è una priorità” e “abbiamo responsabilità di cogliere questa occasione”. E aggiunge: “ho fatto quello che è scritto nel nostro programma elettorale: faccio la riforma e la consegno agli italiani, ma questo nulla ha a che fare con l’andamento del governo”. Poi: “abbiamo deciso di non toccare le competenze del Presidente della Repubblica” e dice che “chiaramente c’è stata un’interlocuzione con gli uffici” del Capo dello Stato, “come avviene per tutti i provvedimenti e particolarmente su questa materia”. La riforma comporterà anche una nuova legge elettorale: “Il tema per ora è aperto”, in particolare per quanto concerne la scelta tra turno unico e ballottaggio. Il vicepremier Antonio Tajani: “è una battaglia storica dai tempi dei governi Berlusconi” e con la quale “rispettiamo il mandato ricevuto dagli elettori”. Matteo Salvini parla di “un passaggio importante, perché rafforzare il governo a livello centrale e nel contempo applicare quello che prevede la Costituzione in termini di autonomia significa dire dare più senso e più peso al voto dei cittadini”.

“È una riforma pasticciata e pericolosa perché indebolisce nuovamente il Parlamento, è una riforma che limita le prerogative del Presidente della Repubblica e che smantella la forma parlamentare”, attacca la segretaria del Pd Elly Schlein, mentre il leader di Azione Carlo Calenda la ribattezza “l’Italierato. Non è un cancellierato (che avremmo approvato), non è un premierato, non è Presidenzialismo o semi-presidenzialismo. È una nostra invenzione mai fino ad ora sperimentata nel mondo”.


“Avendo messo a terra le obiezioni, abbiamo cercato di costruire un modello che potesse soddisfare anche le esigenze delle opposizioni: mi auguro che il punto di caduta ci sia perché il nostro sforzo è stato massimo. Di fronte alle obiezioni abbiamo messo da parte l’elezione diretta del presidente della Repubblica e mi auguro che questa riforma possa trovare un ampio consenso a livello parlamentare”. Così il ministro delle Riforme, Elisabetta Casellati, illustrando in conferenza stampa il disegno di legge costituzionale sull’elezione diretta del presidente del Consiglio. “Sono al lavoro da subito – rivela Casellati – per mettere a terra una riforma elettorale, in presenza di questa novità c’è una legge elettorale che va adattata a quella che è la forma di governo. Ci sarà un’ampia consultazione come sempre”. “Ci sarà l’individuazione di una soglia – aggiunge il ministro – il 55% rimane un’ipotesi minima, potremmo anche superarla”.

Antonio Peragine

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