La strage di Gaza: il ruolo dei popoli e dei media

La strage di Gaza: il ruolo dei popoli e dei media
© Majidi Fathi/ NurPhoto via AFP - Gaza

“À la guerre comme à la guerre” dicono i francesi perché, purtroppo, ogni situazione va accettata per quel che è, con tutti gli annessi e connessi. Potremmo dunque dire che il conflitto scatenatosi nella sottile fetta di terra confinante tra Israele e il Mar Mediterraneo, (con quasi diecimila morti ad oggi, primo novembre), (ieri ndr), ha una sua giustificazione cosi’ come i morti che sarebbero delle vittime, anzi degli incidenti di percorso per liberare gli ostaggi israeliani che Hamas ha fatto nella carneficina del 7 ottobre e per far fuori una volta per tutte questa organizzazione terroristica

Nel fiume di parole che si sono dette e scritte, vorremmo soffermarci su due punti. Primo: perché’ il mondo intero è indignato di fronte al comportamento schizofrenico belligerante di Netanyahu ma chi detiene il potere tace e, anzi, giustifica l’azione militare d’aria e di terra come l’unico modo per raggiungere i due scopi di cui sopra? È mai possibile che le masse che si sono mobilitate in ogni angolo della terra non abbiano proprio alcun potere? Come mai se la popolazione parigina insorgeva contro il re e la regina e dava l’assalto alla Bastille iniziava una rivoluzione che avrebbe rovesciato governi e cambiato il mondo e oggi con i social, le maggiori possibilità di mobilitazione e di attivismo tutto finisce in una bolla di sapone? Perfino la Greta internazionale tanto adorata dall’Establishment dopo aver proferito parola sulla sofferenza dei palestinesi è stata durissimamente criticata da Israele.

È mai possibile che non ci si renda conto che se nessuno muove un dito contro cio’ che sta accadendo avremo sempre piu’ attacchi come quello alle torri gemelle, alle metropolitane a Londra, sulla Rambla a Barcellona, a Parigi e in Israele? È mai possibile che Hillary Clinton dica che non ci puo’ essere una tregua ai bombardamenti a Gaza perché’ cio’ permetterebbe ad Hamas di riorganizzarsi? E qui arriviamo alla seconda osservazione. Perché’ i media occidentali, quelli approvati dai vari “regimi” democratici continuano a soffermarsi sulla legittima azione di Israele e non passano le immagini che si possono al contrario trovare su specifici canali oppure su Al Jazeera? Hanno forse paura di urtare la sensibilità degli spettatori? Assolutamente no, visto cio’ che ogni giorno ci propinano anche in fasce orarie protette sdoganando film horror, contenuti sensibili e controversi.

Come mai illustri giornalisti dicono che il mondo islamico dovrebbe farsi carico di una possibile diaspora palestinese senza pensare che attirare i palestinesi in casa propria significa spostare l’obbiettivo israeliano da Gaza ad altre destinazioni. Si tratta di domande retoriche in quanto la risposta c’e’ ed è lampante e, di contro, la verità si puo’ distorcere a proprio uso e consumo. Ricordiamoci dunque che i governi, se stolti, vanno rovesciati. Il popolo deve prendere coscienza del proprio potere che va anche oltre i carri armati (vedi Piazza Tienanmen). La gente deve informarsi e oggi lo puo’ fare. Il corso della storia puo’ e deve essere cambiato ognuno facendo la propria parte.

Certo che, se il grasso Occidente non vuole lasciare la comodità del proprio salotto davanti a serie tv che inebetiscono, mangiando fast food non c’e’ speranza e Gaza soccomberà ad Israele e il mondo presto se ne dimenticherà ma stiamo certi che i bambini che sopravviveranno alla carneficina quotidiana a Gaza cresceranno soltanto con un obiettivo. Vendetta. E non soltanto contro gli autori di questo massacro ma anche contro tutti coloro che lo hanno giustificato. Prepariamoci che il peggio deve ancora venire.

Sagida Syed (giornalista e docente)

Redazione

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