Il giro dell’oca: il libro più intimo di Erri de Luca

Il giro dell’oca: il libro più intimo di Erri de Luca

di Debora D’Ettorre

Il Giro dell’oca è uno dei libri definito tra i più intimi di Erri De Luca, pubblicato nel 2018 dalla Feltrinelli.

Il sapore della lettura di questo libro è lo stesso che ritroviamo negli altri dello stesso autore, ma con una scrittura che suona con delicatezza le corde più profonde del lettore.

Una storia di una paternità mancata e affrontata, come accade di rado, dal punto di vista del padre e non del figlio: il protagonista instaura un dialogo con il figlio mai nato, il suo stesso sangue di cui è stato privato per scelta della madre di sottoporsi a un aborto.

La lettura del libro Pinocchio suscita in lui il desiderio di conoscere questo figlio, di parlarci, di costruirlo nella sua mente come se fosse un burattino in legno. Ciò gli permette di iniziare un monologo raccontando la propria vita, infanzia, esperienze di vita e passioni carnali, senza mai scivolare sul volgare.

Passaggio fondamentale nel libro si ha quando il monologo si trasforma in dialogo, e questo figlio vivo solo nell’immaginario di un uomo mai stato padre, risponde esponendo le sue idee.

Mio: è la dichiarazione di affetto, di certezza, di vincolo di sangue. Se sei Mio padre, devi dire Mio figlio. Fai sentire nella voce la lettera maiuscola”.

Il dialogo interiore permette al protagonista di fare pace con quella parte di sé rimasta nell’ombra per molti anni, dandogli la possibilità di dire per la prima volta “Mio” e di nominare qualcosa che non aveva avuto il coraggio di fare prima di allora: Figlio.

La scrittura di Erri De Luca nella sua semplicità porta dentro la poesia, non espressa con parole ricercate ma dagli spazi tra di esse. E la chiave di lettura per questo autore è proprio questa: cogliere il significato tra le righe, osservare i silenzi, gli “a capo”, le punteggiature mai banali e mai abusate. In questo libro, è necessario più che mai.

Il lettore riemerge da questa lettura con una leggerezza consapevole, pur avendo affrontato un dramma. Il figlio non nascerà mai, ma l’uomo per la prima volta accetta l’essere padre di un non figlio. Il giro dell’oca è il significato di un percorso di vita che non segue le caselle giuste né quelle aspettate: segue solo i dadi.

Magnifica metafora della vita che non segue le strade che ci immaginiamo o desideriamo, ma i dadi lanciati da qualcun altro, identificato e chiamato con i nomi di Destino, Dio, Karma, Natura.

Il giro dell’oca è il giro della vita. La forza sta nel fatto che fino all’ultimo giro, i dadi possono essere lanciati. L’ultima possibilità muore con l’ultimo respiro, mai prima.

 

Redazione

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