“Non toglietemi la patente, devo incoronare Carlo III”

“Non toglietemi la patente, devo incoronare Carlo III”
© ALASTAIR GRANT / POOL / AFP - Edward Fitzalan-Howard, Duca di Norfolk

Il duca di Norfolk in tribunale per essere passato con il rosso ma non evita sei mesi di sospensione. Giudici inflessibili: i disagi non “così eccezionali”

Il duca di Norfolk che, negli ultimi venti anni, si è dedicato all’organizzazione dei funerali di Elisabetta II ha cercato, invano, di evitare che gli togliessero la patente sostenendo che ne ha bisogno per organizzare l’incoronazione di Carlo III.
Ma la prestigiosa incombenza non è bastata ad evitargli sei mesi di sospensione del permesso di guida.

Il duca di Norfolk che, apparso ieri dinanzi a un tribunale di Londra, ha ammesso di aver guidato la sua “vecchia Bmw” mentre era al telefono con la moglie e di aver pure attraversato un semaforo con il rosso. Ma si è dilungato per circa mezz’ora nell’elencare “il disagio eccezionale” a cui andrebbe incontro se fosse incappato nella pena massima.

L’incidente è accaduto il 7 aprile scorso e adesso il ‘nodo’ è arrivato al pettine. Il duca aveva già nove punti di penalità, perché nel 2018 è stato ‘pizzicato’ per ben due volte superare i limiti di velocità nel 2018. Arrivando a 12 punti in tre anni, rischiava proprio il divieto di circolazione.

Edward Fitzalan-Howard, Earl Marshal (conte maresciallo d’Inghilterra), è il diciottesimo duca di Norfolk da quando, nel 2002, è morto suo padre.

I Norfolk organizzano funerali, incoronazioni e anche l’apertura del Parlamento dal 1672: a suo nonno toccò la regia dell’incoronazione della regina nel 1953, dei funerali di Stato di Winston Churchill nel 1965, dell’investitura di re Carlo III come principe di Galles nel 1969. La sua è una delle più antiche famiglie aristocratiche della Gran Bretagna, con un lignaggio che risale a Edoardo il Confessore.

Secondo la House of Lords Act 1999, proprio grazie alle sue funzioni di Earl Marshal, Norfolk è uno dei due soli pari ereditari ammessi automaticamente alla Camera dei Lord, senza essere eletto dal corpo generale dei pari ereditari (l’altro è il Lord Gran Ciambellano). La famiglia ha da sempre legami con la famiglia reale: basti pensare che il terzo duca di Norfolk era zio di Anne Bolena e Catherine Howard, entrambe divenute mogli di Enrico VIII.

Nell’udienza di lunedì, il duca, che ha un patrimonio stimato in 100 milioni di sterline, ha sostenuto che ha bisogno della patente perché avrebbe altrimenti “difficoltà straordinarie” nell’organizzare l’incoronazione; e anche che ne ha bisogno per occuparsi delle sue tenute nel Norfolk e nello Yorkshire, visto che è preoccupato del “collasso completo della natura”.

L’udienza è stata secretata per motivi di sicurezza perché il duca ha rivelato i dettagli dei piani dell’incoronazione. Il duca ha ammesso di avere ovviamente i mezzi per “assumere un autista” ma che “è praticamente impossibile avere abbastanza autisti” da consentirgli di “portare a termine questo compito nel posto giusto”.

Gli è stato vietato di guidare per sei mesi e i magistrati, guidati da Judith Way, gli hanno pure fatto notare che potrà incappare in qualche “disagio” ma che non li trovano “così eccezionali”.

AGI

 

Redazione Radici

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