Il critico d’arte Melinda Miceli spiega ‘La decollazione del Caravaggio’

Il critico d’arte Melinda Miceli spiega ‘La decollazione del Caravaggio’

” La decapitazione di San Giovanni Battista di Caravaggio fu realizzata (361×520 cm) nel 1608 a Malta, perché a quell’epoca Caravaggio era ricercato da un “bando capitale” per aver assassinato, a Roma, Ranuccio Tommasoni. Sulla tela è effigiato il celebre episodio narrato dai Vangeli di Matteo e Marco ma diversamente dall’iconografia tradizionale, ovvero con il capo già mozzato di Giovanni offerto da Erode a Salomè su un vassoio.  Molto rara è la raffigurazione dell’evento cruento della decollazione; la scena sembra risentire, nella sua drammaticità, della sua angoscia di anima braccata.

Grazie a questo maestoso dipinto Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, ottenne l’onore della Croce di Malta. L’ Opera è conservata ed esposta nell’Oratorio di San Giovanni Battista dei Cavalieri nella Concattedrale di San Giovanni a La Valletta (Malta). Il muro della prigione interrotto da inferriate, due prigionieri osservanti la scena e il tono cupo dell’Opera investita solo di contrasti luminici,rievocano una drammatica esecuzione, eseguita alle prime luci dell’alba.

Luci “accese” caravaggesche su una scenario atroce dove lo sfondamento dello spazio è ottenuto dal buio dell’androne-quinta che fa emergere solo il corpo fulgente dell’assassino; macchina teatrale tutta la trama fissata sul fondale in penombra dal tono tenebroso, incorpora presente passato e futuro in un istante passato alla storia. A destra della donna anziana inorridita da questo efferato omicidio, c’è un uomo che indica il bacile dove finirà la testa del Battista, tenuto in mano dall’ancella. Il Battista è facilmente riconoscibile grazie alla veste di peli di cammello intrecciati che era solito indossare. I personaggi della scena sembrano rassegnati ad un avvenimento tragico che si svolge  per Volontà Superiore.

Solo san Giovanni Battista, ormai morto, mostra un’espressione da personaggio vivo, conscio del suo sacrificio come vero precursore di Gesù Cristo sulla croce. Al centro della composizione è il corto pugnale, detto “misericordia”, che serviva a finire un avversario ferito mortalmente, col quale il boia s’appresta a staccare la testa dal busto; al di sotto del Santo la spada con cui era stato scagliato il primo colpo, mentre una corda recisa e fissata ad un anello sulla parete a destra fa intuire cos’era successo qualche istante prima, quando il Santo era stato slegato e portato avanti. La posizione dei personaggi è disposta secondo uno schema piramidale, laddove l’ancella che sorregge il bacile è piegata per controbilanciare l’atletica figura del carnefice. La necessità di un realismo più intenso e incisivo era un’esigenza sentita dalle autorità ecclesiastiche del tempo, Caravaggio spinge l’osservatore-fedele ad un’immedesimazione totale, che passa per lo stesso luogo  sacro a cui il dipinto era destinato.

Caravaggio con questa famosa tela inaugura il nuovo “verso” della pittura barocca. Lo stesso Artista ne fu soddisfatto dato che l’Opera é l’unica a portare il suo autografo. Il sangue che sgorga dal collo del Battista traccia sul terreno la firma del pittore, che non fu ritenuta originale fino all’ultimo restauro del 1900. “f. Michel Ang” non è riscontrabile nelle altre opere dell’artista, dove la f sta per “fra”, ovvero il titolo dato ai Cavalieri di Malta, il resto è il suo nome, Michelangelo. Il Caravaggio qui si segna col sangue cercando una redenzione quasi a volersi purificare del delitto di cui si era macchiato, una firma che sa di simbolo di eterna dannazione. La committenza sembrò gradire il plasticismo epico caravaggesco, tale da investirlo cavaliere; ricevette due schiavi e una collana d’oro.

A Malta Caravaggio era giunto nel 1606 in seguito all’accusa di omicidio avvenuto a Roma di un uomo, forse suo rivale in amore, e per il quale venne posta una taglia. Trovò asilo sull’isola presso i cavalieri della Croce di Malta e provò a ottenere la grazia da Alof De Vignacourt, all’epoca Gran Maestro dell’Ordine. Non si hanno notizie del perdono ottenuto, ma si sa che Caravaggio divenne Cavaliere dell’Ordine di Malta e che per Esso eseguì lavori fondamentali per il proprio curriculum artistico e per la storia dell’arte, come “La Decapitazione di San Giovanni Battista” e il ritratto di Alof de Vignacourt e la sua corte. Nel 1608 venne arrestato, imprigionato, ed espulso dall’Ordine.

Le circostanze di tale evento restano avvolte nel mistero ma si suppone che si tratti di una nuova lite in cui un Cavaliere rimase gravemente ferito. L’inquieto artista riuscì a fuggire da Malta nell’agosto del 1608 e da questo momento le tracce di Caravaggio a Malta si perdono. Il fuggiasco si diresse verso la Sicilia per arricchire artisticamente anche la nostra isola, ma lasciò a La Valletta molti segni della sua presenza che contribuiscono a conferire un valore inestimabile al patrimonio artistico dell’isola, capitale della Cultura Europea 2018. La vera curiosità che sta dietro la somma Opera é questa: quando il pittore fuggì dall’isola poco dopo, la bolla con cui veniva radiato dall’ordine, fu letta proprio davanti a questo quadro”.

Dott.ssa Melinda Miceli Scrittrice e Critico d’arte

Redazione

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