L’impero russo e la questione ucraina

L’impero russo e la questione ucraina
Defenestrazione di Praga, 1618. Olio di Václav Brožík. XIX secolo. National Gallery of Victoria, Melbourne

I cambiamenti nel XVII secolo

Nel corso del XVII secolo il mondo slavo stava attraversando una profonda crisi che determinò, successivamente, profondi cambiamenti politici e sociali.

Le potenze occidentali si stavano trasformando, pian piano, in potenze coloniali, mentre l’Europa centro-orientale sperimentava logoranti guerre di religione nate fra l’opposizione della Boemia all’impero asburgico. Nel frattempo, l’impero russo proseguiva lo scontro con la Confederazione polacco-lituana, mentre gli Ottomani proseguivano verso Vienna.

La Guerra dei trent’anni

Negli anni successivi al Concilio di Trento (1545-63) il mondo cattolico si era opposto alla grande diffusione del protestantesimo, dando vita alla Controriforma.

Queste dinamiche portarono, nuovamente, all’obbedienza del cattolicesimo romano, un evento verificatosi in gran parte nell’Europa centro-orientale e nel mondo slavo. Proprio nel mondo slavo, infatti, la riconquista cattolica dell’Europa diede vita a un sanguinoso conflitto: la Guerra dei trent’anni.

Il conflitto nacque nell’antica capitale del regno boemo, Praga. In Boemia, il protestantesimo si era, negli anni precedenti, fortemente radicato e la riconquista cattolica aveva favorito, inevitabilmente, sollevazioni e ribellioni. Il secolo XVII vedeva il duro scontro tra i protestanti di “origine hussita” e i cattolici.
Lo scontro degenerò nel 1618 quando un’ambasceria degli Asburgo si recò a Praga per ottenere il riconoscimento di Ferdinando II d’Asburgo come re di Boemia. Gli ambasciatori vennero “defenestrati”. Inizia così il lungo e sanguinoso scontro.

A partire dalla battaglia della Montagna Bianca, del 1620, il conflitto si estese in tutta Europa, coinvolgendo la stragrande maggioranza delle potenze cattoliche. Lo scontro terminò nel 1648 con la pace di Westfalia che determinò la consegna definitiva della Boemia agli Asburgo e, in area baltica, si affermava il dominio svedese.
I conflitti in Europa non finirono: rimaneva aperto quello tra impero russo e lo Stato polacco-lituano.

L’impero russo, lo Stato polacco-lituano e l’Ucraina

Lo scontro tra lo Stato polacco-lituano era proseguito tra XVI e XVII secolo con alterne vicende. All’inizio del secolo, la Confederazione polacca-lituana aveva esteso il proprio dominio su gran parte del territorio slavo, arrivando all’occupazione di Mosca tra il 1610-12. Le conquiste da parte dello Stato polacco-lituano segnarono l’espansione verso oriente e inizia a manifestarsi, così, la debolezza interna della Russia.
La fine della dinastia del Jagelloni di Lituania determinò una monarchia a carattere elettivo in cui i protagonisti erano le grandi famiglie nobiliari.

Durante il periodo dei Torbidi (1598-1613) – periodo che va dalla fine della dinastia dei Rjurikidi all’ascesa dei Romanov – i boiari russi pensarono di imitare il modello polacco, ma l’avvento dei Romanov determinò nuovamente l’ascesa dei sovrani autocrati.
L’impero russo multietnico e con una grande struttura centralizzata inizia la propria politica espansionistica fino all’attuale Ucraina, un’area d’importanza strategica.

L’Ucraina vedeva protagoniste le comunità cosacche, le cui origini sono tuttora discusse, ma si trattava di seminomadi che vivevano di caccia e pesca organizzati in comunità militari. Sfuggiti alle dure condizioni della nobiltà feudale, si stanziarono in quelle terre, ai tempi, poco popolate: sul basso corso del Dnepr, terra di confine, successivamente conquistata dalla Confederazione polacca-lituana.
La ribellione cosacca, favorita dal dominio lituano, favorì l’intervento da parte dell’impero russo. I Romanov conquistarono, così, gran parte dello Stato lituano, mentre la Svezia, divenuta una grande potenza, invase anch’essa la Confederazione. Intanto, gli equilibri in terra ucraina erano radicalmente mutati.

I Romanov

L’annessione dell’Ucraina

Dopo varie e complesse vicende, si arrivò alla pace di Andrušovo nel 1667 che determinò la spartizione dei territori fra la Confederazione e la Russia secondo il confine segnato dal Dnepr. Decenni dopo, in seguito alla battaglia di Poltava del 1709 che aveva visto l’atamano Ivan Mazeppa – comandante dell’esercito dei cosacchi – schierarsi con la Svezia, Pietro il Grande sancì l’annessione dell’Ucraina all’impero.
La riflessione sull’Ucraina, che oggi ci impegna così tanto, dovrebbe analizzare e considerare queste complesse vicende del tutto ignorate.

Redazione

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