“Unknown unknowns”: la triennale Milano si presenta alla Farnesina

“Unknown unknowns”: la triennale Milano si presenta alla Farnesina
 Uno spazio di dibattito e confronto aperto e plurale, dove possano convergere esperienze, culture e prospettive differenti. La 23ª Esposizione Internazionale della Triennale di Milano si svolgerà dal 15 luglio all’11 dicembre prossimi attorno al tema “Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries” e cercherà di rispondere ad una serie di domande su quello che ancora “non sappiamo di non sapere” in diversi ambiti: dall’evoluzione della città agli oceani, dalla genetica all’astrofisica. Un’esperienza profonda che, coinvolgendo designer, architetti, artisti, drammaturghi e musicisti, darà la possibilità di rovesciare la nostra idea di mondo.

Anche la Farnesina collabora, ormai da anni, con la Triennale, nella consapevolezza che si tratti di “uno dei più prestigiosi appuntamenti internazionali dedicati ad architettura e design” e che dunque sia un “tassello” fondamentale nella strategia di promozione integrata su cui punta il Ministero degli Affari Esteri per promuovere tutto ciò che è eccellenza italiana nel mondo.

Per questo il ministro Luigi Di Maio ha voluto ospitare oggi, in Sala Conferenze Internazionali, una prima presentazione dell’esposizione, alla quale hanno partecipato il presidente e la direttrice generale della Triennale di Milano, rispettivamente Stefano Boeri e Carla Morogallo, il segretario generale del Bureau International des Expositions, Dimitri Kerkentzes, e i curatori della Triennale di Milano, Ersilia Vaudo e Francis Kéré. L’incontro è stato moderato da Cecilia Piccioni, direttrice centrale per la Promozione della Cultura e della Lingua Italiana del Maeci.

Il design, uno dei motori della produzione industriale italiana, unisce le sfere economica, culturale e tecnologica e rappresenta uno degli assi portanti dell’azione di promozione integrata del MAECI e della sua rete estera”, ha ribadito il ministro Di Maio, prendendo la parola. “Farnesina e Triennale lavorano fianco a fianco con l’obiettivo di valorizzare e promuovere la conoscenza al di fuori dei confini nazionali dei prodotti di tale settore strategico del Made in Italy, al fine di incrementarne i volumi di esportazione ma anche di favorire la conoscenza della tradizione artigiano-manifatturiera dei territori e dei nostri distretti industriali”, ha aggiunto ricordando che dal 2017 il Ministero promuove ogni anno la Giornata del Design italiano nel mondo e ospita presso la propria sede i vincintori del Premio Compasso d’Oro.

Quanto al tema scelto per questa 23^ edizione, “interpreta in modo originale l’esigenza di sviluppare la creatività partendo da prospettive inedite”, ha detto Di Maio, che ha apprezzato e condiviso la scelta degli organizzatori di ribadire la “vocazione internazionale” dell’esposizione dedicando “attenzione speciale all’Africa”.
Come accade per la Triennale, poi, “l’immagine del nostro Paese che la Farnesina promuove nel mondo è rinnovata, inclusiva e dinamica”, una “immagine originale e innovativa”, ha continuato il ministro, che, “unita al rigore del pensiero scientifico”, caratterizza da sempre il design italiano. “L’integrazione tra arte e tecnica e tra estetica e funzionalità è il tratto distintivo del design”, al quale la Farnesina dedica una “costante azione” di sostegno e promozione all’estero anche grazie alla Triennale Milano.

E da Milano partirà un altra importante missione della Farnesina, ha concluso Di Maio: promuovere la città di Roma per l’Expo 2030.

È stata poi la volta di Dimitri S. Kerkentzes, segretario generale del Bureau International des Expositions (BIE), che da tempo sostiene la Triennale. “Il tema della 23ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano è un invito a mettere in discussione le nostre convinzioni, ad abbracciare la vastità e l’incertezza dell’ignoto e a tracciare una nuova direzione per l’umanità”, ha detto Kerkentzes. “Riunendo diverse prospettive, culture e background nell’ottica di guardare tutti alla stessa sfida, questa Esposizione Internazionale rivelerà soluzioni inaspettate e stimolerà la sperimentazione e l’innovazione”.

L’Esposizione Internazionale di Triennale Milano, che nel 2023 festeggerà i cento anni della fondazione, ha sempre presentato temi con un “carattere di grande attualità” e quello scelto per l’edizione 2022 , ovvero “l’esplorazione dell’ignoto”, è stato sollecitato da quattro “grandi crisi” che hanno aperto il nuovo secolo: l’11 settembre e lo scoppiare del terrorismo, la crisi finanziaria del 2008, l’inaspettata e drammatica pandemia di Covid e, non ultimo, la guerra in Ucraina. “Crisi totalmente differenti, ma tutte capaci di investire l’intero pianeta” e di “farci interrogare sul senso dell’essere al mondo della nostra specie e sul senso della nostra evoluzione”. Così ha esordito Stefano Boeri, archistar e presidente di Triennale Milano. “La 23ª Esposizione Internazionale”, ha continuato, “vuole essere una piattaforma di dialogo e ricerca, un’occasione di scambio e incontro che coinvolge artisti, designer, architetti, curatori, scuole e collettivi, ma anche istituzioni culturali, musei e istituti di ricerca provenienti da tutto il mondo. Questa pluralità di punti di vista ci permetterà di allargare lo sguardo su quello che ancora non sappiamo di non sapere. In un momento drammatico e complesso come quello che stiamo vivendo, crediamo che sia più importante che mai preservare e valorizzare quello scambio di idee, esperienze e riflessioni tra paesi e culture diversi”. Per questo a Milano saranno presenti 22 Paesi con grandi padiglioni e più di 300 artisti e architetti da 40 Paesi del mondo, ha annunciato Boeri, ribadendo il “ruolo fondamentale” dell’Africa ma anche un “lavoro specifico” sviluppato sull’Ucraina.

Della Triennale come “momento di confronto” internazionale tra Paesi impegnati ad affrontare le stesse “questioni attuali” con “messaggi artistici e linguaggi espressivi eterogenei” ha parlato anche Carla Morogallo, direttrice generale di Triennale Milano, che ha ringraziato la Farnesina per la “collaborazione sinergica” avviata per coinvolgere i Paesi esteri nell’esposizione e dar sfogo alla sua “vocazione internazionale”.

La 23ª Esposizione Internazionale presenterà una costellazione di mostre, installazioni e progetti speciali sul tema dell’ignoto, in un percorso che attraversa saperi e discipline e che offrirà ai visitatori il piacere della scoperta e di un capovolgimento di prospettiva. A darne oggi un primo assaggio è intervenuto la curatrice Ersilia Vaudo, astrofisica con una forte declinazione artistica e poetica e una gran “voglia di contaminazione”, come ha detto lei stessa anticipando il sul “sguardo sullo sconosciuto”.

Illustrando la mostra tematica della Triennale, Vaudo ha evidenziato la “volontà di presentare l’ignoto come una dimensione in cui lasciarsi andare”, “da abitare”. La prospettiva dunque “si allarga” e dà vita ad una trasformazione che è “stupore”, più che paura. Saranno più di cento le opere esposte: “una coralità di confronto con l’ignoto con la consapevolezza che la questione dello sconosciuto è innanzitutto la concezione dello sguardo che abbiamo su di esso”.

Anche il percorso pensato per la mostra sarà innovativo: una “sorta di orbita intorno ad un centro immaginario e quindi impercettibile”, per pensare a nuovi modi di occupare lo spazio e al “confronto con mondi non accessibili”.

Curatore dell’allestimento delle partecipazioni internazionali ed in particolare dello spazio “Yesterday tomorrow” dedicato all’Africa e alla sua diaspora è Francis Kéré, che, in viaggio per il Burkina Faso, ha inviato un saluto in video chiudendo così la presentazione.
Cecilia Piccioni ha salutato le personalità del mondo culturale e accademico internazionale, i rappresentanti delle Ambasciate e gli altri interlocutori presenti in sala con una riflessione: “quando cultura, ingegno imprenditoriale e innovazione fanno squadra, in modo integrato, il nostro Paese si presenta in modo straordinario e non ignoto”. (r.a.\aise)

Redazione Radici

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