Italia

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Quando ci si addentra nei problemi economici italiani, c’è da evidenziare che la situazione, più che difficile, ha assunto proporzioni indifendibili. Viviamo sopra un castello politico che si regge su un equilibrio precario. Ci siamo resi conto che essere in UE non significa sfuggire all’incapacità dei governanti nazionali che ci hanno portato dove siamo.

In Unione Europea (UE), ogni Paese porta avanti una sua strategia economica. Noi, invece, siamo compressi da una serie d’atteggiamenti, che hanno stroncato, e stroncheranno, ogni possibile evoluzione di progetto percorribile. L’ottimismo a buon mercato non paga. Intanto, il livello dei disoccupati non è stato frenato. Nessuno sembra poter proporre una cura valida per evitare una successiva emorragia sul fronte del lavoro. Viviamo peggio e non è più possibile sottovalutarlo.

I problemi di “liquidità” ci hanno messo alle corde. Il credito è centellinato e molti non riescono più a far fronte alle spese improrogabili. Mentre il lavoro scarseggia, l’età pensionabile è stata tanto aumentata da non offrire neppure un fisiologico cambio generazionale sul fronte occupazionale. Anche le migliori intenzioni sono rimaste nel cassetto dei progetti a venire che, a nostro avviso, resteranno tali. Senza mezzi termini, le “colpe” sono ancora di una politica sempre più lontana dalla realtà nazionale.

Finiamola, poi, con le polemiche che hanno dato poco e non sono nelle condizioni per proporre di meglio. Invece, tutti si prodigano per mantenere il prezioso posto nelle aule parlamentari. L’Italia meriterebbe ben altro. Tra le colonne di questo giornale c’è posto per chi si sente di proporre indicazioni migliorative. Le pondereremo e, se del caso, le condivideremo.

Giorgio Brignola

Redazione

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