Era venuto il momento di fare un bilancio della campagna vaccinale contro il covid 19, la più grande operazione di sanità pubblica della storia recente. E questa mattina sono arrivati i dati, forniti da un’istituzione autorevole e attendibile, cioè l’Istituto superiore di sanità. Dunque ora sappiamo che le vaccinazioni, iniziate il 27 dicembre 2020, hanno permesso di evitare 8 milioni di infezioni, oltre 500 mila ricoveri ospedalieri – 55 mila in terapia intensiva – ma soprattutto hanno evitato 150 mila morti. Il calcolo è stato fatto con una metodologia, inizialmente sviluppata per i vaccini antinfluenzali ma poi applicata anche in altri paesi per studi relativi al Covid.

L’efficacia dei vaccini è stata proporzionale all’adesione degli italiani alla campagna. Al 31 gennaio scorso, l’84% dei cittadini risultava vaccinato con almeno una dose, l’80% con due dosi e il 47% con tre dosi. Ora si tratterebbe di convincere quattro milion di persone a completare il ciclo ma occorre soprattutto pianificare il prossimo richiamo adattato alle varianti del virus. In autunno la platea dovrebbe comprendere tutte le persone dai 50 anni in su, ma non è escluso che alla fine si decida di tornare a vaccinare tutti. E’ una decisione che verrà concordata a livello europeo.

In alcune regioni è già iniziata la somministrazione della quarta dose a chi ha più di 80 anni o ha problemi di salute, ma finora l’adesione è stata molto bassa, Gianni Rezza, il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, parla di “stanchezza vaccinale”, normale quando la percezione del rischio diminuisce. Ma se smettiamo di vaccinarci, il rischio aumenta.