Un libro ti mette le ali

Un libro ti mette le ali
“Facile. Persino frivolo, volendo. Di prim’acchito, sembra indugiare nel corteggiamento della banalità. Tanto vale fare ammenda dell’ovvietà: il titolo della nostra copertina è un plagio. Mutuato da un celebre spot pubblicitario. Con un unico accorgimento: è privo dell’enfasi, quasi canzonatoria, della tripla a. Ciò non toglie che ne sia convinto: un libro, molto più di una qualsiasi bevanda energetica, ti mette le ali. Quelle che ti consentono di andare oltre: nel tempo e non solo nello spazio. Dentro e fuori di te”.
Inizia così l’editoriale con cui Giangi Cretti apre il nuovo numero de “La Rivista”, trimestrale che dirige a Zurigo.

“Ne trovo autorevole e implicita conferma nel titolo, Cuori selvaggi, e nel manifesto – nonché nella loro spiegazione – della prossima edizione del Salone Internazionale del Libro (Torino 19-23 maggio).
Va da sé, meno immediatamente scontato. Richiama alla memoria cinefila un noto film di David Lynch. Tratto da un libro, si intitola: Wild at heart, Cuore Selvaggio, Palma d’oro a Cannes nel 1990.
Nel caso del Salone, il riferimento esplicito non va ad un cuore soltanto, ma a tanti cuori. Selvaggi, perché liberi e senza confini. Capaci non soltanto di pensare al dopo, ma soprattutto capaci di guardare, appunto, oltre, in tempi che si riaffacciano difficili e incerti. Con riflessioni audaci, pensieri originali, parole coraggiose e di incoraggiamento.

Che aiutino – come auspica Nicola Lagioia, Direttore editoriale del Salone – i cuori selvaggi a sconfiggere il selvaggio nei cuori.
Viviamo in un mondo inquieto, turbolento, che torna a confrontarsi, anche alle nostre latitudini, con tragedie che riemergono dagli archivi della storia, nei quali, presuntuosamente, credevamo fossero seppellite. Un mondo che, comunque, non può rassegnarsi a perdere la speranza nel futuro.

Ecco dunque il soccorso della cultura e dell’arte, di cui i libri sono il veicolo privilegiato e irrinunciabile. Strumento essenziale per approfondire i linguaggi della società contemporanea, per cercare di decifrarla, indagando il nostro cuore di tenebra. Mostrandoci percorsi in grado di rilanciare proiezioni sorprendenti sull’altrove, sempre con curiosità verso ciò che non si conosce e con la consapevolezza che conoscerlo vuol dire aprire sentieri non ancora battuti. Che ci consentono di immaginare il futuro: in nome dell’amicizia, della pace tra i popoli, del dialogo, del confronto tra idee, diversità e generazioni.

Ecco che i libri – invitandoci a scoprire il mondo, inducendoci a maturare spirito critico, capacità di analisi, indipendenza culturale, rinnovata consapevolezza – possono essere un elemento di coesione e di condivisione, diventando un luogo di ragionamento e di incontro per chiunque ritenga che, nei nostri cuori, possa e debba alla fine prevalere la parte luminosa. Perché un mondo, reduce da due anni di pandemia e minacciato ora da odi e tensioni internazionali, possa risollevarsi e affrontare le sfide che lo attendono.

Il libro è allora sintesi e al contempo simbolo di come la cultura e l’espressione artistica possano insieme provare a immaginare, per il nostro mondo, grandi idee e buone pratiche.
È attraverso la cultura che si creano rapporti e ci si interroga sulla complessità del nostro presente.

Ed è la cultura che, oggi più che mai, deve tornare ad essere la bussola per fare le cose giuste, per distinguere il bene dal male, per mediare i conflitti, per accrescere le nostre conoscenze ma anche per migliorare la convivenza pacifica tra gli uomini nel rispetto reciproco delle idee.

Mai come ora serve porsi domande, interrogarsi sul presente che ci spaventa e riflettere sul mondo che vogliamo costruire. Tornare al dialogo attraverso la parola scritta, occasione utile per avvicinare popoli e comunità. Con i libri che raccolgono l’inno per tutti i “cuori selvaggi”, che non hanno paura di volare. Perché sanno dove trovare le ali e perché è grazie a loro che si costruiscono ponti e si creano visioni. Grazie a loro che potremo avere il coraggio di cambiare le cose.

Un modo per rinnovare il patto tra gli uomini di rispettarsi attraverso la cultura e la lettura che unisce e non divide. Un modo per “gettare il cuore oltre l’ostacolo”, guardando il futuro come una promessa”.

Redazione Radici

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