Per il 40% degli italiani Putin è un criminale, il 12% con lui

Per il 40% degli italiani Putin è un criminale, il 12% con lui

Di Nicola Perrone

‘Putin macellaio da eliminare’. Dopo la frase sparata in diretta mondiale da Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, tra i leader europei c’è stata una corsa a correggere e a ridimensionare ‘nonno Joe’: è anziano, non si è reso conto… questo il messaggio che traspare sottotraccia.

Ma il 40% degli italiani sentiti da Swg la pensa così: Putin è un criminale e la guerra all’Ucraina l’ha scatenata lui. C’è da sperare che i negoziati vadano avanti veloci, che presto si arrivi alla tregua e alla sospensione dell’aggressione militare.

Sapendo già che con Putin sarà soltanto una tregua, fino al prossimo conflitto. Che scoppierà, perché il regime creato da Putin e dalla sua cricca può reggersi e continuare a gestire il potere soltanto in condizioni di guerra perenne.

Per questo bisogna mettere al bando, far tacere a colpi di pistola, veleno o gettandolo in cella ogni voce libera.

Per questo bisogna chiudere e censurare qualsiasi giornale, periodico e giornalista che voglia svolgere il proprio dovere: raccontare la verità dei fatti, quello che si vede e capisce indagando e svolgendo onestamente il proprio dovere.

“Con il presidente Putin non riusciremo a dare forma alla nostra democrazia, torneremo solo al passato. Non sono ottimista in questo senso… non ho più speranza nella mia anima. Solo un cambio di leadership potrebbe consentirmi di sperare” diceva Anna Politkovskaja, giornalista d’inchiesta, spirito libero eliminata dagli sgherri di regime come regalo nel giorno del compleanno dell’autocrate Putin.

Non bisogna ripetere gli errori del passato, l’Europa con voce unica deve tornare attrattiva nei confronti del popolo russo che non può essere condannato in toto a vivere nella menzogna: bisognerà sforzarsi in ogni modo per far capire che la Russia può tornare ad essere considerato Paese degno di stare insieme alle democrazie del mondo perché ha saputo salvarsi rinviando a giudizio i criminali che hanno saccheggiato le ricchezze del Paese, condannando alla povertà la gran parte della popolazione.

Battersi per la libertà di parola, perché torni e sia tutelata la libera informazione. Ieri Novaya Gazeta, il giornale di Anna Politkovskaja e degli altri 5 giornalisti uccisi dal regime, ha sospeso le pubblicazioni “fino alla fine dell’operazione speciale”, la guerra di Putin all’Ucraina che una legge vieta di nominare pena la galera. Sul sito del quotidiano, i redattori di Novaya Gazeta, di cui è caporedattore il Premio Nobel per la Pace Dmitry Muratov, hanno reso noto di avere ricevuto un nuovo avviso da Roskomnadzor, l’agenzia statale per il controllo sui media, per il contenuto critico dei loro articoli.

“Quindi – aggiungono – sospendiamo la pubblicazione del giornale sul sito Web, nelle reti e sulla carta fino alla fine ‘dell’operazione speciale sul territorio dell’Ucrainà’”.

Non abbandonare al loro destino chi in queste ore si è battuto e si sta battendo per la verità come la giornalista della tv russa che ha interrotto il telegiornale mostrando un cartello ‘vi stanno mentendo’. “Certo che ho paura” ha detto Marina Ovsyannikova, che non vuol scappare: “Non ho mai pensato alla possibilità di emigrare; sono una patriota e mio figlio lo è ancora più di me e lui vuole andare all’università”.

Ovsyannikova ha aggiunto: “Tutta la nostra vita è in Russia e ora nel nostro Paese i tempi sono duri e le persone come noi servono al nostro Paese… oggi molte persone emigrano, ma se tutte le persone colte, ragionevoli e preparate vanno via, chi rimane in Russia?”.

Per quanto riguarda il nostro Paese, dal sondaggio Swg risulta che tra i meno critici nei confronti di Putin vi sono soprattutto gli adulti (35-64 anni) residenti nel Nordest elettori di destra. Sul tema caldo dell’aumento delle spese militari, dai 30 miliardi di euro attuali a 38, la maggioranza degli italiani è contraria: il 54% infatti crede che ci possano essere altre vie per difendere gli Stati e le popolazioni. Una fetta di elettori su cui si è buttato a capofitto Giuseppe Conte, presidente dei ‘grillini’, minacciando anche il no al Governo di cui fa parte: “Non voglio mettere in difficoltà nessuno ma non deve andare in difficolta’ il Paese.

Mi sembra che stiamo approfittando dell’onda emotiva facendo credere che investendo un pacco di miliardi nel riarmo si possa risolvere il conflitto in corso. L’unica cosa che non va fatta e’ distrarre fondi che servono alle famiglie e alle imprese” ha detto. Mentre il Pd resta silente, Fratelli d’Italia attacca: “Per quanto ci riguarda- ha detto Luca Ciriani capogruppo al Senato – noi facciamo il nostro dovere di opposizione responsabile e patriottica, ricordando gli impegni che l’Italia ha sottoscritto. Invece, c’è un partito come il M5S, presieduto da un ex presidente del Consiglio, che cerca di raccogliere qualche voto parlando alla pancia degli italiani senza rendersi conto che hanno sottoscritto impegni a livello internazionale”.

Redazione Radici

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